L’Agenzia europea per i medicinali (‘European Medicines Agency’ – EMA) nell’occhio del ciclone per una ‘fuga di notizie’ riguardanti alcuni lotti di vaccini Pfizer ‘anomali’, tra i primi ad entrare in commercio dopo l’inizio della campagna vaccinale a dicembre 2020. L’anomalia concerne i ‘livelli’ di mRNA contenuti in quei vaccini, a quanto pare ‘inferiori rispetto a quanto previsto’ dai protocolli.
La clamorosa notizia viene fuori grazie ad un reportage scientifico pubblicato dall’autorevole ‘British Medical Journal’ (BMJ) e firmato da Serena Tindari: lo potete leggere, a seguire, tradotto in italiano e ne apprezzerete di sicuro la chiarezza e il rigore scientifico. Comunque vi forniamo anche il link per la versione originale.
Certo non nuovo, il BMJ, a scoop scientifici che avrebbero dovuto far aprire gli occhi a tutti i cittadini del mondo sulla vera storia del covid e, soprattutto, sulla ‘dirty story’ dei vaccini anti covid.
Ma quelle inchieste sono state totalmente oscurate dal mainstream e dai media, genuflessi davanti agli interessi ultramiliardari di Big Pharma e, in questo caso, delle due star ‘alla vaccinara’, Pfizer e Moderna.
Facciamo subito, sinteticamente, tre esempi che più lampanti non si può.
Agosto 2020. La solitamente rigorosa ‘Food and Drug Administration’ (FDA) dà il suo ok ai vaccini di Pfizer e, subito dopo, di Moderna, bypassando i tempi previsti con la scusa dell’emergenza: mentre al contrario esistevano, come abbiamo documentato nella cover story sulla ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sul covid’, cure e farmaci da usare per fronteggiare fin dai primi sintomi il coronavirus. Ebbene, a fine agosto il primo j’accuse griffato BMJ, che denuncia proprio l’anomalia (non priva di clamorosi conflitti d’interesse in seno alla FDA) di tanti, troppi ‘passaggi’ nell’iter di approvazione.
A cominciare proprio dai ‘tempi’ previsti per le sperimentazioni necessarie, i ‘trials’, che dovevano terminare a dicembre 2023!
Secondo colpo da ko a gennaio 2021. Fino a quel momento le due star, Pfizer e Moderna, avevano sbandierato ai quattro venti la super efficacia dei loro ‘prodotti’ (a questo punto per amor di patria è meglio non definirli più neanche vaccini), pari al 93-94 per cento.
In un editoriale al calor bianco, il direttore scientifico e coeditore del BMJ, Peter Doshi, smonta il castello di menzogne, e scrive, nero su bianco, di un’efficacia addirittura inferiore al 20 per cento. Come la ‘storia’ della pandemia ha largamente dimostrato, con tantissime persone che hanno beccato il covid pur al quarto richiamo: da ridere, se non da piangere, il caso della virostar tivvù (chez Fabio Fazio quando ancora veleggiava via Rai) Roberto Burioni che si presenta davanti alle telecamere appena reduce dal covid, dopo il terzo richiamo! Del resto, ormai svariate sentenza di nostri tribunali hanno messo altrettanto nero su bianco un’efficacia che si è ormai praticamente azzerata.
E passiamo al terzo colpo da ko, di gran lunga il più pesante perché riguarda la ‘sicurezza’ dei quei prodotti, soprattutto a mRNA, griffati Pfizer e Moderna. E, quindi, la salute di tutti i cittadini, per via dei gravissimi ‘effetti avversi’ causati da quei ‘prodotti’, soprattutto a carico del sistema cardiocircolatorio; ma non solo, visto che dal 2021 sono in sensibile aumento, per fare solo un esempio, anche le patologie tumorali.
Ebbene, ad agosto 2021, ad un anno esatto da quel ‘criminale’ ok firmato dalla FDA, il BMJ raccoglie la testimonianza di una ‘gola profonda’, in gergo tecnico americano un ‘whistleblower’, ossia una persona a conoscenza di fatti rilevanti che decide di vuotare il sacco.
E’ il caso di una ricercatrice, la quale è stata per due mesi responsabile di un grosso centro allestito da Pfizer negli Usa per sperimentare i suoi prodotti, per portare avanti quei ‘trials’. Ne scopre di tutti i colori e denuncia fatti & misfatti in un dossier che invia alla FDA, con la concreta speranza che intervenga e provveda.
