Comedy comic made in Italy

Mettetevi comodi, nella poltrona centrale di terza fila, se l’avete prenotata per tempo. Tra un attimo si alzerà il sipario per la rappresentazione dell’atto unico “tragicomicità del Bel Paese”. Sallusti, direttore del ‘Giornale’ quotidiano fraternamente connesso alla propaganda dei neofascisti che ci s-governano da un paio di anni, è uno degli autori. Se ne sta dietro le quinte, in attesa degli applausi di fine rappresentazione per la sua trovata teatrale dei ‘brutti e cattivi’ della sinistra, che in perversa simbiosi con la magistratura tessono la trama di un complotto contro la povera Giorgia, bersaglio da colpire al cuore, insinuando ipotesi di reato per Arianna, potente ‘sorella d’Italia’, sospettata di essere l’influenzer impropria che sovrintende a nomine eccellenti. Lo smaliziato Sallusti non va oltre il nebuloso riferimento a trame oscure della sinistra. Dice, ma son parole al vento, che con manovre politicamente scorrette l’opposizione progetterebbe di sradicate Giorgia da palazzo Chigi. Come, quando, perché? Il copione intima di non rispondere, di esimersi con l’abituale, strategico mutismo. Lo infrange il coro dell’‘amichevolismo’ meloniano: l’evanescente tesi del complotto mobilita il media system della destra, che sul nulla della provocazione di Sallusti inventa un ennesimo dispositivo di salvaguardia dell’inconsistente esecutivo diretto da “Yo soy Giorgia”.

Il testo della comedy riserva al punto cruciale della tragicommedia l’attesa battuta del comico che conquista il favore del pubblico ‘amico.’ Interrogato sulla vaghezza delle ‘furbata’ di Sallusti, il gettonatissimo Francesco Giubilei, ospite quasi fisso di talkshow politici per colpa della par condicio, numero uno dei collaboratori di Sallusti, se la cava con una gag da Zelig. Prova ad   assolvere il suo direttore dal sospetto di complottismo della sinistra anti Arianna e Giorgia, partorito come reiterato mezzo di distrazione dal default del peggiore governo italiano di sempre. Dice Giubilei e la platea risponde con un’oceanica risata: “La denuncia di Sallusti, direttore di un giornale indipendente (sic, regala l’aggettivo ‘indipendente’ al quotidiano di Berlusconi, ndr) ha sicuramente fondamento”. Delle due l’una: il Giornale ha inventato tutto per nascondere la fragilità del governo Meloni che rischia di implodere o Sallusti ha informatori nella magistratura orientata a destra, a conoscenza di indagini giudiziarie in fieri sulla sorella d’Italia, che Giorgia consulta come farebbe con un vice premier. Cala il sipario, il pubblico lascia il teatro appagato dalle risate suscitate dall’umorismo della pièce “Inganni e bufale”.

Oltre il teatro una breve sosta in edicola dove spicca il titolo per un irrispettoso racconto, elaborato dall’intelligenza artificiale: nel video Trump e Harris, candidati per le presidenziali Usa. I due acerrimi competitors felici ed innamorati, passeggiano mano nella mano. Il tycoon, salvato a ripetizione dalla compiacente magistratura americana, accarezza la pancia di Kamala incinta. Risate. Amare. Altre news, altri scrosci di ilarità. Il rude Salvini dribla il malessere del Paese, finge di ignorare i suicidi nelle carceri italiane, la tragedia dei morti sul lavoro, la iattura dell’economia differenziata, l’attacco alla Costituzione del premierato, la crisi del sistema ferroviario, la complice connivenza con Vannacci. Si appropria di un tema bocciato da sempre, per lui improprio e risuscita la pena della castrazione chimica per chi commette abusi sessuali. Risate… e rabbia.


Scopri di più da La voce Delle Voci

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento