Ormai dobbiamo rendercene conto, una volta per tutte, che viviamo in un mondo totalmente capovolto.
Prendiamo due esempi dalle cronache delle sole ultime 24 ore.
Il caso del medico del Papa, Sergio Alfieri, e quello della influencer più a la page, Chiara Ferragni.
I media stavolta hanno fornito qualche dettaglio, non potevano non farlo: mentre tacciono, censurano e disinformano su mille altre cose, come cerchiamo di documentare ogni giorno, soprattutto sui vaccini e sui due conflitti. Ma non solo, of course.
Comunque, ecco di seguito qualche parola per rammentare le due storie davvero – soprattutto la prima, se verrà confermata dall’inchiesta avviata dalla procura di Roma – ai confini della realtà.
In buona sostanza, il super bisturi dalle oltre 9000 operazioni e i due interventi all’addome di Papa Francesco, nell’arco dei mesi ora passati ai raggi x (tra luglio e dicembre 2022) avrebbe molteplici volte ‘eseguito’ interventi quando si trovava altrove, certo non in sala operatoria: impegnato in riunioni, meeting o simposi.
L’inchiesta si è partita dall’esposto deposito il 9 febbraio 2022 da un reporter de ‘La Stampa’, Paolo Festuccia, oggi responsabile del sito internet del quotidiano torinese, alla procura capitolina: in cui documentava i fatti, con tanto di numerose testimonianze fornite soprattutto dai pazienti.
A questo punto le indagini hanno seguito un doppio binario: da un lato i NAS, incaricati dalla stessa Procura, dall’altro Festuccia, deciso a raccogliere altre prove.
Procura che ora accusa Alfieri di “falso in atto pubblico”, e parla senza mezzi termini di “presenza virtuale” del celebre bisturi in almeno “una trentina di casi”.
Il medico del Papa si dichiara, dal canto suo, “molto sereno”, mentre il celebre ospedale romano ‘Gemelli’, nel dirsi fiducioso nella magistratura, esprime anche la sua “massima fiducia nell’operato” del chirurgo e “apprezzamento per le sue qualità professionali ed umane”.
Sorge spontanea la domanda. Ma se verrà dimostrato quanto Festuccia ha documentato e la Procura dovrà accertare in modo inequivocabile, in che mondo ormai viviamo?
Cosa può mai frullare nella mente di un medico che più famoso e certo benestante non si può, sulla cresta dell’onda, venerato da tutti (e in primis dal Papa), per fare ciò di cui viene accusato?
Quale molla può essere mai scattata nel suo cervello (e anche nel suo cuore) per fargli fare quello che tanti colleghi fanno, ma lui – per quel che rappresenta – non avrebbe mai e poi mai neanche dovuto lontanamente solo ipotizzare?
Per intenderci: se è marcio perfino uno come lui, quale fiducia gli italiani, i pazienti, i malati possono avere nella sanità di casa nostra e nei medici che ci lavorano?
E come possono conciliarsi le immagini di vero eroismo che abbiamo tutti in mente non solo nei giorni della pandemia, ma in modo quotidiano, quando medici e paramedici danno la vita per salvare vite e vengono spesso e volentieri aggrediti da orde di barbari, come ormai capita con sempre maggior frequenza a Napoli e non solo?
Un autentico mistero.
Passiamo all’altro caso.
Quello del Pandoro ‘Pink Christmas’ griffato Chiara Ferragni, un Balocco ‘fiocco rosso’. Il prezzo speciale di 9 euro e passa era ‘giustificato’ con la raccolta fondi promossa da due società del ‘gruppo Ferragni’, ossia ‘Fenice srl’ e ‘TBS Crew srl’, impegnate in una maxi campagna di bontà & solidarietà a favori dei piccoli malati oncologici (in particolare affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing) ricoverati al ‘Regina Margherita’ di Torino. Tutta la campagna, in vista del Natale 2022, era stata ampiamente promossa via social dalla influencer più ‘influente’ del Belpaese, al secolo Chiara Ferragni, la compagna di Fedez, uno dei tandem nostrani altrettanto sulla cresta dell’onda, e da anni in assoluta pole position.
