Verso il 25 novembre / Piera Vitali: “Come imparare a difendersi dalle violenze”

Ogni giorno in Europa due donne vengono uccise dal proprio compagno, fidanzato, marito. A brandire coltelli, spranghe o pistole è proprio colui che dorme loro accanto, lo stesso con cui ogni sera si chiudono a chiave in casa, temendo le aggressioni di sconosciuti, mentre il mostro è proprio là, davanti a loro, dentro quelle quattro mura.

Antonio Guterres. Sopra, i corsi di autodifesa sui tacchi a Castello d’Argile

«La violenza sessuale contro le donne e le ragazze affonda le sue radici in secoli di dominazione maschile. Non dimentichiamoci che quelle disuguaglianze di genere che alimentano la cultura dello stupro, costituiscono fondamentalmente una questione di squilibri di potere». Lo ha dichiarato Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite. Era stata proprio l’ONU ad istituire, nel 1999, la Giornata nazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che anche quest’anno si celebra in tutto il mondo il prossimo sabato 25 novembre.

L’avvio alle manifestazioni 2023 lo ha dato il lancio della petizione da parte di Wemove Europe, l’organizzazione transnazionale che si rivolge alle massime autorità dei 27 Paesi, ma anche al nostro guardasigilli, Carlo Nordio, chiedendo il rafforzamento in breve termine della direttiva sulla violenza domestica contro le donne. Secondo punto importante, la richiesta di stabilire dei meccanismi di supporto specializzato di alto livello per proteggere le donne che sopravvivono alle violenze, assicurando loro accesso alla giustizia e risarcimento. Per firmare la petizione basta cliccare qui.

Intanto proseguono le iniziative di avvicinamento alla fatidica giornata del 25 novembre. Alcune sono già partite, ad esempio quelle del comune di Portogruaro, che ha inaugurato una serie di eventi domenica 12 novembre con la mostra “Il filo rosso della vita” (qui la  locandina completa).

 

Piera Vitali durante la lezione con Davide Castellani

Ancor più tempestivo il Comune di Castello d’Argile (BO), tradizionalmente molto attivo su questo fronte, che quest’anno ha dato il via alle manifestazioni a fine ottobre. Nell’ambito del Progetto D.I.V.A. realizzato in collaborazione con la Regione Emilia Romagna e con la Coop La Venenta, sono già partiti i Corsi di autodifesa “sui tacchi”. Le iscritte stanno sperimentando gratuitamente tecniche di difesa personale attraverso la simulazione di situazioni di vita quotidiana, con abbigliamento di tutti i giorni, sotto la guida di Davide Castellani, maestro VI Dan CSR Ju Jitsu Argile.

Momento clou di questa stagione sarà l’evento del 27 novembre quando, sempre nella sala polifunzionale “Non ti scordar di me”, messa a disposizione dal Comune di Castello d’Argile, la consulente relazionale Piera Vitali terrà un incontro sul tema “Autodifesa emotiva: vinci la paura, stop alla violenza, impara ad allenare le tue emozioni”.

La Voce l’ha incontrata in anteprima per chiederle alcune anticipazioni.

Dottoressa Vitali, come ha intrapreso il suo percorso personale, quello che l’ha portata ad ideare il metodo della Autodifesa Emotiva?

Per molti anni sono stata ispettore superiore di Polizia locale. Mi sono resa conto che tra le tante persone in difficoltà la maggior parte erano donne, costrette in una situazione di dipendenza, da qualcuno o da qualcosa. Al tempo in cui ho iniziato il servizio la condizione della donna lavoratrice era molto svantaggiata, non esistevano che poche possibilità di permessi in aspettativa o congedi di maternità, si rischiava di perdere facilmente il lavoro. Compresi che, in quanto donna al servizio del pubblico, quella doveva essere una strada da intraprendere, per dare un ulteriore contributo alla società e alle donne.

Ci spiega brevemente in che cosa consiste il metodo della Autodifesa Emotiva?

Piera Vitali

Detto sinteticamente, questo metodo si propone di fornire le basi per riconoscere certi tipi di relazione ed evitare quindi di portarle fino al conflitto. In altre parole, è possibile imparare ad imprimere forza alle nostre iniziative, ai nostri giorni, ai nostri momenti. Uno degli esercizi più semplici è quello di elencare tutte le parole positive e propositive che sentiamo durante la giornata. In pratica, se noi impariamo a formulare delle frasi propositive, diamo al nostro cervello – e a quello di chi ci è vicino – un impulso, una potenzialità positiva che si trasmette l’un l’altro, come una corrente. E se riusciamo a diffondere qualcosa di positivo alla persona che ci ascolta, questa, di riflesso, potrà trasmettere a noi qualcosa di buono, a volte eccezionale. Insomma, nei momenti di emergenza emotiva possiamo cercare e trovare le frasi del coraggio, della leggerezza. Ad esempio, posso cercare di capire quando e dove io sono brava, o bravo. Questo passaggio può offrirci l’esatta percezione di quello che noi siamo, del valore che abbiamo, anche se spesso non lo consideriamo abbastanza.

Anche queste buone pratiche rientrano nel suo metodo “Essere Vitali”?

