Perché i figli di Maria Rossi fuggono al Nord

Firma! Se non l’hai già fatto firma per sottoporre a referendum l’autonomia differenziata, devastante colpo di mano del governo per il Sud. La fase clou della pandemia da ‘coronavirus’ e il post ‘covid’ hanno svelato il perverso disegno dell’ala leghista della destra di infettare l’antica piaga delle diseguaglianze Nord-Sud, di affossare il Sistema Sanitario Nazionale e privatizzare la tutela della salute. Nella sua scarna essenzialità, quanto accade nel disprezzo della dialettica parlamentare, esclusa dal confronto, richiama l’esempio della ‘famiglia Rossi’, di Maria Rossi, dei suoi due figli in età da lavoro, segnati da opposto destino: lei, leader della famiglia, affronta e risolve come gestire le risorse familiari. Sostiene economicamente l’uno, disoccupato, marito e padre in miseria e penalizza consapevolmente l’altro, felicemente agiato. La famiglia Italia, colpevole di inettitudine e partigianeria pro regioni del Nord’, assiste imperturbabile alla patologia del Sud, allo storico, costante aumento di gap strutturali, al cinismo egocentrico di una legge antitetica rispetto alla saggezza materna dell’ipotetica Maria Rossi. Sul futuro di mezza Italia, da Roma in giù, incombono le conseguenze della cosiddetta ‘autonomia differenziata’, a firma del ‘carrocciaro’ Calderoli, approvata con un colpo di mano, con uno dei tanti atti di regime, senza confronto parlamentare, molto prossima alla violenza decisionista del pensiero unico mussoliniano. Semplice, con la legge in questione il ricco Veneto gestirà in solitudine tutt’altro che ‘familiare’ finanziamenti italo-europei pari al ruolo trainante del suo territorio industrializzato. Non è tutto: quanto incassano le sue Agenzie delle Entrate non finirà nella cassaforte nazionale, a favore di una distribuzione tipo famiglia Rossi che compensi il ridotto gettito fiscale di regioni meridionali. Resterà in Veneto. In due parole: regioni meridionali destinate al collasso, il ‘de profundis’ al Sud del sistema sanitario nazionale, già penalizzato dal consolidato divario con il nord. Lo strumento più che perfetto della sanità pubblica, tra i migliori del mondo ino al 2010 è solo un bel ricordo. Ora racconta di un aumento scellerato, disumano, del divario nord-sud in tema di prevenzione e cure, di aspettative di vita, terapie oncologiche, pediatriche. Si annuncia un disastro sanitario, economico e sociale, senza precedenti, conseguenze della frattura che vedrà inesorabilmente aumentare le diseguaglianze già esistenti, con l’attuazione di totale autonomia. Non a caso la legge, approvata dal Senato, ha followers nelle regioni con le migliori performance sanitarie. Non a caso questo governo regala il servizio sanitario nazionale ai privati. A pagare il devastante discrimine saranno i più deboli, gli indifesi, i poveri. Se ti viene tolto o ridotto l’accesso al servizio sanitario pubblico, sei in pericolo di vita”. Non solo sanità: la contestatissima legge sottrae alla gestione unificata nazionale istruzione, ambiente, beni culturali, sicurezza sul lavoro, ricerca scientifica e tecnologica, la salute, l’alimentazione, lo sport, la tutela del territorio, porti aeroporti, trasporti, la comunicazione, l’energia le attività culturali. Bisognerà prendere la tessera di Fratelli d’Italia per sentirsi ancora italiani? Ma poi, la legge Calderoli colpisce solo il Sud?  Problemi di tutela della salute ne hanno anche ad Asti, Bolzano, in Piemonte. Mancano i medici, nonostante l’emigrazione di massa della gente del Sud. I numeri della spesa pubblica per la sanità: media nazionale 2.140 euro, Calabria 1.748, Campania 1.818.  Per ospedali e macchinari (media nazionale 41 euro), in Campania solo 18. Enorme il flusso di pazienti migranti da Sud a Nord con pesanti oneri finanziari per le regioni e i malati. Il numero? 629mila. Se non l’hai già fatto, firma per il referendum contro l’autonomia 


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