A braccia aperte

È fatica vana sperare che nella Treccani e ‘compagnia bella’ a ‘narcisismo’ si accosti la specificazione ‘politico’, ma i dizionaristi dovranno in fretta rimediare alla lacuna, indotti all’integrazione da funalbolismo meloniano, che di qui al voto per le europee, in nome dell’apparire propagandistico, ne inventa una al giorno e merita la citazione di edonista (attribuito a chi considera il proprio piacere come principale scopo della vita). E che fa la signorina “Yo soy Giorgia”? Per ‘farsi bella e molto patriota’ incappa nel danno di un ennesimo boomerang: convoca il manipolo di narratori televisivi al suo servizio e anziché dedicarsi a colmare il nulla dei suoi due anni di governo, si fionda all’aeroporto di Pratica di Mare per accogliere l’ergastolano (senza manette e guinzaglio), condannato negli Stati Uniti al carcere a vita. Poco manca che lo inviti a cena a Palazzo Chigi. Per riportare in Italia l’omicida, Meloni, Nordio, Tajani e chissà quanti altri devono aver brigato a lungo, e con impegno, in clamorosa contraddizione con l’inerzia che ha condannato Ilaria Salis a quindici mesi di carcere disumano con l’accusa da chiarire di aver aggredito un paio di nazisti ungheresi. La presidente del consiglio, in aperto contrasto con la sobrietà istituzionale e in disaccordo con quanto concordato con la Giustizia degli Stati Uniti, accoglie Forti all’aeroporto e dichiara alle telecamere: “Fiera del lavoro del governo italiano”. Tajani, accusato dal padre di Ilaria di colpevole inerzia, allude al ‘caso Ilaria’ e commena “Il silenzio paga” (???) Ma come, silenzio? L’estradizione di Forti è l’esito di una trattativa che ha coinvolto il governatore della Florida e le autorità federali americane, fino alla Casa Bianca di Biden. La procuratrice di Miami Rundle non nasconde il disappunto e si augura che il governo italiano non riduca in nessun modo la pena comminata all’omicida. E Nordio? “Il rientro in Italia di Chico Forti (condannato per omicidio) è uno straordinario traguardo politico e diplomatico” (sic). Il mitico ministro della Giustizia omette di dire che l’ergastolano Forti in un carcere lager italiano vivrà molto peggio la detenzione rispetto agli Usa. Ma poi, ha forse in mente di chiedere prima o poi la grazia per l’assassino? E Forti? È ben lieto di assecondare l’auto-endorsement della Meloni che posa con lui impettita e con un radioso sorriso per una foto che considerato il ruolo di premier è a dir poco sconveniente, ma fa molto da campagna elettorale. Chiaro?


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