ALDO MORO / “DOVEVA MORIRE”, OGGI REPORT SCOPRE (E MALE) L’ACQUA CALDA

Ha cercato in tutti i modi di raccontare la vera storia del caso Moro.

Prima con una breve intervista rilasciata al settimanale ‘Panorama’ sul finire degli anni ’90, passata praticamente inosservata.

Poi vuotando il sacco con due interviste fiume concesse nel 2007 ad un ex magistrato, Ferdinando Imposimato, e a due giornalisti, Sandro Provvisionato e il francesce Emmanuel Amara.

Quindi ha proseguito rivelando di nuovo la chiave dei misteri a Giovanni Minoli nel 2018.

Luigi Ciampoli. Nel fotomontaggio in apertura, Sigfrido Ranucci

Non è terminata qui, perché nel 2015 il procuratore generale di Roma Luigi Ciampoli finalmente ‘scopre’ la gola profonda, la bocca della verità, e decide di aprire un’inchiesta che sia in grado di alzare, una volta per tutte, il sipario su quei fatti inconfessabili: ma viene stoppato nientemeno che dal presidente degli Usa Barack Obama, che pensa bene di processarlo lui, quell’agente della ‘sua’ CIA.

Stiamo parlando di Steve Pieczenick, lo psichiatra arruolato dal super-servizio a stelle e strisce, la CIA appunto, perché Moro ‘Doveva Morire’. Come hanno descritto nel servizio di ‘Report’, senza però mai citare – incredibile ma vero – il nome del libro che ha fatto, fa e a questo punto soprattutto farà storia: quello firmato da Imposimato e Provvisionato oltre 15 anni fa, ‘Doveva Morire’ appunto, uscito in contemporanea con quello di Amara, ‘Abbiamo ucciso Aldo Moro’ (‘Nous avons tuè Aldo Moro’).

A questo punto, per chiarirci le idee, riavvolgiamo il nastro e partiamo dalle news. Ossia dal fresco scoop (sic) di Report, per giorni strombazzato con le anteprime su quelle ‘verità scomode mai raccontate’ (sic sic).

 

TUTTO REPORT, TASSELLO PER TASSELLO

Un servizio da oltre un’ora e mezza, con una marea di interviste, ma ruotante soprattutto su quelle rilasciate da due pezzi da novanta della prima repubblica che ora, come viole mammole, annunciano al mondo la ‘Verità’. Ossia il possibile, probabile, plausibile intervento degli Usa (ma anche dei servizi inglesi, di quelli israeliani e chi più ne ha più ne metta) nel giallo Moro.

Stavolta parliamo di Vincenzo Scotti e Claudio Signorile.

Vincenzo Scotti

Pluriministro Dc e soprattutto titolare del Viminale proprio nell’anno bollente delle stragi di Cosa nostra che ammazzarono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, l’andreottiano Scotti, il quale per anni ha preferito nuotare sott’acqua, o se preferite, l’understatement. Per poi riemergere appena con le imprese griffate ‘Link Campus University’, un mistero nei misteri, crocevia anche per la formazione di poi noti quadri politici (soprattutto grillini) e finita a sua volta sotto inchiesta, proprio come l’intoccabile Scotti, che ora deve rispondere per capi di imputazione non da poco (come la Voce ha documentato pochi mesi fa).

Del tutto sparito per anni dai radar Signorile, negli anni d’oro del garofano a capo della un tempo soprannominata ‘Sinistra Ferroviaria’, per via delle tangenti sugli appalti ferroviari e con la story del cassiere pugliese Rocco Trane.

Esponenti di spicco – Scotti e Signorile – di quel CAF (l’asse Craxi-Andreotti-Forlani) che per anni fu un possente riferimento politico negli anni ’80.

E tutta la puntata di Report ruota, ripetiamo, intorno al Verbo del tandem Scotti-Signorile. Come testimonia, per fare un solo esempio, proprio un tweet griffato Sigfrido Ranucci, il padre della trasmissione: “Kissinger (Henry, l’allora Segretario di Stato, ndr) più volte esprime la necessità di impedire che Moro assumesse la responsabilità di governo con il Pci. Le diffidenze Usa si aggiungono a quelle israeliane. Le testimonianze di Scotti, ex ministro Dc, e Claudio Signorile, ex vicesegretario del Psi”.

