VENEZUELA / ALTRO GOLPE USA IN VISTA?

Passano gli anni ma il copione, invariabilmente, non cambia.

E si ripete in modo quasi ossessivo.

Succede in Venezuela, oggi in ‘fiamme’ per via delle quintalate di benzina buttata sul fuoco delle polemiche post presidenziali dai soliti Stati Uniti. I quali hanno addirittura ‘riconosciuto’ come nuovo numero uno il signor nessuno che è arrivato secondo, ampiamente distanziato dal riconfermato Nicolas Maduro.

Nicolas Maduro

Ai confini della realtà. E’ sceso addirittura in campo il Segretario di Stato e vero burattino dei destini a stelle & strisce, Antony Blinken, per complimentarsi con lo sfidante-perdente sul terreno di gioco: e invece salutato come nuovo Presidente!

Lo stesso hanno fatto, scodinzolanti, quasi tutti i paese UE, genuflessi come sempre di fronte ai diktat in arrivo dalla Casa Bianca.

Compatto il fronte dei BRICS, composto dalle nazioni che lo hanno fondato, ossia Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, che si sono subito complimentate con Maduro per la riconferma sulla poltrona presidenziale nonostante tutti i tentativi di ingerenza straniera, come si suol dire in gergo geopolitico.

Cinque anni fa esatti, in pratica, è successo lo stesso. Forse un tantino peggio, perché addirittura si era autoproclamato presidente un signor nessun, tal Juan Guaidò, un m

Juan Guaidò

iliardario uscito dal nulla tanto per scombussolare quello strategico (per via del petrolio e non solo) contesto politico. Ne seguì, per alcuni mesi, il caos. Scontri di piazza, esercito spaccato, le fortissime pressioni degli Usa che avevano ‘costruito’ il pupazzo di turno. Poi, per fortuna, la meteora Guaidò si eclissò e il paese sull’orlo del baratro riuscì a risollevarsi, pur tra mille problemi.

Come mai, allora, nessun paese a livello internazionale alzò un dito, neanche il mignolo, per denunciare quella macroscopica e clamorosa ingerenza Usa?

Perché si sollevasse il sipario su quella vergognosa messinscena?

Quella indecorosa americanata?

Ovvio, quindi, che i vertici della Casa Bianca – con un sempre più rincoglionito Joe Biden che da mesi ha ormai passato il timone al sempre più guerrafondaio Dipartimento di Stato – abbiano pensato bene di fare il bis oggi, con le presidenziale venezuelane.

Del resto, esattamente 10 anni fa, primavera 2014, andava in onda la Sceneggiata Maxima, con il Golpe Bianco di piazza Maidan a Kiev, in Ucraina.

Un’operazione studiata e preparata con gran cura proprio ai vertici del Dipartimento di Stato. Con una regista d’eccezione come Victoria Nuland, all’epoca e per molti anni numero 2 al Dipartimento, la fedelissima vice di Blinken, soprannominata la ‘zarina’, proprio per via delle sue origini ucraine. Chi meglio di lei poteva dirigere quell’orchestra, come ‘inviata speciale’ a Kiev fin dai primi mesi del 2014?

Victoria Nuland

E così ‘esplose’ la primavera arancione di piazza Maidan, ottima e abbondante per destituire il presidente democraticamente eletto, aprire la ‘ferita’, rompere con la Russia, destabilizzare il tutto e preparare con calma il terreno per l’elezione, nel 2019, del pupazzo allestito con cura, allevato in ‘batteria’ per anni come ottimo ‘pollo presidenziale’: quel Volodymyr Zelensky che venuto dal nulla, cabarettista tv, verrà eletto a valanga, con maggioranza bulgara che supera il 70 per cento, alle presidenziali!

