Avalanche 80 – Una mostra a Nocera sulla follia della guerra

L’8 settembre del 1943, esattamente ottant’anni fa, nelle stesse ore in cui il generale Eisenhower annunciava alla radio che cessavano le ostilità fra il governo italiano e le forze armate delle Nazioni Unite, i tedeschi affiggevano in tutta la Valle dell’Irno, l’intero comprensorio del Salernitano, manifesti in cui ordinavano ai giovani di presentarsi per essere internati nei campi di lavoro in Germania. Per gli inadempienti – si avvertiva – era prevista la fucilazione.

Nella notte tra l’8 e il 9 settembre aveva inizio l’Operazione Avalanche, conosciuta anche come Lo sbarco di Salerno. Alle ore 8.30 l’esercito americano e quello inglese sbarcavano sul litorale salernitano, lungo la costa che va da Maiori ad Agropoli, per liberare l’Italia intera dai nazisti.

Tre giorni dopo, il 12 settembre, viene sferrato il sanguinoso contrattacco dei tedeschi, che travolgono molti presidi britannici e riconquistano obiettivi strategici come le città di Battipaglia ed Altavilla.

Il 14 settembre, grazie al massiccio intervento delle squadre navali statunitensi, che bombardano a tappeto la costa centrando postazioni tedesche, il generale Albert Kesselring ordina il ritiro delle truppe. Gli americani arrivano a Napoli il 1 ottobre.

 

Un ruolo centrale, in tutta l’Operazione Avalanche, è stato quello di Nocera Inferiore. La città alle porte di Salerno, bombardata l’8 settembre, pagò un prezzo altissimo in termini di vite umane per la ritirata delle artiglierie tedesche a suon di bombardamenti ed efferati omicidi.

Oggi quelle pagine di straordinaria resistenza vengono celebrate in una mostra allestita nel Centro di aggregazione giovanile di Nocera, in corso Vittorio Emanuele, dal titolo “Avalanche 80 – La follia della guerra, la follia nella guerra”.

La neuropsichiatra Giuseppina Salomone. Sopra, lo sbarco degli alleati sulla costa salernitana

Organizzata dal Settore socio-culturale del comune di Nocera Inferiore, la mostra è stata curata dalla Fondazione CeRPS presieduta dalla neuropsichiatra Giuseppina Salomone. La dottoressa Salomone ha profuso, anche in questa celebrazione, tutta la passione ed il rigore scientifico con cui viene custodito e tramandato alla memoria l’ex Ospedale Psichiatrico Vittorio Emanuele II di Nocera, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania, con la sua eccezionale Biblioteca ed i suoi locali storici, tanto che questa struttura rappresenta oggi un caposaldo importante per la storia della Psichiatria in Italia in Europa.

Nel lavoro monografico di 32 pagine che accompagna la mostra è possibile ripercorrere tutte le fasi di quel settembre 1943 sul territorio salernitano, grazie alla meticolosa ricerca storiografica operata dalla stessa dottoressa Salomone, insieme alle cinque archiviste che animano il lavoro di catalogazione nella Biblioteca, attingendo anche all’archivio del grande storico locale Rocco Vitolo, scomparso a maggio del 2018.

Nell’archivio dell’ex ospedale psichiatrico Vittorio Emanuele II è conservato il registro redatto in quei giorni al Pronto Soccorso in cui i medici appuntarono le cure e gli esiti dell’assistenza prestata ai feriti, otto dei quali perirono per le conseguenze di schegge e proiettili.

Un ampio riferimento viene fatto, nella monografia, ai verbali dal 1943 al 1944, che offrono «un interessante spaccato sulla difficoltà di gestione intervenute nel periodo bellico in modo diretto, difficoltà economiche aggravate da una rilevante diminuzione dei ricoverati, dimessi, evasi e deceduti in numero maggiore rispetto agli anni precedenti».

«Nella biblioteca comunale – ha spiegato la dottoressa Salomone nel suo intervento al convegno di presentazione della mostra – abbiamo ritrovato alcuni diari dove venivano raccontati gli attimi di paura vissuti dai cittadini di Nocera nei giorni in cui le sirene suonavano all’impazzata per avvisare degli attacchi aerei. C’è chi si rifugiava nelle tufare che sovrastavano Piedimonte, chi scappava verso le campagna e le montagne, costretti a vivere sottoterra per diversi giorni senza cibo e acqua».

«Tutto questo – ha concluso la neuropsichiatra – è stato causato dalla follia della guerra. Tante furono le vittime in quei giorni, molti dei quali bambini. La storia dovrebbe essere memoria, ma l’uomo purtroppo è portato a commettere gli stessi errori. In questi ultimi mesi stiamo rivivendo, alle porte dell’Europa, una nuova follia di guerra. La storia, intesa come memoria, dovrebbe essere lo strumento per riparare al presente e progettare il futuro, evitando i grandi errori del passato». Di qui, l’invito rivolto alle scolaresche di visitare la mostra.

L’evento, che rientra nel calendario delle iniziative di Avalanche 80 allestite dalla Provincia di Salerno, è realizzato in collaborazione con il Progetto mente in rete e con il Centro studi del dipartimento di salute mentale dell’Asl Salerno.

E’ possibile visitare la mostra fino al 25 settembre.

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