Pavida
Complice
Insabbiatrice
Menzognera
Depistatrice
Super Omissiva
Non troviamo sufficienti aggettivi per definire la Corte Penale Internazionale dell’Aja chiamata a pronunciarsi sull’esposto presentato dal governo sudafricano che accusa di genocidio il governo israeliano guidato dal nazista Bibi Netanyahu.
E trasecoliamo di fronte ai commenti, in gran parte positivi, espressi da alcuni media solitamente di contro-informazione, dalle stesse autorità palestinesi e dall’esecutivo di Pretoria i quali, quasi all’unisono, parlano di sentenza ‘storica’.
PUNTO PER PUNTO, LA TRAGICA ‘SCENEGGIATA’
Prima di ogni cosa.
Non si tratta neanche di una sentenza, perché per ottenerla – come hanno candidamente ammesso i togati dell’Aja – ci vorranno parecchi anni. Trascorsi i quali non ci sarà neanche più bisogno di attendere la ‘mitica’ sentenza, visto che nel frattempo i vertici killer di Tel Aviv avranno abbondantemente ‘risolto’ alla radice il problema, eleminandone del tutto la causa, ossia quelle mandrie di palestinesi (circa 4 milioni) destinate al macello. Oppure, nella migliore delle ipotesi, come previsto da Boia Bibi, alla deportazione nei deserti del Sinai e/o nell’isola artificiale in fase di allestimento di fronte a Gaza.
Ottimo piano, no?
Secondo, basilare punto.
I giudici della ormai inutile e tragicamente farsesca Corte Penale Internazionale avrebbero potuto fare una sola cosa, invece di questa ignobile manfrina: ordinare, senza se e senza ma, il ‘cessate il fuoco’ ai macellai di Tel Aviv; salvo poi dettagliare con cura, prendendosi mesi e mesi per una meditata riflessione, i contorni della sentenza, entrando in quel merito che oggi, in modo che più colluso & omertoso non si può, hanno vergognosamente evitato di affrontare.
Per rendersi conto in modo plastico di quanto affermiamo – e totalmente ignorato dai media nonché, incredibile ma vero, dagli stessi vertici (spesso collusi) palestinesi – basta scorrere i principali passaggi di quanto hanno firmato le toghe dell’Aja.
Ecco fior tra fiore (del male, alla Baudelaire) alcuni passaggi salienti e in grado di far capire quel che sosteniamo.
La Corte chiede al governo israeliano di adottare precise “misure per prevenire il genocidio a Gaza”.
Già qui si dimostra la malafede o la profonda ignoranza dei super togati internazionali: secondo i quali, di tutta evidenza, le quasi 26 mila vittime palestinesi innocenti totalizzate dal governo Netanyahu dal 7 ottobre ad oggi non bastano.
Non sono sufficienti per definire l’operazione portata ineluttabilmente avanti dai vertici criminali di Tel Aviv come un massacro scientifico, ossia un genocidio.
Che – val la pena di rammentarlo a chi ignora la storia, anche i più elementari rudimenti – è cominciato nel dopoguerra, per la precisione con lo scellerato ‘Piano di Partizione’ della Palestina deciso dall’Onu nel 1947; poi proseguito con la famigerata guerra anni ’70 dei ‘Sei giorni’; infine portato a compimento Maximo con l’Operazione ‘7 ottobre’, perché – non dimentichiamo anche questo – la crescita di Hamas è stata voluta con forza e a botte da milioni di dollari proprio da quei vertici criminali di Tel Aviv, come abbiamo documentato con parecchi articoli pubblicati negli ultimi tre mesi.
Proseguiamo con la ‘sceneggiata’ dell’Aja.
Stando alle ‘raccomandazioni’ dei togati, il governo israeliano dovrà riferire, entro un mese, circa le misure adottate per ‘prevenire il genocidio’ e facilitare “provvedimenti immediati per consentire aiuti umanitari e beni di prima necessità alla Striscia di Gaza”.
Per la serie: quanto è umano lei, Buana, signor Padrone.
Dunque – precisano gli eccellentissimi della Corte – si tratta di un atto ‘preliminare’ che non entra nel merito. Perché quel merito potrà comodamente essere affrontato tra anni, appunto.
Nel frattempo, non viene né consigliato, né tantomeno ordinato alcun ‘cessate il fuoco’: quindi mano libera alla banda di killer guidata da Kapo’ Bibi per ammazzare tutti i palestinesi che vogliono, godendo della più assoluta impunità, anzi con l’avallo della Corte.
Il capo tribù, pardòn, del tribunale dell’Aja, Joan Donoghue, ha addirittura la faccia di bronzo di affermare che “la Corte non è tenuta ad accertare, in questa discussione, se Israele abbia commesso violazione della Convenzione sul genocidio”.