La maxi campagna ha dato i frutti sperati: raccolti in poche settimane quasi 1 milione e mezzo di euro, da utilizzare affinchè il noto nosocomio torinese per i piccoli malati potesse acquistare un prezioso macchinario, all’avanguardia per quelle terapie oncologiche che salvano tante vite.
Ma c’è un problema, grosso come una casa. Quei soldi si sono fermati nelle casse delle sue società, non sono mai arrivati al Regina Margherita e quindi non sono mai stati utilizzati per comprare quel macchinario.
Stavolta non lo ha accertato la procura di Torino, ma l’ANTIRUST, che ha comminato una sanzione da 1 milione 400 mila euro alla bella influencer, intimando cioè alle due società di restituire il malloppo.
Una piccola sanzione anche all’azienda Balocco, 50 mila euro: da tener presente che la casa del generoso nonnino che ogni anno imperversa su tutti i canali tivvù, un bel gesto lo aveva comunque compiuto, effettuando una donazione da 50 mila euro al Regina Margherita: ma parecchi mesi prima del ‘fattaccio’.
Ovviamente, a questo punto, dovrà entrare in scena la procura torinese: perché non basta certo l’ovvia sanzione, ma occorrerà accertare tutte le responsabilità penali del caso.
Anche il Codacons si sta muovendo, naturalmente per tutelare i tanti consumatori che, in perfetta buona fede e con spirito di autentica solidarietà, hanno abboccato all’amo.
Anche in questo caso sorge spontanea la domanda, altrettanto grossa come una casa. Possibile che una ‘celebrità’ (purtroppo tale, in questo mondo capovolto) come lady Ferragni, con tutte le montagne di soldi in cui nuota (un po’ come Paperon de’ Paperoni che si tuffava nella sua piscina zeppa di dollaroni), possa mai solo pensare una cosa del genere?
Poi architettarla, organizzarla, promuoverla e metterla in atto fino in fondo? Prendendo per i fondelli non tanto i consumatori ma soprattutto quei poveri bambini che hanno bisogno di aiuto e ‘compassione’ nel senso più cristiano del termine e non essere usati – in modo quasi nazi – come specchietto per le allodole al fine di specularci e farci i soldi sopra?
Cosa mai, anche stavolta, può frullare nella testa di un ‘essere’ che definire umano è ormai proprio difficile?
Ma è ormai – dicevamo all’inizio – tutto il mondo ad essere capovolto.
Cerchiamo, nel nostro piccolo, di documentarlo tutti i giorni. Da un lato, scrivendo delle folli gesta di un governo di sfascisti che in queste ore si ‘balocca’ – è proprio il caso di dire – nella sua ‘festa’ di Atreyu, alla quale non interviene, come annunciato, solo la star Elon Musk, ma anche esponenti della destra europea che più nazi non si può, come i banditi spagnoli di Vox.
E poi, il povero-cristo che osa dire alla Scala “Viva l’Italia Antifascista” viene subito messo in croce?
Non è un modo stra-capovolto, questo?
E proprio per questo vi invitiamo a leggere con la massima attenzione un bellissimo intervento di una delle poche menti lucide rimaste in circolazione: quella di Franco Cardini, lo storico e medioevalista che continua a dar vita all’imperdibile blog di tutte le domeniche ‘Minima Cardiniana’. E’ un’illuminazione giusta che ci vuole, intitolata “E se fosse l’ora di dichiararci ANTIANTI?”.
Per avere un po’ di luce sul genocidio in corso ormai da quasi due mesi e mezzo nella Striscia di Gaza, di cui i tg parlano per pochi secondi dedicando invece minuti e minuti ai 120 ostaggi e a quel 7 ottobre firmato da Hamas (che è eterodiretta dalle autorità criminali di Tel Aviv, come ormai sta emergendo, certo non da noi, ma su non pochi media esteri, perfino israeliani, come ‘Haaretz’), vi proponiamo invece di leggere quanto scrive un grande politologo americano, John Mearsheimer: il suo ultimo intervento è pubblicato dall’ottimo sito ‘La Fionda’ e si intitola – in modo che più significativo non si può – “Pietra: materiale sovente impiegato per la costruzione di cuori”.
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E se fosse l’ora di dichiararci AntiAnti?
Pietra: materiale sovente impiegato per la costruzione di cuori
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