DIMENTICARE IL PROPRIO BAMBINO.  UN CASO DI AMNESIA DISSOCIATIVA

Walter di Munzio

Non si può nemmeno immaginare cosa può provare un genitore che ha causato la morte atroce del proprio figlio per averlo dimenticato in auto sotto il sole. Il motivo di queste morti secondo l’Academy of Pediatrics (AAP) è che il corpo di un bambino si riscalda da tre a cinque volte più velocemente di quello di un individuo adulto. Nei bimbi lasciati in auto al sole, gli organi principali vanno in sofferenza appena la temperatura corporea raggiunge i 40°C. Il rischio di morte si concretizza appena la temperatura del piccolo corpicino arriva a 41,6°C. L’AAP ci ricorda inoltre che un colpo di calore si può verificare anche quando le temperature esterne non sono particolarmente elevate.

 

Già nel 2019 il parlamento ha votato una legge che ha imposto l’uso di uno speciale “seggiolino parlante”, capace di attivarsi nello stesso momento che si lascia il proprio veicolo senza portare con sé il bambino o disattivare il meccanismo. I modelli di seggiolini più recenti inviano persino un sms sui cellulari di entrambi i genitori. Un dispositivo del genere sarebbe oggi in grado di impedire il verificarsi di episodi del genere. Ma in questo caso non è stato così. Ancora una volta una bambina di 14 mesi, a Roma, è stata trovata morta nell’auto del papà, che prima di recarsi al lavoro doveva accompagnarla all’asilo. Si tratta dell’undicesimo bambino atrocemente morto in poco più di vent’anni. Purtroppo, accade. È infatti possibile che un adulto, se stanco o stressato, può dimenticare il suo bambino. Si tratta di un evento dolorosissimo ma anche estremamente colpevolizzante. Un evento che segnerà per sempre la vita a venire di quel genitore.

Proprio per il ripetersi di siffatti episodi fu approvata già nel 2018 una legge ad hoc, la 117, che obbligava i genitori di bambini così piccoli a farli viaggiare solo se ancorati a “seggiolini parlanti”. Ma pochi, a distanza di tanti anni, si sono adeguati e la rispettano. Come pochi sono i controlli delle forze di polizia. Ma come può capitare una cosa del genere? Certo non si tratta di genitori che non amano i propri figli. Gli esperti spiegano il fenomeno con una diagnosi (spesso si fa così pur di dare un senso a comportamenti che non hanno spiegazione logica), la diagnosi è, in questi casi, ‘Forgotten Baby Syndrome’ (Sindrome del bambino dimenticato). Diagnosi che a sua volta dice veramente poco e non restituisce senso alla tragedia. Ma, purtroppo ancora oggi, sono pochi i controlli preventivi e c’è una grande sottovalutazione del problema. Ma se riflettiamo sul fatto che questo caso riguarda un carabiniere. Come pensiamo si possa vigilare sul rispetto di questa norma? Il carabiniere in questione è in servizio alla Cecchignola e lavora proprio vicino all’asilo in cui doveva lasciare sua figlia. È chiaro che si tratta di un classico vuoto di memoria. Definita amnesia temporanea, frequente in soggetti molto stressati. Ma a tal proposito ricordiamo che la definizione di stress è oggetto di tante definizioni, diverse da persona a persona e connesse in genere a eventi di vita personale.

Questi vuoti della memoria hanno tanti sinonimi, da buchi di memoria ad amnesie temporanee. Mi si tratta, in sostanza, solo di dimenticanze frequenti che generalmente riguardano la memoria recente. Indicano anomalie nella capacità di ricordare, e sono da ricondurre a cause diverse, paziente per paziente. Alcuni sono sintomi di altre patologie (come il deterioramento cognitivo, primi segni di demenza senile) altre dipendono da una sorta di “comportamento economico” del nostro cervello, che cancella, motu proprio, quelle informazioni che ritiene ridondanti. Ma, l’amnesia dissociativa, è un tipo di perdita di memoria causato da un trauma o da stanchezza nervosa (stress), fino a determinare l’incapacità a ricordare informazioni personali, anche con un importante contenuto emotivo. Il soggetto presenta in questi casi vuoti di memoria che possono abbracciare un arco di tempo variabile, da pochi minuti a decine di anni.

In questo caso la prova della buona fede del padre si evidenzia dal fatto che a ritrovare la bimba morta sia stata la madre che, andata a prendere la piccola all’asilo, ha scoperto che non era mai arrivata in classe. A quel punto la donna è corsa nel parcheggio in cui il marito lascia abitualmente l’auto in sosta. Le urla della donna hanno poi richiamato l’attenzione di un passante che, sfondato un finestrino, ha tentato di far uscire la bambina ormai esanime. Il personale del 118 ha poi tentato inutilmente di rianimarla, ma era già tardi. I genitori sono, naturalmente, entrambi sotto shock.

Quando l’amnesia non consente di ricordare esperienze recenti o remote e non è provocata da un disturbo psicologico, viene definita amnesia dissociativa. In sostanza ci indica un episodio isolato e non il segnale di una patologia più grave. Può capitare a tutti, occasionalmente, un episodio di confusione o di disorientamento cognitivo che fa dimenticare cosa abbiamo mangiato, dove siamo stati, cosa siamo andati a comprare o con chi e di cosa abbiamo parlato. Inoltre, se parliamo di informazioni relative a eventi traumatici o per noi stressanti, può persino capitare che un’informazione, seppur dimenticata, continui a influenzare i nostri comportamenti.

L’amnesia dissociativa è più comune tra le donne che tra gli uomini, e di solito colpisce persone che hanno subito o sono state testimoni di eventi traumatici, come abusi fisici, sessuali, stupri, guerre, genocidi, gravi incidenti, calamità naturali e persino la morte di persone care. Ma può anche essere scatenata dalla preoccupazione per problemi finanziari o da un conflitto interiore (ad esempio, un senso di colpa per determinati impulsi o azioni, difficoltà interpersonali apparentemente irrisolvibili, o persino da cattive azioni compiute).

Infine, un’amnesia dissociativa può durare molto tempo dopo l’evento traumatico. Talvolta, il soggetto recupera spontaneamente i propri ricordi, ma può anche non restare traccia nella nostra memoria della corrispondenza ai fatti così come sono realmente accaduti.

Tutto ciò a differenza di un’amnesia generalizzata (che si riscontra per esempio nei reduci di guerra o in persone che hanno subito aggressioni sessuali o vissuto stressanti conflitti estremi) di solito si verifica all’improvviso ed è molto più frequente di quanto si possa immaginare. Ma purtroppo quando riguarda un bambino piccolo, se affidato alla nostra sorveglianza, può causare gravissime conseguenze.

È stata buona cosa rendere obbligatorie alcune precauzioni.

 

Walter di Munzio è psichiatra e pubblicista


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