Prendere per i fondelli, bluffare, mentire: verbi coniugati fin da settembre da un governo che non governa. Nel giorno che ricorda la lotta dei lavoratori per i diritti negati, non è con loro solidale e convoca proprio per il primo maggio un consiglio dei ministri fasullo sul decreto lavoro, oggetto ancora misterioso. Un incavolatissimo Landini contesta la convocazione provocatoria dei sindacati alla vigilia del 1° maggio per un incontro privo di contenuti proprio sul tema del lavoro. Il TG1, iniziativa inedita della Rai e in generale dei media, dà voce all’Ugl, sindacato di destra. La Meloni propaganda il taglio fiscale: “…è il più importante taglio delle tasse sul lavoro degli ultimi decenni”, (finanziato con un “tesoretto” di 4 miliardi di euro), ma a disagio con i numeri è clamorosamente smentita. L’esecutivo “non ha deciso un aumento medio di 100 euro al mese, ma al massimo di 60 euro (quello medio è molto più basso), e solo per 6 mesi”. 40 euro erano la misura introdotta da Draghi. Il suo governo e quello di Renzi avevano adottato misure analoghe con risorse più imponenti. Smentita la propaganda della premier. Palco del concerto per il primo maggio, ieri sera in un TG1 apertamente asservito a Fratelli d’Italia, i poveri telespettatori che ancora sopportano passivamente l’uso privato di giornalisti e telecamere del telegiornale diretto dall’acquiescente Monica Maggioni, hanno subìto la messa in onda di un servizio sul primo maggio dell’esecutivo che ha finto di disertare la manifestazione dei lavoratori perché al lavoro sul tema del lavoro. “Yo soy Giorgia” ha usato una troupe Rai e nei panni di attrice e regista, si è confezionata uno spot autopromozionale, un video-selfie. mentre si recava come padrona di casa nell’aula del consiglio dei ministri. Performance da segnalare a produttori hollywoodiani, ma anche alla commissione di vigilanza di viale Mazzini!
È il governo del non fare e di confitti d’interesse, ben oltre il clamoroso precedente di Berlusconi: Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, alter ego della Meloni in materia tributaria e fiscale, mantiene le quote di “Progetto fisco” che annovera come soci moglie e figli. La Savino, sottosegretaria per i rapporti con l’Agenzia delle Entrate, possiede quote nella società immobiliare di famiglia. Urso, Fratelli d’Italia, ministro delle imprese e del made in Italy, ha creato una società di consulenza per investimenti all’estero, l’Italy World Service e ha ceduto al figlio le quote di Made in Italy. Marcello Gemmato, personaggio influente di Fratelli d’Italia in campo sanitario: ha una partecipazione all’azienda Therapia (case di cura). La ministra al Lavoro Calderone: il marito è presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro. La ministra Santanché, ministra del turismo, ha ceduto al compagno la partecipazione al lido Twiga. Il ministro della difesa Crosetto, in visita a Bagdad, ha conservato una quota del 25% della società di consulenza per imprese (inclusa la Leonardo, che produce armi). Il ministro Lollobrigida è il cognato della premier.
Che dire, è un puzzle perfetto, un fitto intreccio fra ruoli istituzionali e affari personali.
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