E così addirittura sostiene: “alcuni atti sembrano aver violato la Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio del 1948”.
Sembrano….!!!
I numeri, le foto, le riprese video, le terrificanti immagini delle stragi non significano niente???
Ma la Corte è sempre umana, misericordiosa e pensosa. Tanto che si dichiara “profondamente preoccupata per le perdite di vite umane”.
Ai confini della realtà.
Come detto, vediamo le prime reazioni a botta calda.
LE REAZIONI A BOTTA CALDA
Il rappresentante del governo israeliano davanti alla Corte per il ‘caso genocidio’, Aharem Barak, ha votato contro tutte le misure richieste dal Tribunale penale, non opponendosi solo ad una: quella sugli aiuti umanitari.
Quanto è buono sempre…
Il premier nazista a capo dell’attuale governo, al secolo Bibi, è double face.
Da un lato esulta, rimarcando come la Corte non abbia chiesto alcun cessate il fuoco, cosa che gli avrebbe procurato seri problemi: “La Corte – gongola il Kapò – ha giustamente respinto la richiesta oltraggiosa di negare ad Israele il diritto all’autodifesa”, dandogli quindi carta bianca per i rastrellanti lungo tutta la sempre più insanguinata e sanguinante Striscia di Gaza.
Ma subito dopo Nazi-Bibi così commenta la decisione dell’Aja di voler prima o poi entrare in quel ‘merito’ relativo al genocidio: “Un segno di vergogna che non sarà cancellato per generazioni”.
E chissenefrega delle decine di migliaia di palestinesi già morti e, soprattutto, quelli che moriranno con la complice ‘licenza di uccidere’ sancita dalle toghe internazionali sporche di sangue.
Finiamo con le vittime esultanti, con ogni probabilità prese dalla ‘Sindrome di Stoccolma’ che le affligge spesso di fronte ai loro carnefici.
Il ministro degli Esteri sudafricano parla di “sentenza storica”, senza neanche rendersi conto che non si tratta di una sentenza. E nella sbornia di successo prosegue: “Vittoria decisiva per lo Stato di diritto internazionale, una pietra miliare nella ricerca di giustizia per il popolo palestinese”. Fesso, ipocrita o che?
Per informazioni e cercar tracce della vittoria meglio rivolgersi a ‘Chi l’ha visto’.
L’omologo (ossia degli Esteri) palestinese rincara: “Nessuno Stato è al di sopra della legge”, senza accorgersi che quello israeliano è ben al di sopra da ben più di mezzo secolo abbondante…
Chiude il giro Hamas, i cui vertici – lo ribadiamo per l’ennesima volta – sono stati finanziati in modo molto generoso da quelli di Tel Aviv negli ultimi anni.
Ecco la ‘battuta’ della tragica (per le vittime, per tutti i palestinesi) sceneggiata: “La decisione della Corte di giustizia è uno sviluppo importante che contribuisce a isolare l’occupante e a denunciare i suoi crimini a Gaza”.
Neanche il solletico….
E se lo dicono i ‘complici’….
A questo punto vi proponiamo alcuni articoli sul tema che ci sembrano non poco stimolanti: proprio per cercare di ‘leggere’ in modo più articolato gli ultimi drammatici e ‘incredibili’ fatti.
Partiamo subito dall’analisi che ci pare più centrata. Quella firmata da Nello Scavo per l’Avvenire ispirato dalla Santa sede:
Aja – La Corte non chiede nemmeno la tregua. Israele dimostri che non è genocidio.
Eccoci poi ad un sito che riprendiamo spesso per le sue azzeccate radiografie sugli incandescenti scenari di guerra, ossia ‘Piccole Note’. Secondo noi stavolta eccessivamente ‘pilatesca’ la sua ricostruzione titolata
La Corte dell’Aja si pronuncia su Gaza. Un compromesso alto. ‘Alto’ quanto?…
Passiamo ad un altro sito che solitamente riprendiamo, ‘AntiWar’, per proporvi un intervento firmato da Kyle Anzalone, a nostro parere un po’ troppo ottimistico:
ICJ Rules Against Israel in Gaza Genocide.
Ancora, dal ‘Washington Post’ la versione di uno dei primi quotidiani a stelle e strisce, anche per capire meglio l’aria che tira negli Stati Uniti:
U.N. court orders Israel to prevent civilian deaths in Gaza, but not cease-fire.
Infine, una ‘provocazione’ (ma non poi troppo) messa in rete dall’ottimo ‘La Fionda’, firmata da Paolo Cornetti e intitolata Cancelliamo la Giornata della Memoria.
Buone letture.
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