‘GIORGIA’ / TUTTE LE MELONATE (NERE) PRIMA DEL VOTO

Mance & spot elettorali fino al fotofinish.

Come neanche la DC d’un tempo che fu, come non si sarebbe sognato di fare nemmeno ‘O Comandante Achille Lauro, il sindaco monarchico della Napoli anni ’60 che regalava ai cittadini dei quartieri pacchi di paste e una scarpa, l’altra dopo l’esito del voto.

Riesce a far peggio, molto peggio questo esecutivo sfascista guidato da ‘Giorgia’.

Da far accapponare la pelle e, soprattutto, far venire una irrefrenabile nausea e conati di vomito a getto continuo, in perfetto stile ‘Monty Python’, per chi ne ricorda le esilaranti performance.

In rapida carrellata ecco le ‘ultime’ inverosimili acrobazie, nel giro di poche ore, proprio come nelle ‘comiche’ alla Ridolini: quelle facevano ridere, queste fanno solo piangere.

 

I POVERI NON CI SONO PIU’

Ciliegina finale sulla torta preelettorale la ‘Social Card’ che sta progressivamente ma inesorabilmente eliminando la povertà nel nostro Paese.

Ricordate la mitica frase pronunciata da Giggino Di Maio al balcone 5 Stelle, “abbiamo abolito la povertà!”, riferendosi al reddito di cittadinanza?

Bene, le truppe meloniane fanno esattamente molto peggio. Quel reddito, almeno, una qualche ratio la aveva, perché in tutti i paesi civili esiste un ‘reddito universale’ garantito a chi non ce la fa: da noi è stato applicato con i piedi, dandolo a chi non ne aveva minimo titolo e non a chi ne avrebbe avuto pieno diritto, per via degli inesistenti controlli e di tante manovre truffaldine spesso organizzate dalla malavita al Sud.

Ma oggi quella ‘Social Card’ da 500 euro una tantum (cioè una volta all’anno), fa ridere i polli. E piangere gli italiani.

Che se ne fanno quelli (si tratta di 1 milione 200 mila persone, a quanto pare) che la ricevono?

Due spese al supermercato?

In pratica, si tratta di una ‘ricarica’ di 140 euro rispetto alla misura ‘Carrello Spesa’ di alcuni mesi fa, attestata a quota 360 euro circa.

La potete usare per ogni cosa, strombazzano i Meloni boys, per andare al supermercato, per comprare nelle catene convenzionate, per pagare la rata del mutuo e fare il pieno di benzina.

Ma vi rendete conto, 500 euro all’anno (non al mese, questo è bene chiarirlo per evitare facili trappole o agevoli circonvenzioni), come una mancia buttata lì ai porci?

Una vergona senza confini, da denuncia penale, perché può realmente configurarsi il reato di raggiro, per raggiungere un fine elettorale. Perché qualche avvocato con gli attributi non studia la ‘fattispecie’?

E pensare, per restare un attimo nel settore ‘auto’, che ne stanno succedendo di tutti i colori. Disco verde per le folli agevolazioni all’acquisto di auto elettriche: a parte lo schifo che fanno, rischi d’esplosione compresi, costano comunque un occhio. E che ti fa l’esecutivo tanto vicino al popolo? Dà una grossa mano a quelli che vogliono comprare un macchinone, caso mai un Suv, quindi un optional, quando c’è gente che muore letteralmente di fame. E per dare un’altra grossa mano ai big dell’auto, come la Fiat, che non paga neanche le tasse da noi ma in Lussemburgo dove ha la sede fiscale.

E’ questo l’aiuto al suo Popolo della Giorgia nazionale?

Non è finita qui, solo in tema quattroruote. Perché, a quanto pare, sono passati sotto silenzio addirittura rincari per la famigerata tassa di proprietà del veicolo, il bollo, per non pochi utenti; e perfino un aumento per il rinnovo della patente.

Mentre le ‘accise’ (a Napoli vuol dire ‘uccise’, e mai come in questo caso l’espressione non è affatto figurata) restano sempre, sotto ogni governo, per ingrassare i petrolieri – sempre intoccabili – e ‘ammazzare’ i cittadini!

Intanto – non finiremo mai di sottolinearlo – le nostre pensioni restano al palo da anni e anni: ossia dall’ultimo aumento deciso più di 20 anni fa, udite udite, ricordate ricordate, da Silvio Berlusconi premier che portò – c’era ancora la lira in vigore ad inizio anni 2000 – le minime sociali da 500 mila a 1 milione tondo. E tali sono rimaste fino ad oggi, 530 euro spaccati, senza che in quasi un quarto di secolo nessun governo, di tutti i colori, se ne sia mai fottuto di aumentarle di un centesimo, solo gli ovvi decimali Istat!!

