Perché?

La gente di Israele contesta Netanyau per almeno tre imputazioni: è
corrotto, non ha difeso il Paese dai raid di Hamas e ora, che la
proposta di liberare gli ostaggi e i prigionieri palestinesi potrebbe
preludere alla fine del reciproco massacro, la rifiuta, cinicamente
indifferente all’angoscia dei familiari degli ostaggi, che rischiano
la vita per le bombe sganciate da Israele su Gaza. C’è poco altro da
dire. Perché l’amico Biden non costringe Israele ad accettare lo
scambio? Perché l’Europa, quasi compatta nel condannare Hamas, non
intima a Tel Aviv di riattivare la fornitura alla Palestina di acqua,
viveri, medicinali, carburante e chiede come contropartita l’alt al
lancio di razzi da Gaza? Ma soprattutto, perché l’Onu e i Paesi leader
che ne fanno parte non impongono il riconoscimento di Stato per la
Palestina, condizione determinante per la convivenza con Israele?  Il
mondo, la sua storia di disumanità scandita da guerre, in attesa di
risposte, scrive un’altra orrenda pagina, la tragedia di vittime
innocenti, di bambini che non diventeranno uomini, donne, persone.

 


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