I NAZI DI TEL AVIV / “NIENTE REGALI AI PALESTINESI” E IL GENOCIDIO CONTINUA

Non è il momento di fare regali ai palestinesi”.

Sono le lapidarie e più che significative parole appena pronunciate dal portavoce dell’esecutivo israeliano, Avi Hyman, rispondendo ad una domanda del ‘Washington Post’ sul progetto della creazione di uno Stato palestinese al quale stanno lavorando Stati Uniti e alcuni paesi arabi. Del resto la creazione di due Stati è ormai quasi unanimemente, a livello internazionale, riconosciuta come l’unica via d’uscita possibile per evitare che il massacro (o meglio, il genocidio) continui.

Itamar Ben Gvir. Sopra, il massacro all’ospedale Nasser

Commenta subito il ‘falco’ del governo di Tel Aviv, il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir: “L’intenzione degli Usa e di alcune nazioni arabe di istituire uno Stato terrorista a fianco dello Stato di Israele è del tutto folle e parte da un’idea sbagliata, che vi sia un partner di pace dall’altra parte. Finchè noi saremo al governo non sarà mai creato alcuno Stato palestinese”.

Capito?

 

LO SCIENTIFICO GENOCIDIO FIRMATO BIBI

E per chi non abbia inteso del tutto, ecco far eco le parole del premier kapo’, Bibi Netanyahu, via social: “Le mie posizioni possono essere riassunte nelle seguenti due frasi. Israele rifiuta categoricamente i dettami internazionali per quanto riguarda un accordo permanente con i palestinesi. Israele continuerà ad opporsi al riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese. Tale riconoscimento, sulla scia del massacro del 7 ottobre, darebbe un’enorme ricompensa a un terrorismo senza precedenti e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace”.

Parole che non lasciano spazio ad equivoci, e definiscono con precisione la ferrea volontà israeliana di continuare nel genocidio del popolo palestinese.

Volontà, del resto, confermata dagli ultimi tragici fatti.

Come il bombardamento dell’ospedale ‘Nasser’ di Khan Younis, nel quale sono stati ammazzati molti civili tra cui 4 ricoverati nel reparto di terapia intensiva.

Daniel Hagari

Così motiva il raid killer il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari. “Abbiamo avuto informazioni credibili di intelligence secondo cui Hamas ha tenuto ostaggi all’ospedale Nasser e che proprio lì possono esserci i corpi di alcune persone morte durante il sequestro”. Poi si è visto costretto ad ammettere che l’operazione non ha portato agli effetti sperati…

E già un paio di mesi fa lo stesso ospedale di Khan Younis subì pesanti bombardamenti, con molte vittime tra i pazienti: quella volta con ogni probabilità le stesse fonti di intelligence avevano ‘scoperto’ che l’ospedale era una delle ‘centrali’ di Hamas.

Dal canto suo, il ministero della Sanità palestinese denuncia la sempre più drammatica situazione, per la “quasi totale carenza ormai di medicinali e forniture mediche” e per “l’impossibilità di fornire oltre il 60 per cento dei farmaci di base per l’assistenza primaria”.

Altre cifre dell’orrore: “Circa 350 mila persone non hanno più medicine. Stanno finendo soprattutto i farmaci per i bambini, gli antibiotici, gli antidolorifici. Soltanto 13 ospedali su 36 funzionano, e solo parzialmente. Le malattie infettive e le epidemie crescono ogni giorno”.

Riferisce un medico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Rik Peerkoop: “Il nostro personale è spesso costretto ad effettuare amputazioni di arti per la mancanza di cure. E quelle amputazioni molto spesso vengono effettuate senza anestesia”.

Come anni fa nei lager.

News dall’Egitto. Le fornisce il ‘Wall Street Journal’ che per primo scrive di un maxi progetto in fase finale nella parte estrema della Striscia di Gaza, al confine col deserto del Sinai.

Da settimane sono in corso lavori per rafforzare la sicurezza lungo la frontiera per arginare la possibile ondata dei palestinesi, soprattutto dopo il previsto attacco finale di Tel Aviv a Rafah.

Ma da alcuni giorni è cominciato con gran lena e sta per essere terminato, questione di ore, un gigantesco recinto murato da 8 miglia quadrate – così dettaglia il ‘WSJ’ – in grado di ospitare fino a 100 mila persone. Una sorta di maxi gabbia per la marea di sfollati, i disperati che fuggono da missili e bombe dell’esercito nazista di Tel Aviv.

L’idea delle autorità egiziane è comunque quella di non utilizzare tutta la capienza, ma di farvi entrare al massimo 50-60 mila palestinesi: come è umano anche Abdel Fattah al-Sisi

 

LA SANTA SEDE DENUNCIA…

Intanto, risuonano ancore le parole dello ‘scontro’ tra il Vaticano e l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede.

