Per lo scorcio finale d’agosto vi proponiamo la lettura di un breve ma intenso (e anche profetico, visti i tempi che corrono) saggio. In realtà si tratta di un discorso che lo storico, saggista e attivista americano per i diritti civili, Howard Zinn, tenne il 10 ottobre 2001 al ‘Massachusetts College of Art’ di Boston.
Il suo intervento è contenuto all’interno di un pamphlet titolato ‘Artists in Time of Wars’, pubblicato negli Stati Uniti due anni dopo, nel 2003, e uscito in Italia per i tipi di ‘Nuovi Mondi Media’, nel 2005, con il titolo ‘Dissento’ e il sottotitolo ‘Storie di artisti in tempi di guerra’.
Per prima cosa, qualche parola su Zinn.
E’ diventato celebre, a livello internazionale, per la sua ‘Storia del popolo americano dal 1942 ad oggi’, in cui racconta la ‘storia’ Usa vista dagli ultimi, dagli esclusi, dagli schiavi neri, dalle donne prive dei diritti, dai nativi americani: e non, quindi, come di ‘prassi’, dalla parte del Potere, dei presidenti a stelle e strisce, della ‘rouling class’ e – diremmo oggi – di quel ‘Deep State’ cresciuto da oltre vent’anni come un tumore che più maligno non si può, emblematizzato in modo perfettamente bipartisan da Bush padre e figlio fino all’attuale primo inquilino della Casa Bianca, il sempre più ‘pericoloso’ Joe Biden.
Lui, Zinn, si descriveva come “qualcosa di anarchico, qualcosa di socialista. Può darsi un socialista democratico”.
Negli ultimi anni della sua vita (è morto nel 2010) è stato un paio di volte in Italia, su invito di ‘Emergency’, parlando non solo di diritti civili, ma soprattutto dell’inalienabile diritto alla salute, ad una sanità pubblica gratuita e per tutti. Non a caso, per uno dei suoi libri, ‘La guerra giusta’, la prefazione è firmata da Gino Strada.
Ecco i titoli delle altre sue opere: ‘Democrazia e Libertà’; ‘Non in mio nome’; ‘Il fantasma del Vietnam’; ‘Just War’; ‘Disobbedienza e Democrazia’.
La data del suo discorso a Boston, che dà il titolo al libro in lingua originale, è molto importante: ad un mese esatto da quell’11 settembre 2001 che è un vero spartiacque nella storia Usa.
Nel suo intervento, Zinn fa ovviamente esplicito riferimento alla tragedia delle ‘Twin Towers’: e sottolinea la follia di rispondere al terrorismo (quello di matrice islamica, griffato Osama bin Laden) con il terrorismo di Stato Usa, sotto forma di guerre d’invasione, di occupazione, di massacri & di morte.
Peccato che non abbia potuto conoscere quanto negli anni successivi – ma mai in modo ufficiale, per via della devastante e altrettanto cancerogena censura ‘democratica’ Usa – è man mano emerso su quella tragedia.
Soprattutto attraverso le ricerche, le analisi, gli scritti di due grandi amici della ‘Voce’, Giulietto Chiesa e Ferdinando Imposimato.
Il primo, con la collaborazione di Franco Fracassi, ha firmato un ‘must’ per capire la strage delle Torri Gemelle. Ve ne consigliamo caldamente (anche visto il clima agostano) la lettura. Fa sempre bene: soprattutto per conservare la verità e, soprattutto, la ‘memoria’ di fatti tanto sconvolgenti. E mai ‘letti’ in modo appropriato, ancor oggi.
Il secondo venne incaricato, proprio nel 2010, dalla ‘Corte penale internazionale’ dell’Aja, di realizzare una maxi-memoria sulla Twin Towers story. Ferdinando, per svolgere quel lavoro con lo scrupolo e la competenza che lo hanno sempre contraddistinto, consultò una mole di documenti e carte, quasi tutti in inglese, of course. Ricordo con grande emozione che chiese una mano a me e a mio fratello Alessandro per tradurre quei documenti.
Ne uscì una contro-inchiesta coi fiocchi: in grado di documentare, per filo e per segno, il ruolo svolto sia dall’FBI che, soprattutto dalla CIA, con la evidente supervisione della Casa Bianca, in quella tragedia. La Voce pubblicò, a firma di Ferdinando, una sintesi di quel lavoro: nel quale emergeva il cruciale ruolo svolto da Mohamed Atta, il capo commando, che era sbarcato un anno prima negli Usa, li aveva girati in lungo e in largo senza essere mai ‘fermato’, aveva addirittura preso lì in brevetto di volo. Quindi, si trattava di un soggetto ‘super attenzionato’, ‘super vigilato’ da CIA ed FBI che non mossero un dito per fermarlo.
