PALESTINA / I NUMERI DI UN ALTRO OLOCAUSTO. DIMENTICATO

Questa domenica vogliamo “dare i numeri”.

Tragiche, fredde cifre che però parlano e documentano mille volte meglio di tanti minestroni ‘disinformativi’ a botte di fake news propinate dai media di casa nostra e dal mainstreamoccidentale. E su questo molto gioca una lurida campagna di foto & immagini totalmente taroccati: il peggio del peggio, tanto per ‘toccare’ i cuori dei cittadini, che lorsignori vogliono trasformare al più presto in robottini pronti a dire ok per diktat bellici o vaccinali, come più vi aggrada.

Veniamo dunque a quelle cifre di sangue & massacri.

Fino ad oggi le ‘statistiche’ ufficiali di fonte occidentale (il che è già tutto dire) parlano di oltre 8.000 vittime palestinesi in 20 giorni di guerra a Gaza, di cui almeno il 30 per cento bambini.

Le vittime israeliane sono – sempre stando alle nude cifre – 1.200. A cui vanno aggiunti gli oltre 200 ostaggi, 220 per la precisione, a quanto pare.

 

Le statistiche occidentali non parlano, però, delle centinaia di migliaia di vittime (tradotto: milioni di morti) in quasi 70 anni di sterminio scientifico dei palestinesi operato dalle autorità israeliane, sotto tutti i governi che si sono succeduti in questi decenni di occupazione militare e di esproprio del territorio.

La Striscia di Gaza, tanto per intendersi, è diventata sempre più, con il passar del tempo, un vero e proprio ‘Ghetto’, una vita-non vita per tutti gli esseri umani – in stragrande parte palestinesi – costretti a sopravviverci.

Una SHOAH quotidiana, per dirla in modo ancor più esplicito. Quella Shoah, quel martirio che gli ebrei hanno dovuto subite per la criminale mano nazista, con i milioni di vittime innocenti, è in pratica continuato a Gaza in questi decenni. Sono solo cambiati i ‘connotati’ etnici delle vittime: allora ebrei, poi palestinesi.

E quello che le autorità (sic) israeliane, Bibi Netanyahu in testa, oggi hanno in mente è ancor più tragico, criminale e di perfetto stampo nazista, va detto a chiare lettere. Dopo aver per decenni reso la Striscia di Gaza un territorio a sé, senza diritti e senza niente, ora intendono strozzarla come un imbuto, costringendo chi ancora vi risiede a fuggire al Sud, nel deserto egiziano.

Quale mente più perversa può anche solo lontanamente pensare ad un esodo forzato del genere?

Benjamin Netanyahu

Quale criminale internazionale più incallito può coltivare un progetto che sa veramente di ‘nazismo’ riveduto e corretto?

Netanyahu e la sua cricca al governo sì, lo pensano per davvero e fanno di tutto per attuarlo. Mentre proprio Netanyahu – e lo sa bene la maggioranza degli israeliani che lo vorrebbero vedere sotto processo e poi in galera per tutti i crimini & le corruzioni di una vita – continua a dettare, fino ad oggi indisturbato e anzi coccolato dall’Occidente, la sua legge.

E vuol arrivare allo scontro finale, all’Armageddon, ad un altro Olocausto sulla pelle dei palestinesi che devono finalmente sparire una volta per tutte dalla faccia della terra.

Caso mai anche facendo uso di gas nervino, come trapela da alcune fonti e documenta un articolo che potete leggere in basso, cliccando sul link.

Potendo oltre tutto contare sull’aiuto più che concreto e incondizionato dei mandanti di tutti i massacri da mezzo secolo ad oggi, gli Stati Uniti: la cui economia – ormai non lo vede solo chi non vuol vedere – si basa in tutto e per tutto sull’industria bellica, sull’apparato militare, il vero motore degli Usa, cui – come potenza di ‘fuoco’ – può avvicinarsi solo l’industria farmaceutica, i colossi di ‘Big Pharma’, ingrassati a dismisura nei tre anni di pandemia.

A quanto pare, dagli States sono partiti ben 5.000 marines armati fino ai denti, pronti a sbarcare nel ribollente scenario di sangue in Medio Oriente.

Torniamo per un attimo alle tragiche cifre.

Abbiamo all’inizio rammentato l’incredibile numero di circa 10 mila vittime in tre settimane di conflitto a Gaza. Oltre il triplo delle Twin Towers: e perfino un carnefice-corrotto (vedi tutte le inchieste delle procure generali Usa a carico suo e del figlio Hunter) come Joe Biden si vede costretto a consigliare alle autorità (sic) di Tel Aviv di “non commettete i nostri errori dopo l’11 settembre”…

Non arriva a parlare certo della ‘eterodirezione’ Usa di quell’attacco (con una CIA che ‘sovrintendeva’ alle operazioni del campo commando, Mohamed Atta, la ‘Voce’ lo ha tante volte dettagliato); così come di Osama bin Laden, la ‘primula del terrore’ eppure tanto amico dei Bush, anche stavolta padre e figlio.