Solo un esempio, europeo, visto che siamo in ‘clima’. Sapete a quanto ammontano le minime sociali in Francia? 1.200 euro, ben più del doppio. E vergogna doppia, tripla per il Belpaese che come al solito, sotto ogni latitudine partitica, se ne strafotte di chi non ha soldi, non ha casa, non ha diritti, non ha salute, per massacrarlo e calpestarlo ogni giorno di più. Senza alcun problema. E questa – fateci il piacere – la chiamate democrazia? E che libertà è mai quella di morire in modo quotidiano, uno stillicidio come neanche nel peggior horror movie?

Dicevamo, i maxi spot elettorali. Nelle ultime, bollenti ore pre voto, anche il volo a Tirana, per incontrare l’amico premier Rama, col quale è stata messa in campo, da mesi, la sceneggiata (tragicomica, perché sulla pelle degli immigrati e prendendo per i fondelli gli italiani) dei ‘centri d’accoglienza’.

Una bufala in piena regola, con tanto di immagini aeree che parlano da sole, con quello di maggior peso che è solo un terreno incolto e niente più, eppure dovrà entrare in funzione – come proclamano le fumanti Menti che attorniamo il (la) premier – entro ottobre al massimo.

E il fresco blitz ha avuto una coreografica coi fiocchi, tanto per dare un inimitabile tocco in più alla sceneggiata: ossia le randellate (per le manganellate agli studenti pro Gaza ci vuole la polizia agli ordini del tandem Giorgia-Piantedosi) assestate al povero Riccardo Magi, uno che più pacifico non si può l’ex radicale e oggi al timone della ultra moderata + Europa.

Non poteva mancare la Giustizia tra i Maxi Spot griffati ‘Giorgia’.

A partire dalla madre di tutte le riforme, la Svolta che cambierà per sempre i destini del nostro Paese: il ‘Premierato’ che da mesi, e soprattutto da settimane, la premier sventola come il vessillo per risolvere tutti i mali che affliggono la nostra politica sempre più malata e restituire il potere al popolo.

L’incontro Meloni-De Luca

Ci ha provato, 10 anni fa esatti, Matteo Renzi, che poi non ha mantenuto la promessa di togliere il disturbo in caso di sconfitta e ce li ritroviamo ora più pimpante che mai. Lei, Giorgia, ha subito precisato: se vengo bocciata me ne frego, resto al comando. In tono e linguaggio da perfetta ‘pesciarola’, come si autodefinisce. O, se preferite, ‘stronza’, come si presenta davanti al governatore della Campania Vincenzo De Luca, che in questo mondo è in grado di certificarne l’identità.

L’abbiamo scritto nei giorni scorsi, proprio nel pezzo sul voto. L’idea del premierato è una cagata pazzesca, come l’avrebbe coloritamente definita Fantozzi all’epoca e l’hanno etichettata perfino costituzionalisti moderati come l’ex presidente del Senato Marcello Pera.

Ma il resto è anche peggio. Perché si tratta di una ‘finta’, una pura finzione da far bere agli italiani. Una su tutte: la riforma del CSM e, soprattutto, di quella ‘Sezione Disciplinare’ che, ad esempio, deve decidere circa la responsabilità civile dei magistrati.

Pensate che cambierà mai qualcosa? Niente, neanche una virgola. Perché quella ‘Sezione’ verrà sostituita da una ‘Alta Corte’ che è una semplice presa per i fondelli. Per un semplice motivo: sarà composta per due terzi da magistrati e solo un terzo da laici. Proprio secondo l’attuale modello griffato CSM.

Capito?

Ma è sul terreno della Salute – un drammatico fronte per tutti gli italiani, soprattutto le centinaia di migliaia di poveri cristi costretti a subire un sistema sanitario pubblico al collasso – che le bufale governative delle ultime ore pre voto diventano un insopportabile ceffone in faccia.

Un autentico insulto per chi è costretto a vivere sulla propria pelle carenze da terzo mondo.

Ora la pezza a colori del provvedimento per sbaragliare le liste d’attesa, dar lavoro a migliaia e migliaia di medici, riossigenare un sistema pubblico-privato (convenzionato) che fa acqua da tutte le parti. Un provvedimento che perfino le più moderate sigle mediche sanitarie (sindacali e non) hanno bollato come ‘acqua fresca’, un ‘nulla assoluto’, una ‘presa per i fondelli’. E non solo perché mancano i fondi di copertura e per le lungaggini burocratico-politiche.

Giocare sulla pelle della gente, in un momento come questo, è delittuoso. Far campagna elettorale sulla salute dei cittadini è un gesto semplicemente criminale.

