Agli inizi del 2011, a due anni dal fallimento di Lehman Brothers (settembre 2008), con la nomina del vice ministro dell’Economia Giuseppe Vegas a presidente Consob nel sistema di porte girevoli del Governo Berlusconi, gli istituti di credito avevano difficoltà a rinnovare le obbligazioni bancarie in scadenza alle famiglie, obbligazioni che assieme ad altri 35 titoli tossici erano stati bollinati come sicuri dal sito dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana) ‘Patti Chiari’, che giudicava ad altissimo rischio i Btp ed altri titoli di Stato emessi dalla Repubblica italiana.
Nelle custodie titoli e nei portafogli degli italiani erano stati allocati oltre 350 miliardi di euro di obbligazioni bancarie (12.200 titoli), il cui peso era nel 2011 pari al 10,4% sulle attività finanziarie delle famiglie, scesi al 10% nel 2012; all’8,5% nel 2013; al 6% nel 2014 per effetto della liquidità Bce iniziata il 22 dicembre 2011, con 523 banche che all’asta LTRO (Long Term Refinancing Operation) richiesero 489,191 miliardi di euro; ed il 29 febbraio 2012, con 800 banche che all’asta LTRO, richiesero altri 529,53 miliardi di euro a tassi irrisori.
Alla crisi finanziaria scoppiata nel luglio 2008 con la bolla dei sub-prime (crediti inesigibili già nella loro erogazione ed immessi sui circuiti finanziari internazionali), che aveva pesantemente colpito l’accesso elle banche ai crediti degli istituti esteri, i bankster nostrani inventarono collocamenti a tappeto di obbligazioni bancarie, che raggiunsero picchi del 10,4% sulle attività finanziarie delle famiglie nel 2011, oltre dieci volte altri Paesi Ue (Francia, Spagna, Regno Unito).
Prima delle operazioni Bce Ltro a tassi dello 0,25%, iniziate il 22 dicembre 2011, i banchieri italiani che non riuscivano a collocare bond bancari – i cui tassi erano inferiori ai rendimenti dei Btp, con un rischio maggiore – riuscirono a convincere la Consob ad abrogare, nella sottoscrizione di prodotti ad alto rischio, sia gli scenari probabilistici, che offrivano nei prospetti informativi per poter conoscere quante possibilità di rischio ci potessero essere nelle obbligazioni bancarie, sia i prospetti informativi nei cosiddetti ‘bond da banco’, emulando e scimmiottando i ‘farmaci da banco’.
Il comunicato del 23 maggio 2011, firmato da Adusbef e Federconsumatori e ripreso da Repubblica il 24 luglio 2011, aveva per titolo: “Vegas: bond bancari senza prospetto. Via libera prima dell’estate ai prodotti più semplici. Lannutti: legalità violata”. Quel comunicato è la prova provata della volontà di abrogare i prospetti informativi per poter piazzare bond bancari agli ignari risparmiatori, che rendevano molto meno dei titoli di Stato.
Nel 2010 infatti, gli istituti di credito italiani detenevano il record in Europa della raccolta bancaria per mezzo delle proprie obbligazioni, che pesavano per il 38% del totale, pari al 10% delle attività finanziarie delle famiglie italiane; tra il 2006 e il 2009 erano stati appioppati ai piccoli risparmiatori 350 miliardi di bond bancari, oltre 200 miliardi in più dei titoli venduti agli operatori professionali, con uno stock complessivo di bond bancari pari ad 800 miliardi di euro, con oltre 100 miliardi a scadenza nel 2011 solo per le prime 5 banche. Bond che nessun risparmiatore voleva sottoscrivere per l’evidente rischiosità e per la totale assenza di fiducia, i cui rendimenti erano stati (dicembre 2010) ad un tasso medio dell’1,48%, contro l’1,57% dei Bot, il 2,59% dei Cct ed il 4,55% dei Btp,5%.
In tale contesto la Consob, dopo la partecipazione del neo eletto presidente Vegas ad un convegno dell’Abi, promette di emanare un regolamento per esentare i banchieri dall’obbligo del prospetto, duramente criticato dai consumatori, che così scrivevano: «Dopo la bozza di regolamento sui derivati, ancora più oscura, vessatoria e meno trasparente di una sacrosanta informativa agli Enti locali, il cui approccio probabilistico risk-based sulle reali probabilità di perdita o guadagno della sottoscrizione del derivato è stata trasformata da posticce analisi di sensitività chiamate in gergo “Wath-if”, per assecondare i desiderata dell’Abi e delle banche, la Consob di Vegas supera se stessa, con la promessa di eliminare i prospetti informativi per le obbligazioni bancarie, proseguendo sulla strada di una legalità violata e calpestata con il concorso dei distratti controllori. Mentre il mondo e l’Europa impongono nuove e più stringenti regole per limitare l’avidità dei banchieri intenti ad emettere prodotti nocivi appioppati al pubblico dei risparmiatori frodati e rapinati allo sportello, il presidente Vegas annuncia ad un convegno dell’Abi che la Consob deciderà presto, prima dell’estate, di autorizzare le banche a emettere obbligazioni del tipo plain vanilla (quelle con meno rischio e più semplici) senza la pubblicazione del prospetto informativo, come uno dei primi passi della nuova filosofia della Consob per un approccio meno formalistico e volto alla limitazione della quantità di regole per il settore finanziario».
Adusbef e Federconsumatori, che hanno depositato ieri, 4 gennaio 2016, ulteriori esposti a nove Procure contro la Consob – che in concorso con Abi, Bankitalia e le banche ha provocato enormi danni a decine di migliaia di obbligazionisti truffati di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara, ed un ulteriore pericolo per altre migliaia di famiglie che hanno sottoscritto bond subordinati per un valore di circa 33 miliardi di euro, su un totale di 60,5 miliardi in circolazione – chiederanno nel presidio del 12 gennaio 2016 sotto la sede Consob di via Martini a Roma, le irrevocabili dimissioni di Vegas e del suo cerchio magico.
In apertura una manifestazione dei risparmiatori truffati davanti a Montecitorio. Sotto, una foto di protesta contro Vegas.
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