La circolare di Bankitalia, che Adusbef e Federconsumatori avevano anticipato il 18 gennaio 2016, è stata riassunta nel comunicato di ieri sera dalla divisione stampa in tarda serata: l’istituto informa che da oggi, 22 gennaio, chi è in grado di documentare di aver richiesto di convertire lire tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, specificandone l’importo, potrà eseguire la conversione presso una qualsiasi delle Filiali della Banca d’Italia che svolgono il servizio di Tesoreria dello Stato. Questa circolare configura grave violazione del diritto dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che il 7 ottobre 2015, aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 26 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici, convertito, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214).
Gli oligarchi di Via Nazionale si assumono la responsabilità dell’ennesima violazione dei diritti costituzionalmente garantiti nelle leggi e nelle sentenze quando affermano che potrà andare da oggi, 22 gennaio, soltanto chi è in grado di documentare di aver richiesto di convertire lire tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, specificandone l’importo, eseguendo la conversione presso una qualsiasi delle Filiali della Banca d’Italia che svolgono il servizio di Tesoreria dello Stato (Agrigento, Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Catanzaro, Firenze, Forlì, Genova, L’Aquila, Lecce, Livorno, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Potenza, Reggio Calabria, Roma Succursale, Salerno, Sassari, Torino, Trento, Trieste, Venezia, Verona), fornendo idonea documentazione della richiesta fatta a suo tempo, tramite richieste scritte (cartacee con sottoscrizione, tramite PEC o semplici e-mail), ovvero dichiarazioni relative alla mancata effettuazione del cambio da parte di una Filiale della Banca d’Italia, purché sottoscritte da parte del personale dell’Istituto, con data non successiva al 28 febbraio 2012.
In ballo non c’è solo il controvalore delle banconote in lire ancora in circolazione (complessivamente circa 1,2 miliardi di euro), che la Banca d’Italia trasferì nel 2011 al bilancio dello Stato, ma il rispetto di norme e sentenze, che vengono continuamente violate, come l’articolo 47 della Costituzione che tutela il risparmio: carta straccia per la Banca d’Italia.
Adusbef e Federconsumatori, osservando il principio giuridico sulla prescrizione, che deve decorrere dal momento in cui può essere esercitato il diritto, invitano i possessori di lire, che non hanno intentato azione giudiziaria (verso i quali sono previste transazioni con i legali), nè hanno richiesto con un’istanza formale la conversione entro il termine del 28 febbraio 2012 con la specifica dell’importo, di andare nelle Filiali di Bankitalia a chiedere la conversione, richiedendo ricevuta del diniego e della mancata conversione, con opportuna motivazione.
La strada della tutela della calpestata legalità e della violazione delle sentenze della Consulta, seppur lunga, difficile e tortuosa, sarà percorsa da Adusbef e Federconsumatori, con tutti gli strumenti giudiziari possibili, per tentare di ripristinare quei diritti oltraggiati da tecnocrati e cleptocrati, che hanno già inflitto danni enormi al risparmio ed ai risparmiatori, senza mai rispondere ad alcuno del loro discusso e discutibile operato.
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