Cosa fa invece il supremo organo di controllo negli Usa su cibi & farmaci? Invia quel j’accuse alla stessa Pfizer, al ‘lupo’: che licenzia in tronco la ricercatrice troppo zelante! La quale, per fortuna, non s’è persa d’animo: ha rivelato tutto ad un reporter scientifico del BMJ e ha denunciato penalmente e civilmente Pfizer.
Bene, è venuto il momento di lasciare la parola al più che istruttivo reportage di Serena Tindari per il BMJ.
C’è da chiedersi: finirà nel dimenticatoio come è successo per le altre denunce?
O si muoverà finalmente qualcosa?
E ne pagherà il fio l’ente di controllo europeo (proprio l’equivalente della FDA), ossia l’EMA?
Staremo a vedere…
P.S. Come al solito, per saperne di più su personaggi e sigle citate nel pezzo basta andare alla casella CERCA in alto a destra della nostra home page. A questo punto non resta che digitare il nome e cognome del personaggio (ad esempio PETER DOSHI o ROBERTO BURIONI) oppure la sigla (FOOD AND DRUG ADMINISTRATION o BRITISH MEDICAL JOURNAL, PFIZER oppure MODERNA) per rileggerne delle belle in questi tre anni e mezzo di pandemia.
La fuga di dati covid-19 dell’EMA e cosa ci dice
sull’instabilità dell’mRNA
I documenti trapelati mostrano che alcuni dei primi lotti commerciali del vaccino covid-19 di Pfizer-BioNTech avevano livelli di mRNA intatto inferiori al previsto, sollevando domande più ampie su come valutare questa nuova piattaforma vaccinale, scrive Serena Tinari
Mentre conduceva la sua analisi sul vaccino covid-19 Pfizer-BioNTech a dicembre, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) è stata vittima di un attacco informatico. 1 Più di 40 megabyte di informazioni riservate derivanti dalla revisione dell’agenzia sono stati pubblicati sul dark web e diversi giornalisti, incluso quello del BMJ , e accademici di tutto il mondo hanno ricevuto copie delle fughe di notizie. Provenivano da account di posta elettronica anonimi e la maggior parte dei tentativi di interagire con i mittenti non hanno avuto successo. Nessuno dei mittenti ha rivelato la propria identità e l’EMA afferma che sta portando avanti un’indagine penale.
Il BMJ ha esaminato i documenti, che mostrano che le autorità di regolamentazione avevano grandi preoccupazioni per quantità inaspettatamente basse di mRNA intatto nei lotti del vaccino sviluppato per la produzione commerciale.
Gli scienziati dell’EMA incaricati di garantire la qualità della produzione (gli aspetti chimici, produttivi e di controllo della proposta di Pfizer all’EMA) erano preoccupati per le “specie di mRNA troncate e modificate presenti nel prodotto finito”. Tra i tanti file trapelati al BMJ , un’e-mail datata 23 novembre inviata da un alto funzionario dell’EMA ha delineato una serie di problemi. In breve, la produzione commerciale non produceva vaccini secondo le specifiche previste e le autorità di regolamentazione non erano sicure delle implicazioni. L’EMA ha risposto presentando due “importanti obiezioni” a Pfizer, insieme a una serie di altre domande che voleva fossero affrontate.
L’e-mail identificava “una differenza significativa nella percentuale di integrità dell’RNA/specie troncate” tra i lotti clinici e i lotti commerciali proposti, dal 78% al 55% circa. La causa principale era sconosciuta e l’impatto di questa perdita di integrità dell’RNA sulla sicurezza e sull’efficacia del vaccino era “ancora da definire”, si legge nell’e-mail.
Alla fine, il 21 dicembre, l’EMA ha autorizzato il vaccino della Pfizer-BioNTech. Nel rapporto pubblico di valutazione dell’agenzia, un documento tecnico pubblicato sul suo sito web, si osserva che “la qualità di questo medicinale, presentato nel contesto di emergenza dell’attuale pandemia (covid-19), è considerata sufficientemente coerente e accettabile”. 2
Non è chiaro come siano state soddisfatte le preoccupazioni dell’agenzia. Secondo una delle e-mail trapelate il 25 novembre, una fonte sconosciuta negli Stati Uniti aveva ricevuto notizie positive: “Gli ultimi lotti indicano che la percentuale di RNA intatto è tornata intorno al 70-75%, il che ci lascia cautamente ottimisti sul fatto che ulteriori dati potrebbero affrontare il problema”, si legge nell’e-mail.
Un quasi incidente?
Non è inoltre chiaro se gli eventi di novembre costituiscano un quasi incidente nella produzione commerciale di vaccini a mRNA.
