Secondo Giorgio Parisi, premio Nobel 2021 per la Fisica, quella su guerre & nucleare è la traccia più stimolante al fresco tema di Maturità.
Si tratta di una lunga riflessione contenuta ne ‘La Storia d’Europa’ firmata dallo storico, politologo (ante-litteram) e meridionalista Giuseppe Galasso, una vita dedicata agli studi, come ricorda il costituzionalista Sabino Cassese: “l’ho sentito fino al giorno prima della sua morte, l’11 febbraio 2018, lavorava ad un testo storico-politico”.
Ecco le frasi di Galasso, riportate in un pezzo de ‘Il Riformista’ del 19 giugno, Chi era Giuseppe Galasso, autore di ‘Storia d’Europa’. La traccia proposta all’esame di maturità 2024 come testo argomentativo
Un curriculum denso e prestigioso, il suo.
Ordinario per anni di ‘Storia Medioevale e Moderna’ all’Università Federico II di Napoli. Poi preside della facoltà di Lettere e Filosofia presso lo stesso ateneo dal 1972 al 1979. Quindi docente di ‘Storia Moderna’ all’Istituto Suor Orsola Benincasa.
Dal 1972 è stato socio dell’Accademia dei Lincei. Ancora, dal 1982 al 1988 è presidente della ‘Società Europea di Cultura’.
Da rammentare (tralasciando una sfilza di altri incarichi) poi una ‘ciliegina sulla torta’: ossia la presidenza de ‘La Biennale di Venezia’ per un quinquennio, dal 1978 al 1983, forse gli anni più fulgidi della prestigiosa rassegna lagunare.
Non si contano le pubblicazioni. Tra le ultime, “Nell’Europa dei secoli d’oro. Aspetti, momenti e problemi dalle ‘guerre d’Italia’ alla ‘grande guerra’” (2012); “Liberalismo e democrazia”; “L’Italia nuova. Per la storia del Risorgimento e dell’Italia unita” (in 7 volumi); “Storiografia e storici europei del Novecento” (2016); “Storia della storiografia italiana” (2017).
Ha coltivato anche la passione politica, Galasso, presenza di prestigio tra le fila del PRI, il partito repubblicano di Ugo La Malfa.
Ed è passato alla ‘storia’ per la prima normativa a difesa dell’ambiente e del paesaggio varata in Italia, quasi trent’anni fa. E’ infatti dell’8 agosto 1985 la ‘legge Galasso’, quando ricopriva la carica di sottosegretario per i Beni Culturali e ambientali.
Galasso ha collaborato alla prima ‘Voce della Campania’ (diretta da Michele Santoro) per tutti gli anni ’80. Ed ha continuato a farlo anche con la ripresa delle pubblicazioni, nel 1984, e per tutti i ’90.
Non è finita qui. Perché uno dei suoi ‘allievi’, Aurelio Musi, ha scritto per anni e anni sulla ‘Voce’ ed ha fatto parte del suo comitato scientifico. Un’altra carriera universitaria prestigiosa, quella di Musi: prima ordinario di ‘Storia Moderna’ alla facoltà di Scienze politiche presso l’Università di Salerno, e poi preside. E altro autore prolifico: nell’ultimo decennio, “L’impero dei viceré” (2013); “Il Regno di Napoli” (2015); “Storia della solitudine. Da Aristotele ai social network” (2021); “La grande illusione. Trent’anni dopo Tangentopoli” (2022); “Maria Sofia – L’ultima regina del Sud” (2022).
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