Esiste un “metodo mafioso” dietro le centinaia di femminicidi che insanguinano ogni giorno l’Italia, l’Europa e il mondo intero.
Non a caso il libro appena uscito, che ripercorre cento di queste tragiche vicende nel nostro Paese, è stato scritto dalla penna affilatissima di un giornalista di razza, da tempo noto per i suoi precedenti, incalzanti lavori su mafia e camorra, Bruno De Stefano (tra i tanti ricordiamo “La camorra dalla A alla Z”, “Napoli criminale” e molti altri).
Il principio per il quale la donna altro non è se non un “possedimento” dell’uomo (compagno, marito, fidanzato) e che pertanto, in caso di abbandono, lo “sgarro” deve essere “lavato col sangue” per tutelare “l’onore”, se ci riflettiamo bene è, alla fine, il drammatico leit motiv di tantissime fra queste macabre storie. Principi e metodi che ci ricordano puntualmente, ogni volta, quei killer dei vicoli napoletani poco più che diciottenni, a volte nemmeno, pronti a pulirsi le scarpe nuove dal sangue delle loro vittime per andare in sala giochi o in discoteca, pochi minuti dopo aver commesso un efferato omicidio.
Benché l’Italia non detenga il terribile record negativo in Europa (che spetta alla Lettonia, con 2,44 femminicidi in ambito domestico ogni centomila donne), sembra tuttavia di poter affermare che la camorra, le nostre mafie, abbiano “esportato” i loro metodi sanguinari nel resto del mondo. Così come è avvenuto con la mafia russa, la mafia cinese e le altre potenti organizzazioni criminali di questo tipo sparse in diverse nazioni, che sono sorte e si sono modellate sulle cosche italiane, senza che si sia mai riusciti a debellarle.
Bene ha fatto dunque, lo scrittore-criminologo Bruno De Stefano, a raccontarci queste cento, recenti storie italiane come solo lui poteva fare, nel fresco di stampa da Newton Compton “I femminicidi che hanno sconvolto l’Italia”. Pagine che si leggono tutte d’un fiato, come si vede senza respiro un film del terrore, da Yara Gambirasio a Sarah Scazzi, da Melania Rea a Chiara Poggi e a tante altre vittime, passate solo per poche ore agli onori della “nera”. Sulle quali l’autore si sofferma con tutta la sofferta com-passione, ma anche il rigore necessario a farci rivivere la loro esistenza, prima che venisse brutalmente stroncata da chi diceva di amarle.
Non mancano i rilievi sulla giustizia negata, presente in quasi tutte queste storie. Mali del nostro sistema giudiziario, che infliggono l’ultima coltellata nei cuori sbigottiti di figli rimasti orfani e genitori privati dell’unica ragione di vita.
Ci permettiamo sommessamente di aggiungere che in molte di queste vicende, anche in quelle più note (Melania, Sarah, Yara), la camorra era entrata pesantemente fin dalle prime indagini. Prima di sparire misteriosamente, prima che gli efferati crimini dei boss camorristi (o dei loro affiliati) finissero sepolti nei nostri tribunali dalla comoda conclusione del “delitto passionale”. Comoda, naturalmente, per quei magistrati che si sono imbattuti nelle prove, ma hanno preferito girarsi dall’altra parte.
Grazie a Bruno De Stefano per avere riaperto queste sofferte pagine della nostra cronaca nera, che sono destinate a far riflettere tante donne, quelle che la sera si chiudono in casa a doppia mandata con il loro aguzzino, sul fatto che i loro uomini non cambieranno e che, forse, sono ancora in tempo a salvarsi la vita.
BRUNO DE STEFANO
I femminicidi che hanno sconvolto l’Italia
Pagine: 372
Pubblicato il 14 luglio 2023
Newton Compton editori
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.