Francesco Cossiga

Le peraltro poche riprese-stampa delle ore seguenti sono principalmente focalizzate sulle parole di Signorile a proposito dell’incontro con Francesco Cossiga, all’epoca ministro degli Interni, proprio la mattina del ritrovamento del corpo di Moro della Renault rossa in via Caetani. Signorile mima ottimamente la ‘sceneggiata’ griffata Cossiga del ‘cicalino’ per i due messaggi circa ‘il noto personaggio’, il presidente della Dc. Motivo per cui – esulta Report – Cossiga sapeva già tutto qualche ora prima della fatidica telefonata di Valerio Morucci al professore e amico di Moro, Francesco Tritto: poco dopo le 9 il summit Cossiga-Signorile, delle 12 e 15 la comunicazione del ‘telefonista’ Morucci.

E Signorile ne tira fuori un’altra dal cilindro, fresca fresca: “in quei giorni mi giravano in testa i servizi, tutti i servizi. Soprattutto quelli inglesi”. Per la serie: quell’MI6 ovunque, che tanto ha giocato nelle spy stories di mezzo mondo, dagli anni ’70 in poi.

 

Qualche altra nota sul puntatone di Report.

Mezz’ora abbondante in materia balistica, sul tipo di armi usate dal commando BR in via Fani, sul mistero ancora aperto circa il numero dei componenti, più di 6 come sempre affermato o invece almeno 8-10. La parola agli esperti di munizioni, fucili e revolver che più alla 007 non si può.

Altra mezz’ora buona sui covi in cui Moro venne ‘custodito’.

Certo non solo quello di via Montalcini, come falsamente sostenuto nel memoriale Morucci-Faranda che racconta solo frottole. E invece almeno 4 o 5 i covi, nei quali venne traslocato con la massima tranquillità lo statista DC nel corso dei suoi 55 giorni di prigionia.

Steve Pieczenick

Di particolare interesse – va detto – quello di via Massimi, civico 91. Una vera ‘Matrioska’, un super-covo coi fiocchi, che anche ad inventartelo non ci riesci abbastanza.

Una palazzina di proprietà della famigerata banca vaticana, lo IOR made in Marcinkus: in grado di ospitare di tutto e di più.

Come il quartier generale a Roma del gruppo a stelle e strisce ‘Tumpain-Tunci’ che lavora per commesse del Dipartimento di Stato Usa, ne combina di tutti i colori e poi sparisce nel nulla; un appartamento dove risiede l’ambasciatore iraniano presso la Santa Sede (dove c’è una misteriosa ‘parete mobile’); un altro dove abita il generale Renato D’Ascia legato al Sismi; un altro ancora dove vive una giornalista tedesca in ottimi rapporti con il ‘rosso’ Franco Piperno; e poi l’ennesimo per ospitare il cardinal Egidio Vagnozzi, delegato apostolico negli Usa, un vescovo ultra-conservatore che aveva ospitato prima anche incontri con pezzi grossi della Dc tra cui Andreotti, Piccoli, Zaccagnini… e lo stesso Moro!

Insomma, misteri nei misteri dentro altri misteri…

Così come si moltiplicano le presenze e le apparizioni di uomini dei servizi.

E di tutti i Servizi. Anche se, of course, a far la parte dei leoni sono sempre gli amerikani.

Guarda caso, proprio in quei drammatici giorni del rapimento sbarca a Roma il super-agente Wilson della CIA. A quanto pare, come gentili accompagnatori, un paio di agenti, sempre a stelle e strisce, e un paio – sentite un po’ – libici.

Il libro di Imposimato e Provvisionato sul caso Moro

Del resto, come viene ricordato in chiusura del REPORTage al calor bianco, l’ultima trasferta estera di Moro fu, in compagnia del capo dello Stato Giovanni Leone, proprio a Washington. Da cui l’allora ministro degli Esteri tornò stanco, amareggiato e anche impaurito, secondo le parole della consorte Eleonora. Proprio perché non doveva portare a termine la sua nefasta missione, ossia un accordo politico (chiamatelo come volete, compromesso storico o no) con il PCI di Enrico Berlinguer. Autentico fumo negli occhi per la band capeggiata dal Segretario di Stato Kissinger (che fa proprio il paio con Kossiga).

Ancora qualche parola sulle ultime griffate Scotti. Che è autore di un libro che non ha avuto un gran successo, né in libreria né tra gli opinion makers, ma che ‘Report’ ha il gran merito di riportare a galla. Si tratta di ‘Sorvegliata Speciale’, ossia l’Italia, mai uscita dalla guerra fredda e ‘cresciuta’ sempre sotto il vigile sguardo e la tutela degli Usa.

Accipicchia!

 

 libro che scopre l’acqua tiepida è stato co-firmato da Romano Benini, un giornalista economico, tra gli intervistati eccellenti nella puntata di Report. Un pedigree lungo mezzo metro, quello di Benini, il quale spazia dagli incarichi accademici (cominciando proprio dalla magica LINK di origini maltesi) a quelli tivvù, passando per le consulenze in tema di ricostruzioni post catastrofi naturali. Da guinness dei primati.

