Gran caldo e non solo climatico

Il permanente tam tam mediatico su ‘ma che caldo che fa” debilita quasi quanto l’afa afro-sahariana, che purtroppo conferma il dominio dell’ingiustizia sociale ricchezze-povertà. Chi può per disponibilità economica si difende. È in vacanza con tutti i comfort, o se preferisce godere delle città deserte combatte le temperature infernali con i condizionatori d’aria, con il cellulare ordina la spesa, consegnata a domicilio. C’è poco da aggiungere, oltre l’ira per i potenti della Terra responsabili delle mutazioni climatiche, del caldo sempre più torrido, di siccità e alluvioni. A tre giorni dal ‘Ferragosto’, che si spera preceda condizioni meteo più sopportabili, l’attualità pone in risalto due brevi, significativi racconti.

Indignano la disumanità di Netanyau e dei suoi accoliti della destra estremista, colpevoli di massacri senza precedenti, ad eccezione dell’immane tragedia dell’olocausto e non meno le menzogne per legittimare le centinaia di morti civili, tanti i bambini, anche nelle scuole e negli ospedali di Gaza.

Difficile estrapolare dalla cronaca di giornata solo un paio di episodi, ma lo spazio di un articolo non consente altro. L’Italia sportiva al femminile   esibisce orgoglio nazionale per l’impresa dell’oro nel volley delle azzurre. Alla gogna finiscono due insopportabili soggetti. Vespa, strapagato uomo Rai, storico follower della destra, commenta così: “Egonu e Sylla (e no, signor Vespa, si chiama Stilla non Sylla, ndr) brave nere, italiane. Esempio di integrazione vincente”.  Integrazione? Paola è nata a Cittadella e parla in Veneto, Myriam a Palermo. Più italiane di così? I social: “Sei come Vannacci”, l’ex generale, che da par suo dichiara: “Egonu? Le chiederò autografo ma i suoi tratti non sono italiani”. Non fosse una tragedia quanto accade da qualche giorno, la follia del conflitto Kiev-Mosca rientrerebbe nella vis comica del ‘ridiculus’. Il ‘fatto-misfatto’: truppe di Kiev penetrano per trenta chilometri nel territorio della Russia e il mondo s’interroga: “Ma com’è possibile che un novello Davide si faccia beffa del gigante Golia, di un potenziale militare e di servizi segreti a dimensione mondiale?” L’inganno ‘creativo’ dei Kiev costa all’oligarga Putin imbarazzo e scherno non solo dei suoi detrattori, ed è materia esilarante per la satira. Il default del potente esercito russo si deve alla fantasia ucraina che ha permesso ai suoi soldati di rispondere all’invasione di Putin con un’invasione alla Zelenski. Come? Con uno stratagemma da far invidia al famoso trasformista Arturo Brachetti. Ha fatto indossare ai soldati ucraini le divise dell’esercito russo, ha mimetizzato i mezzi delle incursioni come quelli del nemico, operando con blitz improvvisi e penetranti. È rabbiosa la reazione di Putin per lo smacco: “Risponderemo con pesanti punizioni”. Ma finge di ignorare cosa pensa il popolo russo della figuraccia.


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