Il vecchio trombone Dc, Carlo Giovanardi, continua a far danni.
Sarà forse anche per l’insopportabile afa piombata sull’Italia, ma le sue ultime esternazioni sulla tragedia di Ustica, costata il 27 giugno del 1980 ben 81 vittime tra i passeggeri dell’Itavia, sono davvero ai confini delle realtà.
Aveva fatto non pochi danni all’ombra dello scudocrociato per anni. Ha continuato imperterrito come membro dell’ennesima commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro che non ha cavato un ragno dal buco nonostante la verità storica sia ormai sotto gli occhi di tutti (o almeno di chi vuol vedere). E ora prosegue in modo nefasto con vergognose affermazioni che suonano come l’ennesimo depistaggio, calpestando la memoria di quelle vittime che non hanno mai avuto una vera giustizia (visto che tutti i militari e i generali dell’aereonautica l’hanno fatta franca sotto il profilo giudiziario).
Ma leggiamo subito le farneticazioni griffate Giovanardi, nel corso di un’intervista appena rilasciata a ‘Cusano Italia Tv’.
“Ora è assolutamente certo che l’aereo è esploso per una bomba collocata nella toilette di bordo. Adesso i magistrati devono andare a scoprire chi ha messo quella bomba. Si aprono tante poste, tra cui quella della minaccia di rappresaglia che Arafat e il fronte nazionale della Palestina avevano portato avanti richiamandosi all’accordo in base al quale secondo loro potevano far passare armi impunemente dal nostro Paese e in cambio non avrebbero fatto attentati”.
Poi continua, come un inarrestabile fiume in piena: “Chi parla di battaglie aeree non ha visto le carte e non le hanno viste perché incredibilmente solo nel dicembre 2022 col governo Draghi sono state depositate nell’archivio di Stato e quindi ne siamo in possesso. Nel carteggio che io come membro della Commissione Moro ho già potuto vedere. Cioè dopo il sequestro dei missili ad Ortona e l’arresto di Abu Saleh che era il referente del fronte di liberazione della Palestina, il crescendo di minacce delle frange palestinesi che minacciavano una rappresaglia se non veniva liberato Abu Saleh, questi venne invece condannato e il 27 giugno al mattino parte il cablogramma da Beirut del nostro addetto alla sicurezza dell’ambasciata che avvisa che siamo nell’imminenza dell’attentato, che scatta puntualmente con l’esplosione dell’aviojet. Io purtroppo queste cose non le ho potute dire l’anno scorso”. Sintassi, grammatica e logica nella ‘toilette’, appunto, ma passiamo oltre.
Non soddisfatto di quanto già ‘rivelato’ (sic), prosegue imperterrito nella fanta-ricostruzione. “Il processo penale è arrivato fino in Cassazione, ha assolto con formula piena tutti i generali dell’aeronautica che avevano rinunciato alla prescrizione e ha scritto nero su bianco nella sentenza penale passata in giudicato che quella della battaglia aerea è una trama degna di un film di fantascienza. Una sommatoria di balle che sono servite a fare film, a vendere canzoni, sceneggiati etc. Il fatto che tutto sia stato segretato è dovuto agli accordi con la resistenza palestinese per evitare attentati. Tra gli anni ’70 e ‘80, dato il gran numero di attentati, i governi cercavano il modo di mettersi a riparo, solo in Italia tutto questo si è tradotto in una politicizzazione e nell’indicazione della allora parte politica che era contro francesi e americani, perché stavano con l’Unione Sovietica”. Ancora una volta sintassi e logica sotto la naftalina.
Una sfilza di balle – queste autentiche – messe in fila come neanche il più seriale dei depistatori sarebbe in grado di fare. Complimenti, da guinness degli orrori a catena.
Partiamo dalla realtà storica, ormai praticamente certa, perché sono diverse le fonti che ‘coincidono’, ovviamente in mancanza di una verità giudiziaria morta e sepolta dopo anni e anni di indagini a vuoto, e una sfilza di depistaggi che la ‘Voce’, nel corso degli anni, ha varie volte dettagliato.
Il primo a raccontare, proprio alla ‘Voce’, la verità di quanto successe quella tragica notte nei cieli di Ustica, fu oltre trent’anni fa, per la precisione a metà del 1992, Franco Piro, ex sottosegretario alla Difesa del Psi. Parlò esplicitamente di un missile lanciato da una portaerei francese, per la precisione la Clemanceau, il quale abbattè il nostro Dc9 dell’Itavia.
Dopo alcuni anni, nel 1999, la stessa versione ci venne fornita da un ex agente dei servizi segreti ‘in fuga’, perché ‘sapeva troppo’ e temeva per la sua incolumità, Alessandro Vanno.
Nel 2006 l’ex capo dello Stato e ‘picconatore’ Francesco Cossiga, in una delle ultime, illuminati esternazioni, disse proprio lo stesso: “Perché la Francia non fornisce i tracciati radar di quella sera? Forse perché salterebbe fuori che in quelle acque c’era una sua portaerei, non mi ricordo se la Clemanceau o un’altra, da cui partì il missile destinato all’Itavia?”.
Un anno dopo, uno choccante docufilm del francese CanalPlus descrisse per filo e per segno cosa successe quella tragica notte: e il copione è invariabilmente lo stesso.
Sorge spontanea la domanda: come mai, in tutti questi anni, nessun governo ha mai avuto il coraggio di chiedere ai francesi, oppure agli ‘alleati’ americani che diedero l’ok all’operazione, di fornire appunto quei tracciati? E notizie sul posizionamento delle portaerei francesi in quelle acque quella tragica notte?
Visto che sono passati più di 40 anni e visto che la premier Giorgia Meloni ha ripreso alla grande i rapporti con il capo dell’Eliseo Emmanuel Macron, perché non gli chiede se gentilmente ci consegna quelle carte & quei documenti?
Altrimenti saremo costretti a sorbirci ancora le balle di un Giovanardi qualunque che una mattina si sveglia e dà la stura a una serie di cavolate da brivido, vero insulto alla Storia e, come detto, soprattutto alla Memoria delle vittime, uccise così per una seconda volta.
Come si fa a tornare sulla pista della bomba nella toilette scartata e riscartata dagli inquirenti e non solo?
Come si fa a tirar fuori la pista palestinese altrettanto sputtanata nel corso degli anni?
Come si fa a parlare di “carte depositate nel dicembre 2022 col governo Draghi” che era già da mesi sotto naftalina?
Come si fa a esordire con un incredibile “ora è assolutamente certo che l’aereo è esploso per una bomba collocata nella toilette di bordo”? Ora che? In base a cosa cavolo?
Si dia alla scrittura di fotoromanzi o romanzetti di fantascienza, il vecchio trombone Giovanardi, e lasci perdere i morti che meritano rispetto e non una valanga di imbecillità da far rabbrividire!
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