Romano Benini

A pubblicare e sponsorizzare il libro ‘Sorvegliati Speciali’ che vi svela i retroscena geopolitici di mezzo mondo è l’Università della Calabria (UNICAL per i suoi fans), che alcuni anni fa (per la precisione nel 2017) ha inaugurato un Master sull’intelligence, un tema particolarmente caro all’ex titolare del Viminale Scotti, e non poco coltivato proprio alla LINK University. E su questo fronte si rimbocca le maniche il professor Mario Caligiuri, titolare del corso ad Arcavacata, e che è anche presidente della ‘Società Italiana di Intelligence’. Un altro gustoso mistero tutto da scoprire…

 

 

Ma passiamo alle cose serie.

E per questo non possiamo che tornare a bomba.

 

VERITA’ STORICHE & GIUDIZIARIE

Ossia a quanto scritto – e più volte rammentato dalla Voce – molti anni fa (non certo oggi) da chi quelle ‘inconfessabili verità’ le ha scoperte eccome: regolarmente, però, ignorate dai media e, peggio ancora, dai magistrati (unica mosca bianca, presto neutralizzata, Ciampoli).

Non ci stancheremo mai di ripeterlo.

Quanto hanno scritto e firmato Imposimato-Provvisionato non ieri ma nel 2007 resta l’imprescindibile punto di partenza. Perché contiene (come pure il volume di Amara) un outing in piena regola, la ‘confessione’ dell’agente CIA nato a Cuba e poi volato negli Usa, Steve Pieczenick.

Il quale smonta pezzo per pezzo il teorema di tutti gli anti-dietrologi d’accatto (alla Giuliano Ferrara e compagnia para-garantista al seguito, che oggi trova ottimi adepti nel Riformista di Matteo Renzi e addirittura nell’Unità made in Sansonetti, comun denominatore l’editore casertano Alfredo Romeo), ossia: dietro al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro non c’è nessuno.

Solo e unicamente le Brigate Rosse.

Valerio Morucci

Tesi, paradossalmente, abbracciata dagli ex bierre, non pochi dei quali hanno goduto di imprevedibili sconti di pena e oggi sono liberi come i fringuelli. A cominciare proprio da quel ‘telefonista’, Valerio Morucci, il quale appena uscito di galera ha addirittura iniziato a scrivere per una rivista fondata dai Servizi di casa nostra e durata in vita per solo un anno. Troppo smaccata la cosa, troppo leggibile – a quel punto – l’eterodirezione di tante imprese targate BR e invece riconducibili ai Servizi: nostrani oppure a stelle e strisce, è questo il dubbio. Con le varianti britanniche e israeliane che possono sempre aiutare.

Quindi.

Come mai nessuno se ne è fregato niente, in tanti anni, di una verità ‘storica’ che ormai non è visibile solo per chi non vuol vedere, quale quella appunto svelata da Pieczenick e messa nero su bianco addirittura nel 2007 in due libri, non su due volantini?

E ancora.

Come mai è l’unica inchiesta che ha colto nel segno, quella avviata dal procuratore generale di Roma Ciampoli, è caduta miseramente nel vuoto nonostante si trattasse di un capo di imputazione da novanta, come la più che fattiva collaborazione ad un omicidio di quella portata umana, storica e politica?

Sono bastate, ancora una volta, le pressioni degli Stati Uniti, e in quel frangente arrivate dall’amministrazione Obama. O cosa?

E come mai il Report di tutti gli scoop non ha premuto sull’acceleratore perché quella più che concreta pista-inchiesta (partita comunque, con grande e colpevole ritardo) di Ciampoli venisse riesumata?

E invece dà la parola a viole mammole della prima repubblica come Scotti e Signorile?

Misteri tra i misteri.

Anche perché la disinformazione rega ormai sovrana. E le fake news pascolano indisturbate nelle praterie…

P.S. Soprattutto in occasione di un pezzo come questo, vi invitiamo a consultare l’archivio della Voce, con i nostri inchieste e articoli dal 2015 in poi. Ne potrete trovare molti proprio sul caso Moro: basta digitare, nella casella CERCA che si trova in alto a destra della nostra home page, i nomi e cognomi che vi interessano (da STEVE PIECZENICK a FRANCESCO COSSIGA, da FERDINANDO IMPOSIMATO a SANDRO PROVVISIONATO fino ad ENZO SCOTTI per fare solo alcuni esempi) per ritrovarne e rileggerne delle belle. E sempre più attuali, visti i tempi che corrono…

 

 

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