LETTERE DI NATALE / DUE MESSAGGI NELLA BOTTIGLIA

Abbiamo appena ricevuto, tra gli altri, due messaggi ‘natalizi’ che ci sembrano particolarmente significativi.

Il primo arriva da un (non) pensionato napoletano un po’ incavolato e soprattutto amareggiato per come gli vanno e vanno, da noi, le cose. Lo leggerete nelle sue parole, che fanno non poco pensare.

Così come fanno parecchio riflettere le considerazioni di una studentessa pakistana che si sta specializzando a Roma e ci scrive della tragedia dei palestinesi nella martoriata Striscia di Gaza. E non solo.

Sono testi firmati. Ma entrambi ci hanno chiesto la cortesia, se vogliamo pubblicarli, di non rendere noti i loro nomi. Quello che interessa, ovviamente, sono i contenuti.

Partiamo dal primo.

Stamattina sono andato in un mercatino vicino alla ferrovia di piazza Garibaldi per comprare qualche regalino di Natale. Poche cose perché sono rimasto quasi a secco. Per mia moglie ho preso una vestaglia da casa rossa, allegra e carina, anche perché costava poco, sei euro. Sono tornato a casa e ho letto su internet una cosa che mi ha fatto rivoltare lo stomaco. Ho letto che la tuta grigia che indossava la Ferragni quando si è scusata sui social per il pandoro è di una marca che non ho mai sentito prima, Laneus, e che costa 600 euro. Ho letto anche che l’azienda ha aumentato molto le vendite delle sue tute proprio in questi giorni. Mi sono chiesto: ma io che ci sto a fare qui, con i miei 6 euro quando si portano le tute da 600? Avete scritto giorni fa un pezzo che mi sono letto su un Mondo Capovolto. Penso proprio che è così, io non ci capisco più niente, e ormai mi fa schifo quello che ci stanno facendo quelli che ci governano, prima e oggi”.

Chiara Ferragni. Sopra, un mercato di Natale a Napoli

Così prosegue il messaggio: “Io non prendo niente dallo Stato, neanche un euro di pensione perché ho sempre fatto un lavoro autonomo e non mi sono versato i contributi. E ora non prendo nemmeno quello schifo della minima sociale, perché siamo un paese capovolto, che non me la dà per l’Isee. Ho girato tutti i Caf di Napoli e tutti mi hanno detto lo stesso: il tuo Isee non va bene, perché superi la soglia. Ma quale soglia e soglia? Mi hanno detto che mia moglie prende la pensione di insegnante e quindi superiamo la soglia, per questo uno si deve separare e cambiare residenza. Io separare, e perché? Perché così prendi la minima sociale, perché ‘non cumuli’. Ma è logico tutto questo? Ma in che merda di mondo siamo? E poi per prendere quella minima che non basta neanche per fare la spesa, che poi ci pensa la Meloni con il suo carrello. Mi hanno detto che in Francia le minime sono di 1.200 euro, non come da noi che devi maturare il tempo e poi se fai la domanda ti arrivano meno di 600 euro all’inizio dell’anno dopo. Ma viviamo nella foresta? Ci mangiamo le ghiande e l’erba? Ho lavorato una vita e perché non ho versato i contributi oggi non ho diritto a niente, un calcio in culo e basta. E poi quelli al governo danno anche un calcio in culo a tutti per i salari minimi. E ci tolgono le medicine, le visite, che io e mia moglie non le possiamo fare neanche più. E quel poco di salute si fotte”.

 

Passiamo al messaggio della studentessa pachistana.

“Sono qui che adesso abito vicino a Roma per specializzarmi, prima ho studiato a Karachi. Ogni giorno cerco su internet notizie vere su quello che succede a Gaza e mi viene da piangere, perché li stanno ammazzando tutti i palestinesi. Non pensavo che era possibile una crudeltà simile, proprio gli ebrei che hanno subito tanti anni fa dai nazisti ora lo stanno rifacendo contro i palestinesi. Ogni tanto penso che è solo un incubo e poi mi risveglio. Ma non è così. Ho appena letto due cose che mi hanno fatto venire i brividi: Oxfam dice che stanno per morire di fame il 90 per cento degli abitanti di Gaza. E poi che gli israeliani stanno sganciando bombe americane non contro Hamas, ma sulle aree dove c’è gente normale, quelle che chiamano zone ‘sicure’. Giorni fa hanno ammazzato tre ostaggi che avevano la bandiera bianca, ho visto le facce di quei ragazzi, mi è rimasto impresso uno coi capelli rossi, avrà avuto venti anni. Poi ho letto che stanno allagando con l’acqua salata i tunnel, così in tanti moriranno perché bevono l’acqua di mare. Poi leggo che gli Stati Uniti per due volte fanno il veto all’Onu per la tregua e mi chiedo dove stiamo andando a finire, se vogliamo sterminarci tutti perché ormai ci sono guerre che vanno avanti in tutto il mondo”.

Continua la giovane pakistana: “Ieri la notizia dalla strage a Praga. Ho cercato di capire ma ormai non è più possibile capire niente. Noi giovani siamo allo sbando, non abbiamo più punti di riferimento, per questo può succedere che uno va fuori di testa e fa quello che ha fatto quel ragazzo. E’ un pazzo, dicono adesso tutti, e sicuramente lo è diventato, in questo mondo dove c’è solo malvagità, cattiveria, sete di potere, e un governo arriva a decidere come in Israele di sterminare un popolo. E mi domando, come mai si stupiscono del pazzo e non dicono niente di Netanyahu che comanda un Paese? Perché nessuno fa niente per quei bambini che ogni giorno muoiono a Gaza di fame, di sete, senza le cure e senza più una casa? Il mondo deve arrivare proprio davanti al baratro per capire e fare qualcosa? Possibile che nessuno Stato fa niente? E poi cosa conta l’Europa se non fa niente? Sono capaci solo di mandare armi in Ucraina e di essere sempre dietro agli Stati Uniti che vogliono sempre la guerra dappertutto? Io sono disgustata e mi sento disperata, perché vedo che non c’è un futuro: per i giovani e per tutti. E mi sento sola, anche perché sono lontana dal mio Paese e dalla mia famiglia”.

Solo per dire, abbiamo titolato “due messaggi nella bottiglia”: perché ci sembrano davvero quelle parole che un tempo i naufraghi infilavano in una bottiglia perchè qualcuno, prima o poi, li leggesse…

 

 


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