TV – L’archivio della memoria

Dall’archivio della memoria saltano fuori nomi e volti popolari,
divenuti familiari, come accade per chi si affaccia dallo schermo
televisivo semplicemente per dire buongiorno (chi non ricorda la dolce
Vaudetti, Nicoletta Orsomando) o per condurre quiz, lo spettacolo del
sabato sera, le tribune politiche, i talkshow invasivi, reiterati spot
pubblicitari. Chiudete gli occhi ed eccoli un dopo l’altro, ‘quelli
della Rai’: Mike Buongiorno, Maurizio Costanzo, Pippo Baudo, Aldo
Biscardi, Enzo Biagi, Augias, Mimum, Mentana, Marrazzo, Minoli,
Santoro, Luttazzi, Gabanelli, Bonolis, Fazio, Floris, Formigli,
Berlinguer, Annunziata, Icona, Fo, Clerici, Venier, Arbore,
Littizzetto, Conti, Marrazzo, Fiorello, Gramellini, eccetera. Tutti
ingaggiati dalla Rai pigliatutto, alcuni emigrati altrove e rientrati
(Buongiorno, Costanzo, Baudo, Santoro), altri epurati (Dario Fo,
Luttazzi, Santoro). Il fenomeno dell’andirivieni assume ora le
caratteristiche dell’esodo ‘politico’, in risposta all’impressionante
scippo della destra, che ha mutato il servizio televisivo pubblico in
pool editoriale del pensiero unico. Il proprio. Il ‘melonismo’ tenta
di racimolare tra i suoi affiliati menti eccelse, per competere con la
cultura e le competenze della sinistra e l’esito temporaneo
dell’invasione barbarica della Rai racconta invece il default del
palinsesto firmato dai vertici di Viale Mazzini: fiasco clamoroso di
alcuni programmi e il ‘no good’ di utenti che erode l’ascolto di Tg e
talkshow. È fortemente polemico l’addio alla Rai di ‘pezzi da novanta’
che affollano network alternativi. Prima di loro avevano disertato
Buongiorno, Costanzo, Biscardi, Bonolis, Mentana, Santoro, Formigli,
Floris…e ora, per sottrarsi alla tempesta meloniana, Gabanelli,
Annunziata, Fazio, Gramellini. Sarà davvero difficile rivedere
Saviano, indignato per lo stop al suo ‘Insider’, programma cancellato
nonostante la presentazione di luglio. Un vero colpo di grazia alla Tv
di Stato arriva da Augias: “Un governo incompetente vuole riscrivere
la storia (quella del Ventennio, ndr). Tende alla progressiva
distruzione della Rai”. Dopo più di sessant’anni di Rai Augias
(probabilmente seguito da Di Bella) si trasferisce a La7, che da Tv
privata si propone per i contenuti come emittente pubblica. Il
superstite Fiorello non si smentisce “Tutta l’ignoranza resta in Rai”.
Non fa nomi, ma potrebbe farne. Il ‘tira la volata’ al Tg1 di Insegno
riceve l’ascolto del 3,4% e avrebbe provocato la chiusura immediata
del programma. Ma non se ne parla, in omaggio alla fraterna amicizia
del conduttore con “Yo soy Giorgia”. Non va meglio (2,7%) ad ‘Avanti
popolo’, della De Girolamo, altra premiata per fedeltà politica alla
maggioranza di governo e neppure al ‘Liberi tutti’ affidato alla
Guaccero. È davvero geniale (!) l’idea di mettere in competizione
‘Report’ e ‘Che tempo che fa’: stesso giorno, stessa ora: in forte
calo gli ascolti di Ranucci, prodigioso il consenso a Fazio, con oltre
due milioni di ascoltatori, nonostante il trasferimento sullo
sconosciuto canale 9. In un anno la Rai ha perduto 200mila followers e
l’emorragia continua, con il contributo choc della figlia di
Berlinguer, che ha subìto il richiamo della sirena Mediaset (lauta
remunerazione di Carta Bianca, con annesso montanaro e prof
sfacciatamente filo Putin). Pazienza: poca Tv, con l’eccezione di
buoni film, documentari, programmi culturali.


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