BIBI NETANYAHU / IL QUOTIDIANO ISRAELIANO ‘HAARETZ’ NE CHIEDE LA ‘DEPOSIZIONE’.

Le vittime innocenti del genocidio attuato dal nazista Bibi Netanyahu sono ormai quasi 21 mila da quel 7 ottobre, il giorno della ‘strage’ di Hamas, abbondantemente appoggiata dal premier israeliano.

Nel giorno di Natale oltre 100 morti.

Poi le ‘scuse’ delle autorità di Tel Aviv.

Come avevano fatto dopo aver ammazzato, sempre per ‘sbaglio’, addirittura 3 ostaggi.

Secondo l’ONU e le poche sigle umanitarie sul campo, se niente succede e nessuna tregua verrà attuata, nel giro di un paio di settimane lo stermino subirà una forte accelerazione e i morti per fame, per sete, per mancanza di medicine, per freddo decimeranno la popolazione civile palestinese.

Perfino il dittatore turco Recep Erdogan accusa di nazismo l’esecutivo israeliano.

E suonano come un formidabile j’accuse le parole di fuoco scritte dal più autorevole quotidiano di Tel Aviv, ‘Haaretz’, che sta dando il meglio dell’informazione vera, autentica, su un fronte così incandescente.

Sopra, Benjamin Netanyahu

Leggiamo quanto scrive nell’editoriale pubblicato il 25 dicembre sia nell’edizione ebraica che in quella inglese. A partire dal titolo, che subito chiarisce il concetto: “Detronizzare re Bibi. Adesso”.

E poi. “Il primo ministro Benjamin Netanyahu è colui che porta la maggiore colpa per i fallimenti in termini di sicurezza, diplomatici e sociali che hanno condotto al massacro del 7 ottobre e allo scoppio della guerra”.

Le migliaia che sabato notte hanno protestato a Tel Aviv, Haifa e Cesarea, chiedendo la sua deposizione, dimostrano che sono maturate le condizioni affinchè le proteste possano riprendere e allargare le fila di coloro che scendono in piazza”.

Eccoci al clou. “E non c’è niente di più giustificato delle proteste contro Netayahu. Sì, adesso. Sì, adesso, durante una guerra, soprattutto durante una guerra. Non c’è niente di più giustificato che deporlo. Si tratta soltanto dello shock che colpì lo Stato in quel sanguinoso sabato (il 7 ottobre, ndr) – che è diventato un punto di svolta nella storia di Israele – che ha portato il movimento di protesta a fermarsi”.

Netanyahu non si assume alcuna responsabilità per quel disastro, ma accusa l’esercito, i servizi segreti, gli accordi di pace di Oslo e Yitzhak Rabin e coloro che hanno continuato il suo cammino. Tutto questo è sufficiente, senza dire una parola sul colpo di Stato giudiziario da lui portato avanti al servizio dell’estrema destra kahanista, con la sua sete di annessione e di supremazia ebraica”.

Quando è scoppiato il 7 ottobre, non c’era nessuno Stato, nessun esercito, nessuno… Due mesi e mezzo dopo l’inizio della guerra, è chiaro a tutti che i cittadini di Israele non possono permettersi che Netanyahu continui a governare. Il portatore della rovina non può essere colui che porta il rimedio”.

Il colpo finale: “E’ giunto il momento di chiedere a colui che ha causato il disastro allo Stato di Israele di lasciare il suo trono e di concedere ad altri la possibilità di riparare ciò che ha distrutto”.

Parole che pesano come macigni, soprattutto perché scritte dal più autorevole quotidiano israeliano.

Così commenta il nostro ottimo sito di contro-informazione ‘Renovatio 21’.

