SANREMO / VIVA IL CORAGGIO DI GHALI

Per fortuna è calato il sipario sul circo sanremese allestito da Mago Amadeus che dal suo cilindro ne ha tirate fuori di tutti i colori per rincoglionire meglio il ‘popolo’, il quale stando ai ‘sondaggi’- su cui nessuno osa ficcare il naso – gli ha tributato percentuali d’ascolto da guinness dei primati.

Ci torneremo nei prossimi giorni, per un commento a bocce ferme.

Ma una ‘nota’ – proprio il caso di dire – è d’obbligo.

Il vero, unico vincitore è Ghali.

Che ha avuto in coraggio di chiedere, nella seratona finale, uno “Stop al genocidio”, parole pronunciate dalla mascotte ‘Rich Ciolino’ che lo accompagna nel brano ‘Casa Mia’.

Ha avuto il gran merito, il ‘rapper’, di far incazzare e venire allo scoperto via X le vergognose menzogne e le atroci omissioni dell’ambasciatore israeliano a Roma, Alon BAR: dopo una bevuta? C’è da sperarlo per lui.

Ecco le sue farneticanti parole: “Ritengo vergognoso che il palco di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”.

Maurizio Gasparri. Sopra, Ghali

Subito soccorso, il rappresentante in Italia del governo capeggiato dal boia nazista Bibi Netanyahu, da uno scodinzolante Maurizio Gasparri, l’ex fascista oggi in Forza Italia e membro della Commissione di Vigilanza (sic) Rai.

Ecco le sue altrettanto vergognose, genuflesse parole: “Rinnovo la mia solidarietà all’ambasciatore Bar e al popolo di Israele che il 7 ottobre ha subito un’aggressione paragonabile alla persecuzione della Shoah. La Rai ha perso un’altra occasione, non può vivere fuori dalla realtà”. E prosegue nella sua farneticazione: “Spero che i vertici Rai si scusino con le autorità di Israele ed attuino interventi riparatori”.

E sulle 28 mila vittime, soprattutto donne e bambini, massacrati dai missili e dai carri armati di Tel Aviv a Gaza in questi atroci 4 mesi, nessuna parola: un chissenefrega da vero kapo’.

Da una farneticazione all’altra, eccoci alle fresche frasi pronunciate non al BAR ma durante una conferenza stampa, ovviamente ‘oscurate’ dai media di casa nostra (tranne venti righe Ansa), e non da un ubriaco qualunque ma dal Segretario generale della NATO, il norvegese Jens Stoltenberg, ormai a fine mandato e forse proprio per questo – come un perfetto dottor Stranamore – in grado di parlare ‘a ruota libera’. Da far correre i brividi lungo la schiena.

Alon Bar

Sentiamo la sua minaccia, che più drammatica non si può.

Dobbiamo prepararci a un confitto con la Russia che potrebbe durare decenni”.

Se Putin vince in Ucraina, non c’è garanzia che l’aggressione russa non si estenda ad altri Paesi”.

“La migliore difesa, ora, è sostenere in tutti i modi Kiev e investire sulle capacità militari della NATO perché la deterrenza funziona solo se è credibile”.

Dobbiamo rafforzare ed espandere la nostra base industriale militare più velocemente, in modo da poter aumentare le forniture all’Ucraina e rafforzare le nostre scorte. L’industria della difesa dei vari paesi membri della NATO deve essere potenziata con decisione e celerità, passando dai ritmi da tempo di pace a   ritmi di produzione veloci da tempo di conflitto”.

Più chiari di così davvero non si può.

Una risposta alle parole moderate pronunciate da Vladimir Putin nel corso della prima intervista rilasciata ad un giornalista occidentale (Tucker Carlson) da due anni, ossia dall’inizio del conflitto?

Come inizio (di una lunga guerra dagli esiti imprevedibili) non c’è davvero male.

 

A seguire, tanto per restare in clima bellico e passando al fronte mediorientale, vi proponiamo un pezzo messo in rete il 10 febbraio dal sempre stimolante ‘Piccole Note’:

The Intercept e la morte dei tre soldati Usa alla base Torre 22.

A proposito di NATO, poi, dal documentato blog di Antonio Mazzeo, l’analisi

La NATO guida il riarmo globale tra cyberwar e tecnologie quantistiche.

E poi, un ‘controcanto’ sempre del 10 febbraio sulla carnevalata sanremese, per la precisione un ritratto inedito del secondo classificato, il partenopeo ipertatuato Geolier. Lo pubblica ‘Open’, il sito fondato da Enrico Mentana e ora diretto dall’ottimo Franco Bechis: si intitola

Geolier diventa grande e prende il controllo del business del fratello…..


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