Sì, diciamo che è molto importante monitorare sistematicamente il proprio livello di soddisfazione. Altrettanto decisivo è non cedere alle cosiddette “credenze limitanti”, tipo “non si può avere tutto dalla vita”. E’ così, certo, ma è vero anche che si può avere molto di più.

Quanto può incidere l’allenamento fisico?

Può incidere molto ed è accaduto anche a me, grazie alla conoscenza di una persona davvero speciale, la campionessa mondiale di jujitsu Linda Ragazzi, con cui ho condotto alcuni seminari sulla difesa delle donne da più punti di vista. Io mi occupavo del campo emozionale, relazionale e gestione del conflitto, lei insegnava autodifesa fisica. Insieme, sostenute anche da istituti bancari, abbiamo diffuso nel territorio della regione Emilia-Romagna, con interventi di successo nelle scuole secondarie di secondo grado, un progetto che si chiama Eda (Emotional Defense Accademy).

E’ un modello simile ai corsi che si tengono attualmente a Castello d’Argile?

La copertina del libro di Piera Vitali

Certo ed infatti anche quest’anno ho partecipato all’incontro del 6 novembre con esercizi di “difesa sui tacchi”, è stata una grande esperienza, vissuta insieme ad un gruppo di donne tenaci e coraggiose. Sì, perché il “coraggio” è l’opposto alla “paura”. Seguirà poi la serata di lunedì 27 novembre che, sempre nell’ambito dello stesso Progetto, sarà interamente dedicata alle tecniche di Autodifesa emotiva, per esempio a come difendersi dai cosiddetti “vampiri emozionali”, coloro che ti depredano delle tue energie senza che tu nemmeno te ne accorga.

Infatti, lei ha scritto nel suo libro “Paura ti butto via!” (Minerva Edizioni), che uno dei principali strumenti per difendersi è proprio “accorgersi”, osservare a fondo la situazione, prenderne atto e adottare le necessarie contromisure.

Proprio così, “accorgersi” è una parola chiave, un’altra è “farcela da soli”. Nel libro spiego anche come raggiungere la necessaria “distanza emotiva” dalle situazioni critiche, affinché non diventiamo noi stessi “parte del problema”, incapaci quindi di uscirne…

A proposito di vie d’uscita, come si riconosce un partner violento, prima di arrivare alle estreme conseguenze, purtroppo ricorrenti in cronaca nera?

Nel mio libro illustro i sette punti per imparare a riconoscere l’uomo violento prima che sia troppo tardi. Non dimentichiamo che tante vittime vanno inconsapevolmente incontro al loro carnefice, sono donne che accettano una relazione già complicata fin dall’inizio e tutto questo può accadere perché troppo spesso alla violenza ci si abitua, o la si scambia per qualcos’altro, per gelosia, attaccamento, amore… Anche perché questi soggetti, compresi coloro che arrivano a commettere femminicidio, presentano generalmente sbalzi d’umore, alternano fasi di dolcezza a comportamenti di aggressività. E’ già accaduto che chiedano perdono, o dicano parole d’amore, prima di sferrare il colpo finale.

Qual è il caso che le è rimasto maggiormente impresso nella sua lunga esperienza di consulente relazionale?

Qualche anno fa ho partecipato come ospite ad una manifestazione in piazza per l’8 marzo in un paese della provincia di Bologna, con una festosa sagra gastronomica. Nel mio intervento ho invitato le donne del pubblico ad aprire gli occhi, a trovare il coraggio di denunziare se si sentivano vittime di violenza. Era un invito di carattere generale, nulla di più, lanciato in un momento di ampia e pubblica convivialità. Invece durante la notte una di quelle donne presenti tra il pubblico quel coraggio l’ha trovato davvero e si è recata alla caserma dei carabinieri. Ha spiegato che dopo aver ascoltato il mio discorso si era decisa a denunziare abusi e violenze del suo compagno. Questo episodio è raccontato nel libro dall’assessora alle Pari opportunità del comune di San Pietro in Casale, Raffaella Raimondi, che ne è stata testimone.

Mogol mentre compone l’aforisma dedicato al libro di Piera Vitali

In “Paura ti butto via!” lei ringrazia i suoi Maestri. Può dirci a chi si riferisce in particolare?

Sì, da tempo i loro insegnamenti sono diventati parte di me, partendo naturalmente dai grandi della psicanalisi, come Jung, agli acuti esploratori contemporanei del pensiero, come Roberto Re, Nader Butto, Osvaldo Sponzilli, ma anche, Mark Nixon, Paul Nogier, Alfred Tomatis e tanti altri, che mi hanno guidata verso gli orizzonti del mondo olistico. Ma un Maestro in particolare continua ad ispirare tutta la mia attività: è Giulio Rapetti Mogol, che ha voluto donarmi un suo aforisma, scritto proprio per questo mio ultimo libro.

Il testo?

Il testo dice tutto, in un lampo: “L’autostima mia / e la paura della morte fugge via”. Grazie, Mogol!

 

 

GUARDA…

 

QUI il video delle lezioni di autodifesa sui tacchi a Castello d’Argile

 

 

QUI il booktrailer di “Paura ti butto via!”

 


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