Napoli capitale del mondo

Se stiamo insieme ci sarà un perché… (Riccardo Cocciante): se il popolo della sinistra sta con Elly Schlein c’è un perché. C’è il personale consenso ottenuto alle elezioni in Emilia, il successo di outsider nella corsa delle primarie per la successione a Letta, contro un colosso della nomenclatura Pd qual è il presidente della regione emiliana con il favore degli scontenti non iscritti, del loro sostegno a una leader che dice e fa finalmente cose di sinistra. C’è il suo evidente, esplicito riferimento al lavoro, alla classe operaia, a povertà, giustizia sociale, accoglienza dei migranti, parità di diritti delle donne, degli omosessuali, delle coppie di fatto. C’è che i sondaggisti in buona fede registrano con andamento costante cali di consenso della Meloni e aumenti della Schlein, che appena eletta alla segreteria del Pd ha promesso di essere un problema per “Yo soy Giorgia” e ci sta riuscendo. La conferma è nei bagni di folla che l’accolgono ovunque, l’invito a continuare a essere di sinistra. La destra è vicina a crisi di nervi, a travasi di bile dei più irascibili parafascisti come Donzelli, Fito. La macchina del fango, tentata inutilmente la via della contestazione politica, ricorre al pettegolezzo, al gossip. Elly ha certamente ripercorso la storia del Pci, di quando Togliatti, nel rispetto del ruolo istituzionale, indossava un severo abito blu. Per identiche motivazioni la Schlein ha chiesto a una sua amica esperta di abbigliamento di consigliarla per aggiungere all’eskimo, ai jeans e alle scarpe da tennis, una mise da leader politica. Apriti cielo, l’acredine contenuta a stento dalla destra e dai media ‘amici’ hanno inaugurato la saga della maldicenza, con accuse gratuite di incoerenza. E tutto ok, se questo è l’argomento cardine per contrastarla, la Schlein può serenamente fregarsene e tirare dritto. Un buon motivo supplementare è la conferma di corrispondere alla domanda di sinistra-sinistra che propone  l’esodo dal Pd di esponenti della moderazione, di quanti nel tempo hanno ridotto il partito a un edulcorato copia-incolla di blanda socialdemocrazia.

Altro capitolo dell’attualità: il fenomeno di Napoli tutta vestita di azzurro. Festoni tra i palazzi, bandiere per ogni dove, quartieri popolari presi d’assalto da napoletani e turisti, la città a piedi come nelle domeniche dell’austerity, sold out di ristoranti e alberghi: domani per l’evento che potrebbe vestire di tricolore Osimhen e compagni, 200 Paesi del mondo collegati in tv, partita seguita da 500 milioni di appassionati. Un effetto collaterale crea disagio a chi è venuto a Napoli per assistere alla partita di oggi con la Salernitana: lo spostamento a domani diventa un problema per chi aveva prenotato alberghi e voli aerei, ma come scrive la Repubblica, “Napoli comunque caput mundi”.


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