Tutto è cominciato con quelle pronunciate dal cardinale Pietro Parolin, di profondo sdegno per “la carneficina in corso a Gaza”. E ha parlato esplicitamente di “risposta sproporzionata da parte di Israele rispetto all’attacco del 7 ottobre”.

Raphael Schutz

Farneticante la risposta dell’ambasciatore di Tel Aviv, l’SS Raphael Schutz: “E’ una dichiarazione deplorevole. Giudicare la legittimità di una guerra senza tener conto di tutte le circostanze e i dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate”. Ai confini della realtà.

A botta calda dalla Santa Sede arriva la contro-risposta: “Nessuno può definire un danno collaterale della lotta al terrorismo quanto sta avvenendo a Gaza. Il diritto alla difesa, il diritto di Israele di assicurare alla giustizia i responsabili del massacro di Hamas, non può giustificare questa carneficina”.

E in modo significativo l’Osservatore Romano – non un bollettino di scatenati pacifisti – titola: “FERMARE LA CARNEFICINA”, sottotitolo “Non dimenticare chi soffre a causa della guerra” e un lunghissimo pezzo di perfetta analisi della terrificante situazione nella Striscia di Gaza.

Ormai, non resta che affidarsi alle parole di Papa Francesco, del cardinale Parolin oppure del patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa per sperare in qualcosa, per trovare quelle parole, quegli atti che la politica ormai ha perso totalmente dai suoi radar.

 

… E IL PARLAMENTO “UNITO” AFFOSSA

A cominciare da quelle pronunciate giorni fa in Parlamento – del tutto ipocrite – e tradotte in una serie di orrendi ‘atti’. Oppure terribili ‘omissioni’.

In poche parole ecco la farsa, la sceneggiata che più vergognosa non si può e che qualifica la classe politica di casa nostra per quel che è. Trasversale e killer al punto giusto.

Joseph Borrell

Hanno infatti appena contrabbandato il ‘pacco’ per una richiesta di ‘cessate il fuoco’: e ci vuol poco, visto che per fare un solo esempio un moderato come l’Alto rappresentante UE per gli affari esteri, Josep Borrell, chiede un cessate il fuoco da oltre un mese: quindi noi arriviamo tardi e malissimo.

La nostra propostucola, in sostanza, parla di ‘descalation’ del conflitto e sollecita sanzioni contro Hamas.

Viene respinta la richiesta di “sanzioni contro i coloni colpevoli di crimini contro il popolo palestinese”: finendo quindi per avallare quanto di criminale stanno perpetrando in queste settimane quei coloni sulla pelle di inermi palestinesi.

E’ stata bocciata la richiesta di ripristino dei fondi alle Organizzazioni non governativeche operano a Gaza: dando quindi retta alla criminale azione di delegittimazione operata dal governo di Tel Aviv contro quelle ONG, colpevoli di soccorrere la popolazione palestinese massacrata & affamata.

Non è finita qui. Perché viene anche respinta la richiesta di appoggio alla proposta del governo sudafricano nella sua sacrosanta battaglia davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja per quanto concerne il genocidio di quel popolo palestinese.

Ancora. E’ stata rispedita al mittente – e quindi non viene avanzata dal nostro paese – la richiesta di fermare l’assalto finale delle truppe assassine di Tel Aviv contro Rafah, ossia l’atto finale per il massacro totale.

Su un piano strettamente economico, non viene revocato – in un tragico momento come questo – l’accordo tra ENI e Israele per le ‘estrazioni’ a Gaza. Il business petrolifero va portato avanti, senza se e senza ma: anche se costa un genocidio. Proprio come non vanno per niente contrastati gli interessi stramiliardari della colossale industria militare: quanto chiede da mesi – arieccoci – ogni domenica dal suo balcone Papa Francesco.

Totalmente inascoltato.

 

Interessi militari anche di casa nostra. Come documentano due ottimi pezzi pubblicati sul blog di Antonio Mazzeo giorni fa. Si tratta di Affari di guerra imbarazzanti per Leonardo: accordo bellico con l’Arabia Saudita che bombarda lo Yemen del 13 febbraio e di  Armi italiane all’Ucraina, affari d’oro e consegne secretate dell’8 febbraio.

Per documentare meglio l’attuale scenario di conflitti a tutto campo, vi proponiamo poi la lettura di altre stimolanti analisi.

Partiamo con le ottime, brevi ma succose radiografie di ‘Piccole Note’. Lo Yemen e la tossicodipenza degli Usa dalle bombe del 15 febbraio e L’attacco a Rafah e la scommessa persa di Israele.

Ecco, messo in rete da ‘La Fionda’,  John Mearsheimer: La lobby israeliana è potente come sempre del 16 febbraio.

 

Poi, pubblicato da ‘Minima Cardiniana’ e firmato da Bruno Bosi, Facciamo quello ch’è necessario – Fuori la UE dalla NATO.

Infine, da ‘Responsible Statecraft’ e sempre del 16 febbraio, Beyond the Noise: NATO Debates, Past and Present.


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