L’EMA afferma che le informazioni trapelate sono state parzialmente falsificate, spiegando in una dichiarazione che “sebbene le singole e-mail siano autentiche, i dati di diversi utenti sono stati selezionati e aggregati, sono stati creati screenshot da più cartelle e caselle di posta e ulteriori titoli sono stati aggiunti dagli autori del reato”. 3
Ma i documenti offrono alla comunità medica più ampia la possibilità di riflettere sulle complessità della garanzia di qualità per i nuovi vaccini a mRNA, che includono tutto, dalla quantificazione e integrità dell’mRNA e dei lipidi trasportatori alla misurazione della distribuzione delle dimensioni delle particelle e dell’efficienza di incapsulamento. Di particolare preoccupazione è l’instabilità dell’RNA, una delle variabili più importanti rilevanti per tutti i vaccini a mRNA che finora ha ricevuto scarsa attenzione nella comunità clinica. Si tratta di una questione rilevante non solo per il vaccino di Pfizer-BioNTech ma anche per quelli prodotti da Moderna, CureVac e altri, 4 nonché per un vaccino mRNA di “seconda generazione” sviluppato dall’Imperial College di Londra. 5
L’instabilità dell’RNA è uno dei maggiori ostacoli per i ricercatori che sviluppano vaccini a base di acido nucleico. È la ragione principale dei rigorosi requisiti della catena del freddo della tecnologia ed è stata affrontata incapsulando l’mRNA in nanoparticelle lipidiche (scatola).
“La molecola di mRNA completa e intatta è essenziale per la sua efficacia come vaccino”, hanno scritto il professore di biofarmaceutica Daan JA Crommelin e colleghi in un articolo di revisione sul Journal of Pharmaceutical Sciences alla fine dell’anno scorso. “Anche una reazione di degradazione minore, ovunque lungo un filamento di mRNA, può rallentare o interrompere gravemente la corretta prestazione di traduzione di quel filamento e quindi provocare l’espressione incompleta dell’antigene bersaglio”. 6
Crommelin e colleghi notano che una guida normativa specifica per i vaccini basati su mRNA deve ancora essere sviluppata e i tentativi del BMJ di chiarire gli standard attuali non hanno avuto successo.
Trasparenza e riservatezza
Il BMJ ha chiesto a Pfizer, Moderna e CureVac, nonché a diversi regolatori, quale percentuale di integrità dell’mRNA considerano accettabile per i vaccini contro il covid-19. Nessuno ha offerto dettagli.
La Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency, l’autorità di regolamentazione dei medicinali del Regno Unito, ha riconosciuto la mancanza di una percentuale specifica di integrità dell’RNA, ma ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli. “I criteri di accettazione del limite delle specifiche sono commercialmente riservati”, ha affermato l’agenzia in una e-mail.
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha ordinato al BMJ di leggere i suoi documenti guida 7 8 e la revisione del vaccino Pfizer, 9 ma nessuno di questi specifica la percentuale di RNA richiesta dall’agenzia. Alla richiesta di commentare, l’autorità di regolamentazione ha indicato a Pfizer: “le informazioni richieste che non sono affrontate nel memorandum di revisione della FDA dovrebbero essere indirizzate a Pfizer”.
Nella corrispondenza successiva, la FDA, l’EMA e il dipartimento governativo canadese Health Canada hanno tutti dichiarato che le informazioni specifiche relative ai criteri di accettabilità sono riservate.
L’EMA ha tuttavia riconosciuto che l’efficacia del vaccino dipende dalla presenza di adeguate quantità di mRNA intatto. Nel caso dei lotti commerciali che per primi hanno lanciato campanelli d’allarme, l’agenzia ha dichiarato al BMJ che i livelli di mRNA troncato “e le quantità di una potenziale proteina prodotta dall’mRNA troncato sarebbero troppo bassi per costituire un rischio per la sicurezza”. L’EMA non ha commentato in che modo l’mRNA troncato potrebbe influenzare l’efficacia. La questione è stata affrontata in modo soddisfacente, ha sottolineato l’agenzia, quando il produttore ha fornito ulteriori informazioni.
Health Canada ha dichiarato al BMJ che Pfizer ha condotto indagini sulla causa principale della ridotta integrità dei lotti di vaccini commerciali e che “sono state apportate modifiche ai loro processi per garantire che l’integrità fosse migliorata e allineata a quanto osservato per i lotti di sperimentazione clinica”. .” Health Canada ha affermato che le tre agenzie hanno successivamente stabilito che “non vi era alcun problema con l’integrità dell’RNA o con qualsiasi altra specifica del prodotto”.
