GAZA & UCRAINA / CHI LOTTA CONTRO LA PACE

Il mondo, a quanto pare, vuole correre ad ampie falcate verso il baratro.

Verso la totale autodistruzione.

Segnali ben precisi in tal senso – proprio mentre sembravano aprirsi scenari di tregua, pur parziale – arrivano dai due burattini degli Usa che stanno dirigendo l’orchestra dell’Olocausto: il boia di Tev Aviv Bibi Netanyahu e il presidente pupazzo dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.

Due palcoscenici sempre più tragicamente paralleli.

Netanyahu come è stato rappresentato dalla stampa. Sopra, lo sterminio dei bambini a Gaza internazionale

Partiamo dal primo fronte di sangue, la  martoriata striscia di Gaza dove dall’8 ottobre è iniziato lo scientifico genocidio dei palestinesi (in realtà, storicamente, è cominciato nel dopoguerra, per la precisione nel 1947, dopo il varo dello scellerato piano ONU di ‘Partizione della Palestina’).

E’ appena terminata la due giorni verso la pace (sic) a Doha. Esultano gli yankee, con il sempre più rincoglionito Joe ‘Sleepy’Biden, ancora in sella, che proclama gonfiando il petto: “Siamo sempre più vicini alla pace, mai così vicini come adesso”.

Subito smentito dai vertici di Hamas ma, soprattutto, dal grande amico, alleato & super-finanziato killer nazi di Tel Aviv, Netanyahu, il quale continua imperterrito nella sua strategia del massacro quotidiano, tutta bombe & missili.

Come poche ore fa, quando un raid ‘chirurgico’ su un campo profughi ha fatto oltre una ventina di vittime, sterminando letteralmente un’intera famiglia, 9 bimbi compresi.

Terroristi in fasce?

Capi di Hamas travestiti da minorenni?

Per non parlare dei massacri e delle devastazioni perpetrate dai coloni israeliani contro i palestinesi: condannate perfino da alcuni ministri di Tel Aviv, tanto per far vedere, altra tragica sceneggiata: perché lo sterminio scientifico continua senza tregua.

E’ chiaro come il sole, ormai, che il boia Netanyahu non vuole smettere, ‘non può’ smettere nella sua strategia finalizzata al genocidio, all’annullamento del problema alla radice: eliminando in toto la questione che dura da 70 anni e passa, i palestinesi, dalla faccia della terra. Semplice, no? E ora chiaro a tutti, con un’evidenza che più plastica non si può.

Ed è quindi altrettanto chiara la vergognosa sceneggiata recitata dalle autorità criminali di Tel Aviv quando si siedono al tavolo della trattativa. Una trattativa che non possono digerire, perché il loro vero, unico, eterno problema è quello di eliminare la ‘controparte’, come cercò di fare a suo tempo Hitler con gli ebrei.

Marwan Barghuthi

E vede come autentico fumo negli occhi, l’esecutivo israeliano dominato dall’invasata ultradestra sionista, un nuovo protagonismo dell’Autorità Nazionale Palestinese, un tempo guidata da Yasser Arafat, poi travolta dagli scandali, ora nelle mani del debole Abu Mazen e che potrebbe ritrovare una sua guida in quel Marwan Barghuthi da oltre vent’anni detenuto nelle galere israeliane: un fautore, da sempre, della creazione dei 2 Stati. E’ questa la prospettiva che fa ‘impazzire’ i vertici politici e militari israeliani.

Idea che, solo a parole, l’Occidente approva.

Danno ai 2 Stati il loro ok gli Usa: che però continuano a inviare decine di miliardi di dollari in direzione Tel Aviv come aiuti militari; è d’accordo, sempre a parole ma senza alcun concreto atto politico, la UE; si proclama favorevole il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani, al quale non passa però neanche di sfuggita per la mente di ritirare l’ambasciatore italiano a Tel Aviv, dopo gli ultimi massacri, per dare un segnale minimamente concreto.

Un altro elemento non da poco. Netanyahu sa benissimo che se la guerra dovesse mai cessare, lui finirebbe direttamente sotto processo: non solo davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja per i crimini contro l’umanità, ma anche davanti al tribunale di Tel Aviv, per le maxi corruzioni di cui era già accusato prima del 7 ottobre. Appena il conflitto termina, per lui la carriera politica è al capolinea e si spalancano le porte delle patrie galere. Quindi, of course, guerra senza fine…

I media di casa nostra, al solito, dormono e ‘coprono’.