 

NERI & NAZI PER SEMPRE

Si inscrive però perfettamente nella mentalità, nella logica, nei cromosomi sfascisti o, se preferite, fascistoidi (come li ha sempre etichettati un lucido filologo e politologo come Luciano Canfora) impressi nel DNA di questo esecutivo.

Ultima chicca, guarda caso, proprio poche ore fa.

Con le parole venute a galla di Paolo Signorelli, fresco portavoce del ministro per l’Agricoltura (e cognato di Giorgia) Francesco Lollobrigida. E, soprattutto, nipote del Paolo Signorelli che fu tra i fondatori di ‘Ordine Nuovo’. Quelle frasi, pronunciate con il capo ultrà della Lazio (poi ucciso) Diabolik, fanno venire i brividi.

Paolo Signorelli

E fanno pensare, come ha giustamente osservato Canfora, che esista un’anima nera, neonazista in una grossa fetta della Destra in Italia. Non solo rappresentata dai camerati di Fratelli d’Italia ma, esempio più eclatante che mai in clima ‘europeo’, dal fresco ‘acquisto’ della Lega, il Super Generale Vannacci mandato in campo per conquistare con le sue truppe i palazzi UE. E che, incredibilmente, proprio in queste ultime ore, è riuscito nell’impresa di mandare in scena un ‘copione doppio’: ossia da perfetto Dottor Jekyll e Mister Hyde. Perché si è espresso, in modo ‘salviniano’, contro l’invio di armi in Ucraina, contro i Macron e gli Stoltenberg che danno i numeri, per la ‘Pace; ma, al tempo stesso, ha di continuo, in modo quasi ossessivo e per questo ‘clinicamente’ patologico, fatto riferimento al modello fascista più becero e distruttivo, quella X MAS che s’è resa complice di stragi e, con i suoi epigoni (come il generale Junio Valerio Borghese), di tentati golpe.

Giorni fa abbiamo messo in rete una cover story sul voto europeo. Per un’indicazione di voto, ispirata alle parole di Enrico Berlinguer che immolava la sua vita esattamente 40 anni fa (e che in modo del tutto minimalista cerca di scimmiottare goffamente Elli Schlein nell’ultimo comizio proprio a Padova), vi rimandiamo al pezzo del 4 giugno,

VOTO EUROPEO / PER LA PACE, NEL NOME DI BERLINGUER. E ALL’INFERNO GLI SFASCISTI

Se, comunque, volete per forza di cose votare a destra, o se qualcuno vi punta una pistola alla tempia, vi invitiamo a riflettere. Per favore, non infilate nell’urna un voto NERO, che tradotto vuol dire Lega o Fratelli d’Italia, sfascisti per sempre; per non arrecare danni irreparabili al nostro martoriato paese, e non infliggergli un ulteriore colpo mortale, se proprio dovete, scegliete Forza Italia, il male di gran lunga minore rispetto ai nazifascisti allo stato puro, pronti ad allearsi con la feccia d’Europa.

Non ci resta che chiudere con l’informazione.

E meglio la disinformazione che da noi regna ormai sovrana da anni, e in queste ore di pre-voto sta dando il ‘meglio’ di sé.

Non ci riferiamo solo, per fare l’ultimo, plastico esempio, alle vomitevoli interviste genuflesse al premier Meloni dei due ‘anchorman’ della nostra storia, Bruno Vespa ed Enrico Mentana.

Ma anche alla ignoranza crassa manifestata in occasione del ‘mitico’ sbarco alleato che ha salvato il mondo dalle peste nazista: peccato che ‘il mondo occidentale’, oggi, abbia ‘dimenticato’, per ovvie ragioni geopolitiche, il fondamentale contributo (soprattutto di vite umane) della Russia per sconfiggere le armate hitleriane.

Avete per caso sentito qualche notiziario di casa RAI, Mediaset oppure La7?

Ad ‘UnoMattina’, programma di punta per Viale Mazzini, hanno parlato dello ‘Sbarco in Lombardia’.

A ‘Studio Aperto’ e al ‘Tg4’ per le antenne del fu Biscione si è discusso dello stesso, memorabile ‘Sbarco in Lombardia’ (le truppe bossiane?).

Chiude il cerchio il Tg di La7, diretto da anchorman Mentana: anche in questo caso, un grande ricordo per la ‘Sbarco in Lombardia’.

Ignoranti di tutto il mondo, unitevi!

E potevamo mai non avere un ministro del calibro di Sangiuliano Genny alla Cultura nel governo Meloni? Tanto per rispettare quel po’ di Memoria che ci spetta ancora, vi consigliamo di ripassare la cover story che mettemmo in rete dopo quella nomina, a ottobre 2022

GENNY SANGIULIANO / QUANDO LA SUB-CULTURA VA AL POTERE


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