GEORGIA / GOLPE BIANCO IN VISTA. COME A KIEV 10 ANNI FA

Gli Stati Uniti e il sempre fedele Regno Unito stanno preparando un golpe bianco in Georgia: proprio come esattamente 10 anni fa andò in scena quello d’Ucraina, la ‘rivoluzione’ di Piazza Maidan.

Pochi giorni fa l’allarme lanciato dal premier, Irakli Kobakhidze: “La Georgia non verrà ucrainizzata”.

Irakli Kobakhidze. Sopra, manifestazioni di piazza a Tblisi

Da tener presente un fatto sostanziale: in autunno si svolgeranno ben due elezioni, presidenziali e politiche (queste ultime sono fissate per il 26 ottobre). E perciò si avvicina la ‘resa dei conti’ e tutto può succedere sotto il cielo di Tbilisi nel corso dei bollenti mesi che seguiranno.

Riavvolgiamo il nastro e poi arriviamo alle news.

Solo a dicembre 2023 erano ancora rose e fiori tra il governo georgiano, la NATO e la UE. A fine anno, infatti, la Georgia aveva ottenuto lo status di Paese candidato all’ingresso nella UE, come è successo per Kiev.

A febbraio 2024 il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, incontra a Bruxelles Kobakhidze, sottolinea con forza la volontà dell’Alleanza di sostenere la sovranità e l’integrità territoriale della Georgia e afferma gonfiando il petto pluristellato: “Vogliamo che la Georgia si muova verso la piena adesione alla famiglia euroatlantica e verso una maggiore democrazia e prosperità”.

All’inizio della primavera, però, il clima cambia repentinamente. La miccia è rappresentata da una legge proposta dal governo e approvata dal Parlamento, più nota come “legge sugli agenti stranieri”.

Di che si tratta?

In poche parole, d’ora in poi viene richiesto alle ONG, alle associazioni e ai media che ricevono oltre il 20 per cento dei finanziamenti dall’estero di registrarsi come “entità che promuovono gli interessi di una potenza straniera”.

Apriti cielo.

Minaccia fuoco e fiamme addirittura il presidente georgiano, Salome Zourabichvili. Ma gli strali più acuminati arrivano proprio dai vertici UE che senza mezzi termini accusano il governo di aver copiato una legge russa e, in sostanza, di strizzare l’occhiolino a Mosca, contravvenendo a tutte le intese con la NATO e con la UE in corso.

Salome Zourabichvili

La situazione si fa sempre più calda e il premier georgiano punta l’indice e accusa, senza però nominarlo, un alto Commissario UE non solo di forte ingerenza, ma addirittura di minacce vere e proprie. Ciò costringe il Commissario per l’Allargamento UE, l’ungherese Oliver Varhelyi – fedelissimo del presidente (bis) della Commissione UE Ursula von der Leyen – ad uscire allo scoperto.

In sostanza Kobakhidze afferma non solo che il Commissario lo ha contattato telefonicamente elencandogli una serie di misure che i politici occidentali avrebbero presto adottato se il decreto non veniva annullato o sostanzialmente modificato; ma che gli ha addirittura detto, riferendosi all’attentato di cui è stato vittima il presidente slovacco Robert Fico, di “stare molto attento”.

Sottolinea il premier georgiano: “Il parallelo tracciato col tentativo di uccidere Fico ci ricorda che, sotto forma di un partito di guerra globale, abbiamo a che fare con una forza estremamente pericolosa che farà di tutto per portare il caos in Georgia”.

Ecco come cerca di minimizzare il magiaro Commissario UE: “Ho solo avvertito il premier di non infiammare ulteriormente la già fragile situazione adottando quella legge che potrebbe portare ad una ulteriore polarizzazione e a possibili situazioni incontrollate nelle strade di Tbilisi”. E comunque ribadisce la richiesta UE di ritirare quella legge giudicata filorussa.

Nel frattempo, la UE ‘sospende’’ la pratica di adesione, appunto già abbondantemente avviata, per l’ingresso della Georgia nell’Unione; e studia una serie di pesanti sanzioni personali e divieti di viaggio a carico dei cittadini georgiani.

Si infittiscono le attività d’intelligence orchestrate dagli Usa e dal Regno Unito. Scrive ‘The Guardian’: “La legge, importata da Mosca obbliga i gruppi della società civile georgiana a registrarsi come agenti stranieri se ricevono più del 20 per cento dei loro finanziamenti dall’estero. E’ stata approvata di recente nonostante le proteste di massa e la diffusa violenza della polizia. La legge sarà promulgata quest’estate per danneggiare la società civile e far pressione sui partiti di opposizione in vista delle cruciali elezioni parlamentari”.

Non è certo finita qui.

Giorni fa il battagliero premier ha affermato che il fondatore del partito di governo ‘Sogno Georgiano’, ossia Bidzina Ivanishvili, è nel mirino di quelle stesse ‘forze’ che hanno ‘manovrato’ gli attentati a Fico e all’ex presidente Usa Donald Trump. Le sue affermazioni si basano su quanto acquisito dal ‘Servizio di Sicurezza’ georgiano (SSS). Secondo un report dell’SSS, infatti, sia Ivanishvili che diversi funzionari “di alto rango” nel partito di governo sono al centro di un complotto “organizzato e finanziato da ex alti funzionari del governo georgiano ed ex dipendenti delle agenzie di sicurezza che si trovano in Ucraina”.

Bidzina Ivanishvili

Ancora. Stando al dossier, “gli Stati Uniti stanno cercando di provocare un cambio di regime in Georgia, fomentando grandi proteste in vista delle prossime elezioni parlamentari. L’amministrazione Biden ha già preparato una campagna informativa su larga scala per screditare il partito ‘Sogno Georgiano’” e “i ‘curatori’ americani hanno già dato ordine alle forze di opposizione in Georgia di iniziare a pianificare forti proteste nel paese in concomitanza con le elezioni”.

Proprio come successe a Kiev, Piazza Maidan, dieci anni fa…

 

 

 

Per aver un quadro più chiaro dell’esplosiva situazione georgiana, vi proponiamo la lettura di due reportage.

Uno dall’ottimo sito statunitense ‘Responsibile Statecraft’, messo in rete il 14 maggio e titolato Georgia bill passes: Why the West needs to stay out of the protests

L’altro dal nostro ‘InsideOver’, pubblicato il 17 maggio,  Georgia, finanziamenti stranieri e rischio Maidan


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