Conte-De Lau, prove di incompatibilità

Si aspettava di meglio. Vuol dire che ha detto sì al Napoli per non uscire dal giro degli allenatori Vip, ma senza un’analisi preventiva di fatti e misfatti che hanno cancellato bruscamente il trionfalismo per il terzo scudetto degli azzurri. Antonio Conte non è uno sprovveduto dilettante allo sbaraglio, ma gli somiglia molto in questo avvio balordo della serie A del balordo Napoli. Il caso Osimhen non ha uguali. Il nigeriano ha lasciato intendere già dalla metà del campionato 23/24 di ambire a traguardi prestigiosi con squadre di alto rango e De Lau, benché non ancora orfano di Giuntoli, in tanti mesi non ha gestito il suo addio, ma soprattutto non ha centrato l’identità del successore, faccenda ingarbugliatissima: un ‘tira e molla’ schizofrenico, un “viene, non viene”. Esiste un club che chiude la trattativa per ingaggiare un giocatore (Brescianini), lo sottopone al rito delle visite mediche e subito dopo lo vede con la valigia in mano, emigrare in un’altra squadra? Esiste, è la Società Calcio Napoli. Conte, scuro in volto, deve aver intuito di operare sottoposto al regime dispotico del padre-padrone. Lo dice in due parole: “Mi aspettavo di meglio”. Nell’esternare disillusione e forse rabbia, induce la stampa di settore a ipotizzare perfino che il malcontento possa preludere a un clamoroso addio. Parole senza peli sulla lingua, un ‘je accuse’ appena mascherato dall’assunzione di responsabilità personali.  “Caso Osimhen? Non è cosa mia. Lukaku? Non parlo di calciatori che non ho a disposizione”. Comunque, sull’affare Osimhen il confine con l’assurdo è varcato ormai da tempo. “Sull’acquisto di Brescianini si è fatta una figura inqualificabile”. Commenta la stampa sportiva: “Forte sensazione che il presidente fa pesare i suoi poteri sostanziali di veto e ostruzione. Il ‘grande rilancio’ prevedeva l’efficienza delle due sfere, tecnica a e societaria. Conte sembra pensare che non funziona niente. È fatto così: pregi e difetti. Ha detto ciao a Juve e Inter per disaccordi sui progetti tecnici. L’approccio del precampionato al calcio giocato non è stato certo esaltante. Conte non è uno che si scoraggia facilmente, ma il suo umore è grigio, anzi nero e non è un bel segnale. Fortuna vuole che il calendario proponga al Napoli incompiuto la sfida per nulla impossibile di Verona. Ammesso che lo sia. La sentenza ai posteri al match con inizio alle 18.


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