Apprezzati analisti di record fuori dal comune hanno certificato che dal Polo Sud all’Alaska non esiste un mixerman da premiare con il Nobel del cocktail più creativo del mondo per numero di ingredienti, gusto e profumo. A domanda interessata dei fans i ricercatori hanno però ammesso di non aver considerato la candidatura di Roberto Vannacci, di aver consultato fuori tempo il profilo del generale stilato con entusiasmo dai suoi ultrà: Vannacci, generale, 55 anni, corpo paracadutisti. Attributi: sessista, omofobo, razzista, fascista prestato alla letteratura, autore di “Il mondo al contrario” incredibile caso di un libro che dovrebbe essere vietato e non solo ai minori di 18 anni per i suoi contenuti diseducativi, contrari ai principi costituzionali, che in un Paese democratico sarebbero materia di aule del tribunale. Uno dei portavoce della destra, che da oltre un anno s-governa l’Italia, titola così lo scellerato Vannacci pensiero: “Se il Pd mi chiama ci penso. Non escludo un secondo libro. Mussolini? Fu uno statista, governò l’Italia dal ’22 al ’43”. L’incredibile insulto alla Repubblica generata dalla Resistenza si deve all’insensato exploit di una stramba Serena Bertone, che deve aver supposto di accreditarsi come super giornalista ammettendo il generale nel suo salotto televisivo di Rai3: gli ha consegnato il dono di uno spot elettorale, prodromo di una discesa in campo come candidato al voto delle ‘europee’, alla testa della destra che più destra non si può. Il coriaceo generale, macho tutto d’un pezzo, è in empatia, a distanza di sicurezza, con il neofascismo di Fratelli d’Italia, ma non disdegna il copia-incolla dell’escamotage di “Yo soy Giorgia” che a bocca cucita evita di rispondere a domande scomode. Vannacci non commenta il suo dichiarato filo putinismo e tanto meno l’adunata fascista di Acca Laurentia o le leggi razziali del famigerato Ventennio. Non trascura invece l’autopromozione di scrittore (ammesso che abbia scritto lui “Il mondo al contrario”) e promette (meglio, minaccia) una seconda fatica letteraria. L’annuncio è amplificato da ‘Carta Bianca’, uno dei talkshow al servizio della destra meloniana. Per dire come alcune rotelle frullino disordinatamente nella sua testa, Vannacci esterna un’idea da manicomio: “Se mi venisse una proposta politica anche dal Pd la prenderei in considerazione. Temo che non arrivi”. Risponde così all’allineatissimo Brindisi, conduttore filo Fratelli d’Italia di Rete 4, che inebriato dalla presenza di cotanto ingegno, gli chiede se sia disposto a ‘scendere’ in politica con il partito democratico, o (ipotesi di levata probabilità) con Salvini, che metterebbe a segno un altro tiro ad altezza d’uomo (no, di donna) per sottrarre voti alla sua premier, che per colpa, o merito del giornalismo d’inchiesta di Ranucci (Report) è costretta a prendere le distanze dal papà trafficante di droga.
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