Proprio come è successo per il caso Moro, con il decisivo intervento dell’agente CIA Steve Pieczenick, l’inviato speciale dagli Usa per far parte del ‘Comitato di Crisi’ messo su dall’allora ministro dell’Interno Francesco Cossiga: perchè lo statista DC, che voleva il compromesso storico con il PCI di Berlinguer, ‘Doveva Morire’, come hanno titolato nel 2008 il loro j’accuse lo stesso Imposimato e Sandro Provvisionato.
Ma torniamo e chiudiamo con Zinn. Del quale a seguire, come annunciato, vi proponiamo la lettura di quel mitico intervento all’Università di Boston. Oggi, ribadiamo, più istruttivo che mai: perché si parla di follia della guerra, di ogni guerra; e sotto questo profilo gli Stati Uniti sono grandi ‘maestri’.
Vi consigliamo di reperire il libro, perché contiene altri tre significativi interventi, come potete vedere dai titoli che seguono.
Nella stesura mancano solo un paio di passaggi finali e, soprattutto, la mitica poesia-canzone di Bob Dylan riportata da Zinn e che comunque a seguire vi offriamo, sia tradotta che in lingua originale.
Buone letture agostane!
LINK GOOGLE BOOKS
Dissento. Storie di artisti in tempo di guerra
LA CANZONE DI BOB DYLAN
MASTERS OF WAR
Come you masters of war
You that build all the guns
You that build the death planes
You that build the big bombs
You that hide behind walls
You that hide behind desks
I just want you to know
I can see through your masks
You that never done nothin’
But build to destroy
You play with my world
Like it’s your little toy
You put a gun in my hand
And you hide from my eyes
And you turn and run farther
When the fast bullets fly
Like Judas of old
You lie and deceive
A world war can be won
You want me to believe
But I see through your eyes
And I see through your brain
Like I see through the water
That runs down my drain
You fasten the triggers
For the others to fire
Then you set back and watch
When the death count gets higher
You hide in your mansion
As young people’s blood
Flows out of their bodies
And is buried in the mud
You’ve thrown the worst fear
That can ever be hurled
Fear to bring children
Into the world
For threatening my baby
Unborn and unnamed
You ain’t worth the blood
That runs in your veins
How much do I know
To talk out of turn
You might say that I’m young
You might say I’m unlearned
But there’s one thing I know
Though I’m younger than you
Even Jesus would never
Forgive what you do
Let me ask you one question
Is your money that good
Will it buy you forgiveness
Do you think that it could
I think you will find
When your death takes its toll
All the money you made
Will never buy back your soul
And I hope that you die
And your death’ll come soon
I will follow your casket
In the pale afternoon
And I’ll watch while you’re lowered
Down to your deathbed
And I’ll stand o’er your grave
‘Til I’m sure that you’re dead
SIGNORI DELLA GUERRA
Venite signori della guerra
voi che costruite i cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite le bombe
voi che vi nascondete dietro muri
voi che vi nascondete dietro scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere
Voi che non avete mai fatto altro
che costruire per distruggere
giocate con il mio mondo
come fosse il vostro giocattolo
mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete dal mio sguardo
e vi voltate e scappate lontano
quando volano i proiettili
Come Giuda dell’antichità
voi mentite e ingannate
Volete farmi credere che
una guerra mondiale può essere vinta
Ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
così come vedo attraverso l’acqua
che scorre nella mia fogna
Voi armate i grilletti
perchè altri sparino
poi vi sedete a guardare
il conto dei morti farsi più alto
Vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue di giovani
fluisce fuori dai loro corpi
ed è sepolto nel fango
Voi avete sparso la paura peggiore
che si possa avere
la paura di mettere figli
al mondo
Per minacciare il mio bambino
non nato e senza nome
non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene
Cosa ne so io
per parlare quando non è il mio turno?
Potreste dire che sono giovane
potreste dire che non sono istruito
ma c’è una cosa che so
sebbene sia più giovane di voi:
nemmeno Gesù perdonerebbe mai
quello che fate
Lasciate che vi faccia una domanda
il vostro denaro è così potente
che pensate potrà
comprarvi il perdono?
Io penso che scoprirete
quando la Morte chiederà il suo pedaggio
che tutto il denaro che avete fatto
non riscatterà la vostra anima
E spero che moriate
e che la vostra morte arrivi presto
Seguirò la vostra bara
nel pomeriggio opaco
Veglierò mentre siete sepolti
nel vostro letto di morte
e resterò sulla vostra tomba
finchè sarò sicuro che siete morti
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