MA C’È CHI DIMISSIONA LE DIMISSIONI

Anni d’oro della canzone festivaliera sanremese (nazionalpopolare) e
una regina assoluta, la Nilla, nonché Pizzi, di ‘Papaveri e papere, ma
anche di ‘…avvinta come l’edera’, immagine poetica per innamorati,
ma non solo. Nell’era postmoderna dell’intelligenza artificiale la
pianta rampicante, indissolubile metafora dell’attaccamento a
qualcuno-qualcosa, si addice a soggetti molto speciali della galassia
che usurpano il titolo di onorevole, abolito fin dal tempo di Adolf  e
del socio Benito.

LO SO, ‘C..O E CAMICIA’ è frase da evitare, perché gergo vulgaris, ma
rende con rara efficacia il rapporto erotico, la simbiosi tipo
‘vinavil ipercollante’  dei politici con i rispettivi ruoli. La loro
genia di indagati, processati e condannati, svilisce l’etica di eletti
e gode di omertà della casta, che cancella accuse, reati accertati e
influenza perfino parte della magistratura giudicante. In chiaro:
soggetti della partitocrazia che da cittadini qualunque finirebbero in
galera, restano “avvinti come l’edera” a ruoli di ministri, deputati,
uomini di potere.

GLI SGARBI DI SGARBI, le accuse di trarre profitto dal ruolo di
sottosegretario alla Cultura di incassare sontuose parcelle per
attività non compatibili con l’incarico istituzionale, di evasione
fiscale. Il pubblico ministero che si occupa del caso sostiene che ha
partecipato a un’asta e ha acquistato un’opera del valore di 148 mila
euro, ma transazione condotta dalla fidanzata, per non apparire.
Insomma, imposte non pagate al fisco. Lo pubblica il ‘Fatto
quotidiano’, Sgarbi minaccia di denunciare il giornale alla Procura
della Repubblica, Si accoda a indagati e processati che e rifiutano di
dimettersi (Santanché, Delmastro, Corsini, Petrecca…). A chiedere la
sua testa è perfino il ministro Sangiuliano (lo stesso che definì
Dante Alighieri di destra e quando dirigeva il Tg2 partecipò
attivamente alla convention di Fratelli d’Italia, ma non si dimise):
“Sono indignato dal comportamento di Sgarbi. Lo vedevo andare in giro
a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Mai avrei pensato che si
facesse pagare per queste cose. Del resto si sa, Sgarbi non l’ho
voluto io, anzi, cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai
guai che fa in giro” “.

LA MELONI È INFORMATA, ma sarebbe presto smentito chi ipotizzasse
decisione di licenziare Sgarbi. Si deve al/alla premier se la
Santanchè e altre pecore nere del suo entourage non hanno pagato
errori ed omissioni con un ‘ben servito’. Il sottosegretario diffida
la tv di Stato a mandare in onda l’inchiesta di ‘Report’ che lo
riguarda. Ovvero, conferma l’occupazione bulgara della Rai, preda
totale della destra.

LETTERA AI VERTICI DI VIALE MAZZINI degli avvocati del sottosegretario
alla cultura con la richiesta perentoria di non trasmettere
l’inchiesta sul caso Sgarbi, perché ‘violerebbe il segreto
istruttorio’. Non perché il programma di Ranucci direbbe il falso, ma
perché, secondo i legali, Report non dovrebbe avere accesso a notizie
acquisite dagli inquisitori. Di qui la diffida alla tv di Stato di
mandare in onda l’inchiesta che riguarda il sottosegretario, perché la
divulgazione di un articolo “orientato” potrebbe influenzarne la
decisione dei magistrati, a scapito della presunzione d’innocenza,
dell’equo processo e della tutela della privacy dell’imputato. Lo
Stato è, perciò obbligato ad adottare misure dissuasive e restrizioni
alla libertà di stampa per tutelare questi diritti fondamentali”
(!!!). In altre parole, bavaglio all’informazione.

AMARA IRONIA PER STRANE COINCIDENZE: al Gran Premio internazionale di
Venezia assegnati riconoscimenti anche a Sgarbi e a Vannacci per il
suo libro omofobo, razzista, neofascista.


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