LA TAC?
 NON VA. E PUOI ANCHE MORIRE. NEL DESERTO? NO A POZZUOLI

Sanità campana allo sfascio. E’ da anni che la regione di pizza & mandolini è regolarmente in testa alla hit sui peggiori servizi forniti a tutela della salute pubblica, nonostante sia al tempo stesso la più spendacciona: lo documenta anche a fine 2015 il report annuale di Agenas, l’agenzia “pubblica” che misura lo stato di “salute” dei presidi ospedalieri. In Campania i soldi dell’erario – e quindi di tutti i cittadini – vanno in minima parte per soddisfare i bisogni degli utenti, dei pazienti, spesso e volentieri costretti a cercare altrove quei servizi che lì non trovano; si incanalano, invece, soprattutto per finanziare parenti, amici e clienti, e a volte finiscono addirittura per vitaminizzare la camorra, come è successo in modo clamoroso – ma subito oscurato dai media nazionali – alla Asl di Caserta, nel cui nosocomio pubblico dettavano legge i clan, dalle forniture ospedaliere fino al reclutamento del personale e perfino alla stessa “organizzazione” sanitaria. Ai confini della realtà, ma ben dentro quella martoriata di amplissime fette di territorio sotto il diretto controllo delle cosche. Circostanza totalmente ignorata, anzi negata, dello stesso premier Renzi: secondo il quale è “da pessimisti” affermare che in molte regioni del Sud il controllo del territorio sia in mano alla malavita organizzata.

Gianluca Forestiere. In apertura l'ospedale La Schiana di Pozzuoli

Gianluca Forestiere. In apertura l’ospedale La Schiana di Pozzuoli

Fresca prova del 9 dopo i botti di Capodanno. Un clamoroso episodio di malasanità, costato la vita al quarantunenne Gianluca Forestiere: morto perchè la Tac non funzionava ed è stato sballottato da un ospedale all’altro come neanche un pacco natalizio. Succede nel più grande presidio che fa capo alla Asl Napoli 2, ossia “La Schiana” di Pozzuoli, a tiro di schioppo da Napoli (pochi i chilometri che via tangenziale conducono dal quartiere occidentale di Fuorigrotta – dove è ubicato lo stadio San Paolo – al La Schiana). I primi sintomi di forte mal di pancia il 31 dicembre: al pronto soccorso puteolano pensano all’influenza che circola in quei giorni e colpisce soprattutto l’intestino. Terapia: antipiretici.

La situazione però si aggrava e il 2 gennaio Gianluca viene riportato al La Schiana per una Tac: ma la Tac non funziona. Bisogna andare a Giugliano, dove viene effettuata la Tac che presenta un gravissimo stato, denominato dai medici “Multi Organ Failor”, in pratica nessun organo risponde all’appello. In più una serie di emorragie diffuse. Non resta che l’immediato ricovero in Neurochirurgia – perchè a preoccupare di più sono le emorragie cerebrali – ma a Giugliano il reparto di Neurochirurgia non esiste. Macchina indietro a Pozzuoli dove il povero corpo di Forestiere giunge in fin di vita. Piazzato in Rianimazione, dopo un paio d’ore il suo cuore cessa di battere.

Scattano le prime indagini ordinate dalla magistratura, mentre i sanitari del La Schiana cercano di mettere subito le mani avanti: gli organi – affermano in sostanza – non rispondevano alle terapie e “su tale stato non avrebbe avuto alcuna influenza il suo trasferimento al vicino ospedale di Giuliano”.

Incredibili gimcane a parte, è uno l’interrogativo base: possibile che nel maggiore nosocomio della vastissima Asl Numero 2, che copre uno sterminato hinterland di Napoli, non funzioni uno strumento fondamentale come la Tac? Ecco cosa racconta un medico della Asl numero 1, la più grande del Mezzogiorno che copre Napoli città, compreso il Cardarelli e tutti i presidi dell’area ospedaliera partenopea: “Lo sfascio della sanità pubblica è una piaga che continuiamo a portarci dietro da sempre. Vagoni di soldi che seguono direzioni clientelari o per acquisire costosissime apparecchiature che poi restano imballate. Per anni e anni il problema della Tac lo abbiamo vissuto al Cardarelli, al Monaldi, al Cotugno (altri due storici presidi, ndr), perchè non avevamo una Tac, e i pazienti venivano regolarmente dirottati in alcuni centri privati”. Uno di questi faceva riferimento a parenti del clan Nuvoletta di Marano: quando la salute porta la coppola. Un paio di altre location facevano invece capo ai papaveri della medicina made in Napoli, che sul cancro & la radioterapia hanno costruito le loro fortune milionarie.

Sarà in grado di assicurare efficienza & trasparenza in questa giungla dove a rimetterci le penne è sempre il cittadino arcicalpestato nei suoi diritti più elementari, il Neo Governatore della Campania? Una bazzecola per De Luca, che ha già portato – come narra Crozza – la penicillina ai poveri campani…


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