Stragi e falsi alibi

Avellino, tempo fa, quando gli irpini abitavano l’Olimpo del basket di serie A ospitò un memorabile partita con gli israeliani, che al seguito della squadra protetti da una folta rappresentanza di agenti dei servizi segreti di Tel Aviv, i più famosi ed efficienti del mondo. Imparammo allora quanto fossero unici. E dunque, se davvero Hamas nascondeva suoi uomini in ospedali e scuole di Gaza, come prova a far credere Netanyau per giustificare il massacro di cento palestinesi, perché bombardare una scuola, anziché agire con un raid ‘mirato, come altri che hanno ucciso ovunque leader del terrorismo, con precisione chirurgica? E come mai la potenza devastante di Israele, che ha raso al suolo Gaza e ha invaso completamente la Striscia non è riuscita a liberare gli ostaggi che da qualche parte sono prigionieri’ di Hamas? Il criminale di guerra di cui Israele non riesce, o non vuole liberarsi, non è nuovo a imprese come la distruzione di una scuola e altre vittime. Il tragico refrain delle sue incredibili menzogne si ripete e il mondo vi assiste imperterrito o quasi (“era un covo di terroristi”). Il caso Biden è esemplare: bacchetta verbalmente Netanyau, ma lo riceve come un amico, gli stringe con calore la mano e continua senza soluzione di continuità a inviargli armi, le stesse che hanno distrutto la scuola di Gaza. In tema di ostaggi: Israele ne ha liberati alcuni, a dimostrazione che i servizi segreti, se Netanyau lo volesse davvero, sarebbero in condizione di liberarli tutti. Perché non succede? Perché Netanyau non avrebbe più alibi per completare, come dichiara spesso, la distruzione totale della Palestina, e per ottenere la fine definitiva del postulato “due popoli, due Stati’. A giusta ragione si ricorda spesso il raid terrorista costato a Israele 1.300 vittime e la cattura degli ostaggi. Molto meno frequente è la contrapposizione degli oltre 130mila palestinesi uccisi, migliaia bambini e civili innocenti.


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