La corrispondenza nei documenti trapelati suggerisce che FDA, Health Canada ed EMA erano allineati su specifiche clinicamente qualificate relative all’integrità percentuale dell’mRNA. Health Canada ha confermato al BMJ che le autorità di regolamentazione “hanno lavorato insieme per allineare tali requisiti”, ma tutte le agenzie hanno rifiutato di condividere con il BMJ qualsiasi dettaglio sulla base del fatto che tali informazioni erano commercialmente sensibili.
Pfizer ha inoltre rifiutato di commentare la percentuale di integrità dell’mRNA a cui punta, né di affrontare domande sulla causa della percentuale inaspettatamente bassa di integrità dell’mRNA in alcuni lotti, lasciando aperta la questione se ciò possa accadere di nuovo. Pfizer ha sottolineato: “Ogni lotto di vaccini viene testato dal laboratorio ufficiale di controllo dei medicinali, l’Istituto Paul Ehrlich in Germania, prima del rilascio del prodotto finale. Di conseguenza, la qualità di tutte le dosi di vaccino immesse sul mercato in Europa è stata sottoposta a doppi test per garantire la conformità alle specifiche concordate con le autorità di regolamentazione”.
Il responsabile degli affari aziendali di Moderna, Ray Jordan, ha rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda del BMJ , affermando: “A questo punto, Moderna non offrirà ulteriori commenti su questi argomenti”.
CureVac, il cui vaccino mRNA è stato sottoposto alla “revisione continua” dell’EMA a febbraio, ha dichiarato al BMJ che “è troppo presto per fornire dettagli”.
La carenza di informazioni potrebbe riflettere la mancanza di certezza, anche tra gli enti regolatori, su come valutare pienamente le prove di questa nuova tecnologia. Il professor Crommelin ha dichiarato al BMJ che “per i prodotti piccoli e a basso peso molecolare, l’integrità dell’ingrediente farmaceutico attivo è generalmente vicina al 100%”.
Ma per i vaccini a mRNA? “L’esperienza con l’integrità dell’mRNA è limitata.”
Nanoparticelle lipidiche: dove vanno e cosa fanno?
Concepite tre decenni fa, le terapie basate sull’RNA 11 hanno da tempo ispirato l’immaginazione per il loro potenziale teorico di trasformare le cellule del corpo in “una fabbrica di farmaci a richiesta”. 12 Ma nonostante i forti investimenti da parte dell’industria biotecnologica, la traduzione dal banco al letto del paziente era costantemente ostacolata dalla fragilità dell’mRNA.
Nel corso degli anni, i ricercatori hanno tentato di risolvere l’instabilità intrinseca incapsulando l’mRNA in nanovettori costituiti da polimeri, lipidi o materiali inorganici. Le nanoparticelle lipidiche (LNP) sono state scelte da Moderna, Pfizer-BioNTech, CureVac e Imperial College London per i loro vaccini contro il covid-19. Ciò ha attirato l’attenzione degli specialisti nel campo della biotecnologia farmaceutica, alcuni dei quali hanno espresso preoccupazione per ulteriori incognite.
In una rapida risposta pubblicata su bmj.com, JW Ulm, uno specialista in terapia genica che ha pubblicato pubblicazioni sul targeting tissutale di vettori terapeutici, 13 ha sollevato preoccupazioni circa la biodistribuzione degli LNP: “Al momento, è stato riportato relativamente poco sulla localizzazione tissutale dei gli LNP utilizzati per racchiudere l’RNA messaggero che codifica la proteina del picco SARS-CoV-2, ed è fondamentale avere informazioni più specifiche su esattamente dove vanno le nanoparticelle liposomiali dopo l’iniezione”. 14
Non è noto se le preoccupazioni di Ulm potrebbero avere implicazioni per la sicurezza dei vaccini.
Ulm ha dichiarato al BMJ : “Pfizer-BioNTech e Moderna hanno fatto un lavoro straordinario aumentando rapidamente la produzione di un sistema così innovativo in modo rapido, che è davvero un risultato tecnologico fondamentale. Tuttavia, gli studi di farmacocinetica, con conferma di laboratorio indipendente, sono essenziali per accertare la potenziale citotossicità e tossicità macroscopica, soprattutto data la probabilità di iniezioni di richiamo nel corso di mesi o anni, poiché i modelli di traffico di tessuti del carico utile del vaccino mRNA determineranno quali cellule e tessuti verranno uccisi. da cellule T citotossiche in ogni round. Data la variazione nelle formulazioni degli LNP, non è chiaro quanto siano rilevanti i precedenti esperimenti sugli animali per rispondere a questa domanda.
I regolatori e i produttori contattati dal BMJ per questo articolo non hanno voluto rispondere a nessuna delle domande sollevate dalla rapida risposta di Ulm.
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