Itamar Ben-Gvir

“Per destra kahanista il giornale si riferisce al partito sionista Otzma Yehudit, detto anche Otzma LeYsraele, il quale è considerato erede del partito Kach, poi dissolto dalle leggi anti-terroriste varate dal governo Rabin nel 1994, fondato dal rabbino americano Mehir Kahane. Kach è finito nella lista ufficiale delle organizzazioni terroristiche di Usa, Canada e, fino al 2010, su quella del Consiglio dell’Unione Europea. Appartiene al partito Otzma Yehudit il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, il quale era associato al movimento Kahane che l’anno scorso ha vietato le bandiere palestinesi, mentre quest’anno un altro membro del partito ha minimizzato riguardo gli sputi contro i pellegrini cristiani, e mentre sul territorio si moltiplicano gli attacchi e le profanazioni ai danni dei cristiani e dei loro luoghi in Terra Santa”.

Da un sovrano all’altro, eccoci alla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, appena definita ‘Frau Genocidio’ da uno dei pochi parlamentari europei con la schiena dritta, l’irlandese Claire Daly.

L’ha accusata, senza mezzi termini, di capeggiare la ‘non-posizione’ UE sulle operazioni militari israeliane a Gaza. Anzi, nettamente favorevole alle politiche di aggressione e massacro ordinate da Tel Aviv.

E’ stata elevata al potere senza un solo voto da parte dei cittadini”, le sue parole, “negli ultimi mesi ha invaso e scavalcato le politiche estere dei governi eletti”.

E ancora: “Ha incoraggiato un brutale regime di apartheid che lei definisce una ‘vibrante democrazia’”.

E l’affondo: “Con simili difensori della democrazia, penso di parlare a nome di tanti, tanti cittadini europei quando dico: ‘Nein, danke! No grazie, Frau Genocidio!’”.

Da rammentare che poche settimane fa il quotidiano fondato nel 1859 ‘The Irish Times’ riferisce che 842 membri dello staff UE hanno firmato una lettera in cui denunciano la posizione della Commissione nei confronti di Israele. In particolare, il documento accusa in modo esplicito von der Leyen di dare “mano libera all’accelerazione e alla legittimazione di un crimine di guerra nella Striscia di Gaza”.

Bombardamenti a Gaza

Infine, torniamo a bomba, ossia a Tel Aviv. Per riportarvi un paio di fresche, significative frasi pronunciate non da uno qualunque, ma dal comandante in capo delle forze armate israeliane, Yair Ben David.

L’intera Gaza dovrebbe assomigliare a Beit Hanoun”, la prima, con riferimento sia alle ultime operazioni militari in quell’area che alle azioni di Shimon e Levi a Nablus di biblica memoria, quando vennero massacrati tutti gli abitanti maschi della città.

A suo parere, “la distruzione sarebbe solo l’inizio” e potrebbe infondere “paura nelle nazioni intorno a noi, nelle città del Libano, nelle città della Giudea e della Samaria (in Cisgiordania, ndr), e tra tutti coloro seduti intorno a noi che pensano è possibile ferire la dignità del popolo di Israele”.

Ha immediatamente fatto proseliti, il Verbo del Comandante. Visto che, ad esempio, il capo del consiglio comunale di Metula, nell’area nord di Israele, ha dichiarato senza peli sulla lingua che “la Striscia di Gaza dovrebbe essere completamente rasa al suolo e trasformata in un museo vuoto come il campo di concentramento di Auschwitz”.

Se questi non sono nazisti…

 

 

Come al solito, per chiarire meglio la situazione – vista la tabula rasa dei nostri media – ecco alcuni articoli da non poco, basta digitare sui link in basso per leggerli.

A seguire, perciò, due pezzi del sempre illuminante ‘Piccole Note’:

Gaza: ucciso l’un per cento della popolazione del 27 dicembre

NYT: Israele ha sganciato bombe da 2000lbs del 22 dicembre.

Quindi un pezzo da ‘Renovatio 21’ titolato

Nuove rivelazioni sul supporto di Hamas da parte di Israele.

Poi un articolo pubblicato dall’ottimo ‘Responsible Statecraft’, per il quale dovrete azionare il traduttore automatico, titolato

Did Israel kill iranian commander to provoke a wider war?

ossia “Israele ha ucciso il comandante iraniano per provocare una guerra più ampia?”.


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