Per qualche ragguaglio in più vi proponiamo la lettura di un pezzo messo in rete da ‘Controinformazione’ il 17 agosto, Netanyahu – Ha sabotato ogni possibile accordo su Gaza. Falliti i tentativi di negoziato

 

Passiamo al secondo scenario di sangue.

E partiamo dall’ultimo dispaccio diramato dall’Ansa, sulla controffensiva ucraina in territorio russo, iniziata una decina di giorni fa.

Batte poche ore fa la nostra prima agenzia di stampa: “Le truppe ucraine, che hanno invaso la regione russa di Kursk e hanno rivendicato di aver preso il controllo della cittadina di Sudzha oltre che di altre 82 località e oltre 1.100 chilometri quadrati, stanno continuando ad avanzare in direzione sud-est, con gruppi fuoco che si spingono oltre le linee di frontiera”.

Una caricatura di Zelensky sulla stampa internazionale

Non basta. Perché altri due episodi non da poco caratterizzano lo scenario bellico.

Ore fa le truppe di Kiev hanno abbattuto un ponte sempre nell’area di Kursk. Utilizzando un missile di fabbricazione americana. E hanno intenzione di demolirne altri due, nella zona, per ‘isolarla’.

Un drone è stato indirizzato contro la centrale nucleare di Zaporizhia, una vera bomba ad orologeria.

I paesi NATO hanno finalmente ammesso l’evidenza, ossia di aver dato l’ok a Kiev per l’uso delle loro armi – fornite in modo sempre più massiccio negli ultimi mesi – non solo per difendersi, ma anche per contrattaccare in territorio russo. La guerra di Kiev, così, da difensiva diventa offensiva.

Ma si rendono contro le ‘potenze’ occidentali di scherzare con fuoco?

Di provocare la Russia in modo che più sconsiderato e senza ritorno non si può?

Di voler ‘scientificamente’ provocare un terzo conflitto mondiale?

La cosa è tanto più grave perché nelle settimane scorse perfino il pupazzo Zelensky sembrava aver riacquistato un minimo di sale in zucca: proponendo un tavolo di trattativa al quale avrebbe dovuto prendere parte anche la Russia.

E intanto, sottobanco, preparava con gli ‘amici’ e ‘alleati’ l’invasione nel territorio russo! Una sceneggiata che più vergognosa non si può. In combutta con i paesi occidentali, ‘esportatori’ di democrazia’.

 E l’Italia? Zitta e muta, come al solito, genuflessa ai piedi di Washington.

Anche in tal caso, il pupazzo Zelensky sa bene che in queste settimane, in questi giorni si gioca il tutto per tutto. O la va o la spacca.

Sa che addirittura i suoi amici & sodali fino alla morte, ossia gli americani, da un momento all’altro potrebbero ‘mollarlo’, ‘scaricarlo’ (negli ambienti Usa se ne vocifera da alcune settimane).

Ihor Kolomoysky

Del resto ormai è da un bel quinquennio al potere, da quel 2019 in cui – con un voto bulgaro da oltre il 70 per cento – venne eletto presidente: lui, un ‘Grillo’ in salsa ucraina, lanciato nell’etere e iper-finanziato per la sua campagna dall’oligarca-faccendiere-riciclatore Ihor Kolomoisky, il fondatore del ‘Battaglione Azov’ di chiara ispirazione nazi. Esattamente cinque anni doppo il Golpe bianco di piazza Maidan, nel 2014, orchestrato dal Dipartimento di Stato Usa, con la supervisione del numero due, Victoria Nuland, come la ‘Voce’ ha più volte dettagliato nelle sue inchieste.

Visto che i nostri media sono zeppi di fake news e la disinformazione regna sovrana, vi proponiamo due pezzi sulle vicende ucraine.

Il primo, messo in rete dall’ottimo sito ‘Piccole Note’ il 17 agosto, è titolato  WP: l’attacco a Kursk ha sabotato un accordo con Mosca

Il secondo è pubblicato da Contropiano, Kiev pronta a fare ‘il cane pazzo’ come Israele


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