Ormai siamo un paese alla frutta.
Gli investimenti ‘istituzionali’ stanno raggiungendo i minimi storici.
Quel che resta della nostra economia si sta progressivamente ‘finanziarizzando’.
E nel peggior modo possibile: perché ormai a dettar legge sono i ‘Fondi’, quelli speculativi che dilagano a livello internazionale e trovano nelle nazioni ‘deboli’ – come la nostra – delle facili prede da fare a pezzi e bocconi.
Guarda caso, una impietosa radiografia della situazione arriva proprio dalla autorevole ‘Bocconi School of Management’, che ha elaborato uno studio in collaborazione con ‘Equity’ appena presentato a Milano e titolato “Lo stato dell’arte degli investimenti nelle società quotate in Italia: evoluzione o involuzione? Quali prospettive future?”.
Dal rapporto balza subito agli occhi un dato agghiacciante.
Gli ‘investimenti istituzionali domestici’, infatti, a fine 2023 sono stati pari ad appena 2 miliardi di euro: una cifra irrisoria: pensate, il valore di 2 squadre di calcio come Inter o Milan, fate voi.
Proprio pochi giorni fa abbiamo messo in rete un’inchiesta sulla sempre più ingombrante presenza dei fondi speculativi nel mondo pallonaro di casa nostra: è infatti del 20 maggio,
CALCIO ORMAI AL ‘FONDO’ / IL GIALLO INTER. E NON SOLO…
E subito dopo un altro pezzo sulle sempre più pervasive & invasive operazioni finanziarie messe a segno dal più grande Fondo a livello internazionale. E’ del 26 maggio, titolato
BLACKROCK / LE MANI SULLE FINANZE DEL MONDO. E DELL’ITALIA…
Ma torniamo al rapporto Bocconi-Equita.
Ecco un paio di passaggi significativi.
“Abbiamo la conferma di una netta dominanza dei Fondi stranieri nelle compagini delle società italiane quotate in Borsa, con impatti significativi in termini di performance nei periodi di stress dei mercati, per la maggior volatilità degli investimenti esteri”.
E poi, un segnale da vero SoS: “Per quanto riguarda gli investimenti istituzionali considerati ‘long term’, come la Cassa di Previdenza, ossia quelli considerati essenziali per il sostegno del ‘Sistema Paese’, la percentuale di patrimonio investito in Italia è in costante diminuzione, a favore della quota investita all’estero”.
Un Paese sempre più di ‘carta’, il nostro; e destinato inevitabilmente alla bancarotta, a crollare, ad implodere da un momento all’altro proprio come un ‘castello di carta’.
Carta straccia, finta carta denaro.
Del resto, i primi fondi speculativi, già una quindicina d’anni fa, si chiamavano ‘titoli spazzatura’, o addirittura ‘titoli salsiccia’. E la situazione, soprattutto da noi, è ulteriormente peggiorata.
E cosa propone il governo per salvare il Titanic?
Il sottosegretario al MEF, Federico Freni, intervenuto al prestigioso Auditorium milanese per la presentazione del rapporto, ha tirato fuori dal cilindro una magica idea, un coniglio che più pittoresco non si può: la creazione di un ‘Fondo dei Fondi’ da 1 miliardo di euro. Secondo le previsioni del suo team di vulcaniche menti finanziarie, dovrebbe raccogliere ingenti risorse pubbliche, a cominciare dalla solita, generosa ‘Cassa Depositi e Prestiti’ per finire ai privati, con l’obiettivo di investire nelle piccole e medie imprese quotate.
Un dream, una sceneggiata o cosa?
Per la seconda parte, partiamo dalla mail che giorni fa ci ha inviato un lettore.
E alla fine del percorso vedrete dove andiamo a parare.
Così ci scrive. “Un anno e mezzo fa sono passato a Vodafone con il mio telefonino, visto che avevano un’offerta non male, da 9,9 euro al mese tutto compreso. Per i primi mesi tutto normale, poi sono cominciati i problemi. Voglio fare la ricarica dal tabaccaio, ma non mi è più possibile e quindi sono costretto a farla al computer spendendo di più. Per spiegarmi vi dico quello che mi è successo giorni fa. Il 14 maggio faccio il 414 per sapere quanto è il mio credito residuo: la voce mi dice che ho 13 euro e mezzo, quindi sto tranquillo per ancora un mese. Invece no. Il 17 non posso telefonare, faccio il 414 e mi dice che il mio credito è esaurito: ma come, se avevo 13 euro e mezzo? Sono costretto a fare la ricarica dal computer, che non bastandomi 10 euro la fa per forza di 20 euro. Vado poi dal tabaccaio, dove incontro un altro cliente con lo stesso problema: ogni volta Vodafone si fotte 3 o 4 euro, ogni mese, regolarmente, e ti rende impossibile sapere quanto alla fine spendi, comunque ben altro che i 9 euro e 90 pattuiti. Se si moltiplicano i 3 euro fottuti al mese a tutti i clienti Vodafone, fa certo una cifra blu. Un modo perfetto per truffare tutti gli utenti, tutti i cittadini. In guanti bianchi”.
A questo punto abbiamo fatto una piccola ricerca su Vodafone.
E ne abbiamo scoperte due, non poco gustose: soprattutto, come vedrete, la seconda.
La prima la leggiamo dal ‘Corriere del Ticino’, che racconta nei dettagli l’ultima ‘operazione’. Ecco l’articolo del 15 marzo, Telefonia – Swisscom acquisisce Vodafone Italia
Un’operazione condotta a ‘fari spenti’, visto che nessun media di casa nostra ne ha dato notizia, tranne una breve del Sole 24 ore.
In soldoni, l’elvetica Swisscom (il 51 per cento del suo capitale è detenuto dalla ‘Confederazione svizzera’) ha stipulato un accordo vincolante per l’acquisto di tutta Vodafone, 8 miliardi in tutto. L’obiettivo è quello di dar vita ad una grossa realtà nel mercato della telefonia mobile, visto che Vodafone entrerà in sinergia operativa con la già acquisita ‘Fasteweb’.
Ma eccoci alla sorpresa degna del miglior Uovo di Pasqua.
Sapete chi è il proprietario di Vodafone?
Una sigla con sede legale a Milano ed uffici gestionali e amministrativi ad Ivrea, dove un tempo c’era la vecchia Olivetti griffata De Benedetti, e poi, dal 2001, ‘Omnitel Italia spa’: la società si chiama ‘Vodafone Group Plc’.
Ancora un piccolo passo e arriviamo al traguardo.
Sapete chi sono i veri padroni di ‘Vodafone Group Plc’?
Eccoli.
‘Liberty Global Holdings Ltd’ (sigla che fa capo a ‘Sunrise’ e ‘Telenet’).
BlackRock.
Vanguard.
Ossia, come la giri e come la volti, siamo sempre nelle braccia delle due star mondiali dei ‘Fondi’: BlackRock & Vanguard.
Cin cin per loro.
E sempre più a FONDO, per noi.
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