“Ccornuta e mazziata” è uno sgarbo istituzionale, ma incolpevole, se rivolto alla “Yo soy Giorgia” che l’amico quotidiano “Libero” a suo tempo pose al centro della sua prima pagina con foto in posa spavalda e il titolo “Uomo dell’anno”, per dire “italiani abbiamo una premier con le p…e. Non è ancora il caso di commentare con il segno ‘V’ di indice e medio (della mano sinistra) l’interessante fase di FdI che hanno sembra imboccare the ‘sunset avenue”, il viale delle tramonto, ma non è azzardato pronosticare che la “pacchia è finita” exploit provocatorio dellaal Moliniromaescp meloniano tende molto all’ autogol, a un minaccioso boomerang che spene l’ottimismo supponente della destra: maluccio il voto europeo, la Meloni contava su un plebiscito di ‘like’, quasi debacle le elezioni amministrative e da ultimo il ko in sede di nomine dei vertici UE. Il peggio? L’ “impresa” di Fanpage ha il merito di aver documentato il marcio che ha trovato casa nell’ambiguità della destra fascista camuffata da finto distacco dal maledetto Ventennio. L’uppercut al mento della Meloni e di chi la circonda fedelmente è da ko: in casa Fratelli d’Italia il nazifascismo esplicito, fanatico, pericoloso, dei giovani militanti, evidentemente condiviso dai vertici del partito se è esondato in forme violente di estremismo. Solito allucinante silenzio della premier. Ma davvero la borgatara ha creduto di ingannare gli italiani con la finzione di leader moderata, estranea ai ‘rigurgiti’ di neofascismo, perfino in contrapposizione con i tetri nostalgici come La Russa e, alleati come Salvini in combutta con la destrorsa Le Pen, lo squadrismo dell’assalto alla Cgil, le manganellate subite dai ragazzi che protestano, il bavaglio all’informazione democratica, il feeling con Orban e analoghe dittature di destra? Da ultimo arriva la funesta giornata europea delle nomine ai vertici della Comunità, quasi una congiura, che annichilisce l’uomo dell’anno. Italia fuori da incarico prestigioso e politicamente rilevante. A capo chino Giorgia deve ammetterlo e in preda a rabbiosa frustrazione vota “no” a tutte le nomine. La sconfitta politica è un mortificante ridimensionamento dell’Italia, prologo di un suo ruolo secondario a cui non è estranea la risposta dell’Europa all’onda anomala della destra che ha rischiato di sommergere l’ispirazione democratica del fondatore Spinelli. Ultim’ora: il ‘progressista’ Nordio, grato a Giorgia per averlo tirato dentro l’esecutivo ha generosa comprensione per il fastidio che i giovani arrecano alla sua sponsor con manifestazioni ‘contro’ inrezia e incapacità del governo. Il ministro della giustizia si accorge che manganellare i ragazzi, i lavoratori in sciopero e ogni altra forma di contestazione non basta stroncarla e inventa un articolo di legge a misura di repressione. Fino a un mese di reclusione per chi singolarmente intralcia il traffico, condanna a due anni se a farlo sono più persone. Vietato protestare in carcere e nei centri di accoglienza dei migranti: che subiscano di tutto senza contestarlo. Avanti così, per accelerare l’inevitabile ‘crac’ del melonismo.
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