E la strada gli venne spianata, a botte arcimilionarie, dall’oligarca e super faccendiere ucraino Ihor Kolomoisky, di cui la ‘Voce’ ha descritto tante volte le performance affaristiche & criminali. Oggi braccato perfino dall’ FBI che lo ha protetto per anni, Kolomoisky ha ‘inventato’ e finanziato il ‘Battaglione Azov’ di pretta ispirazione nazi; saccheggiato le casse della primo istituto di credito ucraino, ‘Private Bank’; intrecciato business nientemeno che con il rampollo presidenziale Usa, Hunter Biden; guidato i destini del colosso energetico ucraino ‘Burisma’ (nel cui CdA spiccava la presenza dell’ubiquo Hunter); regalato all’amico Volodymyr ormai diventato presidente una villa faraonica a Miami, in Florida, da ben 34 milioni di dollari (avete letto bene, 34 milioni!) e una, più modesta, appena 4 milioni e mezzo di euro, a Forte dei Marmi, la perla per vip della nostra Versilia!

Ma tutto questo i media di casa nostra – genuflessi davanti al Potere Usa – certo non lo raccontano…

Hunter Biden

Last but not least, la ‘zarina’ Nuland, nell’anno di dirty job a Kiev, ha avuto il tempo di imprimere un’accelerazione alla attivazione di bio-laboratori in tutto il territorio ucraino: tante piccole Wuhan, vere bombe ad orologeria in cui sono stati portati avanti per anni esperimenti più che border line – illegali negli Usa, ad esempio – su cavie umane: ucraine, of course. E nell’affaire dei bio-laboratori ucraini è entrato a pieno titolo proprio Hunter Biden: il quale, negli anni di vice presidenza paterna alla Casa Bianca (Joe era il numero due di Barack Obama), ha avuto modo di intrecciare business a molti zeri dall’Ucraina fino alla Cina, su cui solo da un paio d’anni sta indagando la magistratura a stelle e strisce. Con colpevole ritardo, naturalmente: tanto per non disturbare Lorsignori, i grandi Manovratori del Deep State.

Vi abbiamo raccontato, fino adesso, solo due delle tante Operazioni estere griffate Casa Bianca con la supervisione del Dipartimento. Ma tenete presente che i focolai di guerra ‘attivati’, o se preferite aizzati, dagli Usa in tutto il mondo sono attualmente 45: per la gioia dell’industria militare a stelle e strisce che continua a macinare profitti con la pala, negli ultimi due anni alimentati dalla sempre più conveniente guerra in Ucraina, appunto, e dal più recente genocidio nella Striscia di Gaza scientificamente studiato e messo in opera dal boia nazista di Tel Aviv, Il super criminale di guerra Bibi Netanyahu. Al quale, poche ore fa, ha fatto pervenire l’ennesimo attestato di stima, solidarietà ed eterna alleanza, of course, l’ineffabile Blinken: il quale non perde un’occasione una per mostrare il vero volto killer degli Usa.

Ha perfino cercato di fare la viola mammola, il numero uno del Dipartimento di Stato, qualche giorno fa dicendo di non essere mai stato informato dell’attacco di Tel Aviv nel cuore di Teheran: quando anche le pietre sanno che i vertici politici e militari israeliani non possono prendere alcuna decisione di peso senza prima aver informato e, soprattutto consultato, il potente alleato Usa.

Ora tutto il mondo è con il fiato sospeso per la scontata reazione delle autorità iraniane e vendicare i due assassini eccellenti di Beirut e Teheran. Fioccano annunci e contro-annunci.

Ma tutto ormai ha il sapore di un’altra sceneggiata.

Ricordate quanto successe a metà aprile scorso? La ‘vendetta’ di Teheran fu comunicata giorni prima alle autorità di Tel Aviv: con tanto di coordinate dei droni e dei missili lanciati, i quali, quindi, furono agevolmente intercettati. Solo tric trac, tanto per ‘far vedere’.

Eccoci, con gran probabilità, al bis.

 

P.S. Per leggere articoli e inchieste messi in rete negli ultimi anni dalla Voce sui personaggi citati nel pezzo, come al solito vi invitiamo a consultare il nostro archivio, andando alla casella CERCA che si trova in alto a destra della nostra home page e digitare nome e cognome: ad esempio, GUAIDO’ o VICTORIA NULAND, ANTONY BLINKEN, VOLODYMYR ZELENSKY, IHOR KOLOMOISKY, HUNTER BIDEN e così via. Ne ritroverete di tutti i colori.

 


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