Ma poco ci manca.

Le cifre, dicevamo. Sapete quante sono le vittime, fino ad oggi, del conflitto in Ucraina? Meno di 3 mila, in oltre un anno e mezzo di conflitto. Appunto, la stessa, tragica cifra delle Torri Gemelle. Ma meno di un terzo dei morti innocenti in 20 giorni a Gaza.

Non vi sembrano numeri davvero folli?

E’ ovvio, ogni morte è un lutto gigantesco.

Ma ci paiono realmente stridenti i ‘chissenefrega’ dell’Occidente per le oltre 8 mila vittime palestinesi in pochi giorni, oggi, e soprattutto il totale OBLIO sui milioni di palestinesi morti in quasi 70 anni di guerra continua in quelle terre martoriate (e la preoccupazione, giusta, per i 200 ostaggi).

Morti, una volta tanto, che hanno ben precisi i nomi dei killer e dei mandanti che guarda caso coincidono: l’esercito, le milizie israeliane, le quali di tutta evidenza hanno agito su precisi input politici, ossia arrivati dai vertici governativi succedutisi in Israele. Fino al Killer Maximo (ben fiancheggiato, nella cronistoria, da Ariel Sharon), ossia Netanyahu. Un folle ormai colpito dal cupio dissolvi: finirò io, travolto dalle mie colpe gigantesche e con me finirà il mondo.

Ma non sarebbe più facile ‘tradurre’ in galera Netanyahu & C. (caso mai partendo dalla più vicina ‘neuro’) piuttosto che far piombare l’umanità del baratro finale?

Ultima chicca.

Matteo Renzi a Mezz’ora in più

Che ci è spuntata dalla penna (o meglio, dalla tastiera) ascoltando le parole dell’onnipresente Matteo Renzi (giorni fa conferenziava a Riyad sul ‘futuro’, sempre lautamente gettonato) alla inguardabile trasmissione domenicale condotta dell’ex direttore RAI, Monica Maggioni.

Senza entrare nel merito dei temi internazionali toccati dall’ex premier in pindarici voli geopolitici, ci ha colpito l’incipit: “Ci vogliono idee, proposte per cercare di risolvere problemi di tale portata. Non bastano i tweet di qualche intellettuale”.

Fino a prova contraria, a quanto pare il ‘fondatore’ della orripilante politica via ‘tweet’ ha un nome e cognome – anche stavolta – ben preciso, quelli di Matteo Renzi, il primo a farne uso e abuso quotidiano ai tempi della sua sciagurata premiership.

E poi.

Non doveva levarsi dai coglioni, abbandonare la politica in caso di sconfitta al famigerato referendum anti-Costituzione per il quale venne sonoramente bocciato?

Niente. Oggi è ancora lì, attaccato alla sua poltrona di ‘Italia Viva’ a bordo del suo zero virgola, ma ben pronto a dettare le sue regole e le sue leggi.

Ci vuole una bella faccia di bronzo. Ma anche in questo caso la neuro potrebbe dare una mano…

Come di consueto in questi tragici giorni di guerra, con i palestinesi massacrati quotidianamente senza che l’Europa – o meglio, la finzione UE – alzi un dito, con un’Italia complice nel genocidio dopo la fresca, vergognosa astensione sul ‘cessate il fuoco’ all’Assemblea generale dell’ONU, vi proponiamo la lettura di alcuni articoli & analisi contro-corrente, ossia ben al di fuori del mainstream occidentale e del circo di fake news che gli italiani sono costretti ogni giorno a ingurgitare, via stampa e via tivvù.

Pepe Escobar

 

Ecco quindi, a seguire, un imperdibile, ‘esagerato’ (nei toni, ma certo non nella sostanza) reportage firmato da Pepe Escobar, animatore da anni del sito di geopolitica mediorientale ‘The Cradle’, autore di una pregevolissima ricostruzione degli ultimi fatti per un altro ottimo sito, ‘Strategic Culture’. Si intitola

The Palestinian Tragedy: Cui bono?

 

Quindi, un altro servizio da non perdere, che tocca il cuore: come viene vissuto, oggi, il dramma a Gaza. Lo scrive Ryan Grim per l’ottimo sito ‘The Intercept’, intitolato

The Lights are off. Here’s what we know about life and death inside Gaza.

 

Infine, un pezzo che dettaglia una prospettiva agghiacciante, se vera: Israele starebbe pianificando di ‘gassare’ con il letale nervino tutta la rete dei tunnel a Gaza. Lo pubblica ‘Middle East Eye’ e si intitola

Israel-Palestine war: Israel plans to flood Hamas tunnels with nerve gas, source sayas.

 


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