Dopo Palazzo Chigi, il Quirinale?

Quanto è vero. Per la sensibilità maschile è cosa ardua, velleitaria,
l’impegno, seppure sincero e generoso, di porsi in sintonia con il
tema della parità di uomo-donna. Hanno ragione le donne a denunciare
la responsabilità dei maschi, che si tengono a distanza dalla tragedia
dei femminicidi. Senza la solidarietà operativa degli uomini, le
tragedie della violenza sulle donne non avranno mai fine, perché in
assenza di una cultura generalizzata del rispetto. E però: manca
l’autodenuncia di molte donne. Per solidale continuità di genere
osservano casi eclatanti di machismo con occhi strabici. Esempio
significativo è l’esternazione della sondaggista Ghisleri che il
quotidiano la Repubblica gratifica con il titolo “Dalla separazione la
leader esce rafforzata. La risolutezza porta consenso”. Per fortuna la
Repubblica ospita anche l’autorevole opinione di Natalia Aspesi che in
pieno accordo con il precedente commento di  chi scrive, con garbo, ma
senza fare sconti, chiede alla Meloni come ha potuto vivere per dieci
in armonia, tanto da farci una figlia, con il compagno Giambruno,
sorpreso con ‘fuori onda’ a indicare i suoi genitali mentre propone a
una collega giornalista di partecipare a incontri sessuali triplici o
di più, quadrilaterali e le confessa di fare sesso con un’altra
collega (mentre manteneva il rapporto di fidanzato e padre della
figlia con Giambruno).  Domanda: la Giorgia, donna, madre, cattolica,
avrebbe mai tentato di smorzare bruscamente lo scandalo se non fosse
stata bombardata da social e media? Come si fa a crederle se dice che
il rapporto con Giambruno era finito da tempo se hanno condiviso le
recenti vacanze estive nel sontuoso residenze pugliese, se
innumerevoli fotografie familiari mostrano lei, lui e spesso la figlia
amorevolmente stretti uno all’altra, serenamente sorridenti? Fin qui i
fatti. Sconvolge la generosa tolleranza femminile in favore della
Meloni di un clamoroso esempio di machismo che la presunta vittima, al
secolo Giorgia, avrebbe subìto in silenzio. Come intuisce con
l’abituale acume Natalia Aspesi, sarebbe difficile immaginare che
Giambruno per dieci anni si sia comportato da vero gentleman. Diffusa
con sdegnata tempestività la decisione di mollare al suo destino il
fidanzato, la Meloni è in continuità con altri episodi scomodi’: ha
spento il microfono per non dover rispondere a imbarazzanti domande
non prima di aver detto: “Non voglio più parlarne”. Comodo, eh? L’acme
del paradosso successivo al clamore per l’incidente di percorso del
Giambruno, giornalista Mediaset, luogo dove sono state  captate le sue
proposte sessiste, lo propone proprio la tv berlusconiana. A caldo, ha
detto di sospendere il fidanzato, pardon l’ex fidanzato della Meloni,
ma sembra averci ripensato. Per non dar luogo a contrasti tra Fratelli
d’Italia (Meloni) e Forza Italia (Mediaset) riporterebbe in video
Giambruno “perché non più principe consorte della premier’. Cioè, per
la Tv di Berlusconi un proprio giornalista, da scapolo potrebbe
liberamente proporre orge sessuali a una collega.
Non poche donne ci passano su, fiere della granitica premier, donna,
madre, cattolica Giorgia.


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