“Ritengo che le ricerche condotte a Wuhan sul guadagno di funzione abbiano causato la più grande pandemia che il nostro mondo abbia mai visto”.
E’ la clamorosa affermazione di un pezzo da novanta della sanità americana, Robert Redfield, ex direttore degli strategici ‘Centers for Deseases Control’ (CDC), ossia gli organismi basilari negli States per controllare e monitorare la salute.
UN ‘COMITATO’ DELLA CAMERA USA INDAGA
Lo ha sostenuto lo scorso 8 marzo davanti ai membri di un ‘Comitato ristretto’della Camera a stelle e strisce, istituito per far luce sulle origini del Covid. Anche visto che, in modo alquanto anomalo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha appena alzato bandiera bianca, rinunciando alla Fase 2 della missione che avrebbe dovuto portare alla soluzione del ‘giallo’, come ha annunciato, appena insediato sulla poltrona di direttore scientifico dell’OMS, Jeremy Farrar, fin dall’inizio fiero oppositore della teoria, definita ‘complottista’ della fuga del virus ‘artificiale’ dal laboratorio di Wuhan.
Di parere nettamente opposto Redfield, che ha parlato senza peli sulla lingua circa quella fuga, di cui sono responsabili anche gli americani, visto che è stato il ‘National Institute for Allergy and Infectious Deseases’ (NIAID) guidato a vita (dal 1984 al 2022) da Anthony Fauci a finanziare gli studi sul ‘guadagno di funzione’ (‘gain of function’), vietati negli Usa e perciò eseguiti all’estero, in mezzo mondo (vedi i biolaboratori installati dal Pentagono in Ucraina) e perfino in un paese ‘teoricamente’ nemico, come la Cina.
I fondi del NIAID sono transitati attraverso una Ong di comodo, la ‘EcoHealth Alliance’ che fa capo al controverso Peter Daszak: il quale – incredibile ma vero – ha fatto parte della prima fallimentare missione dell’OMS a Wuhan, perché di tutta evidenza non poteva auto-accusarsi e soprattutto accusare il mandante, Fauci, per quei generosi fondi elargiti all’Istituto di Virologia cinese.
Ma eccoci al ‘Comitato ristretto’, presieduto da Brad Wenstrup, un parlamentare dell’Ohio. Nel corso del quale è stato sottolineato che è fondamentale scoprire l’origine (naturale o artificiale del virus) soprattutto “per aiutarci a prevedere e prevenire future pandemie, proteggere la nostra salute e sicurezza nazionale e preparare gli Stati Uniti per il futuro”.
Redfield – riportano le agenzie statunitensi – “ha criticato il controverso metodo di ricerca, affermando che tale metodo, a sua conoscenza, non ha creato un trattamento o ‘vaccini salvavita’”.
E viene aggiunto: “Redfield ha anche affermato durante l’udienza di aver detto al direttore del NIAID, Fauci, di non credere che lo spillover naturale – il virus che viaggia dagli animali o dalle piante all’uomo – fosse ‘scientificamente plausibile’ con le origini di Covid-19 e per questo è stato ‘scomunicato’ dai colloqui sul virus”.
Ed infatti, Redfield ha dovuto lasciare, proprio per le profonde divergenze con Fauci, la sua poltrona come direttore dei CDC, e gli è subentrato Francis Collins, in ottimi rapporti con Fauci, il quale – a sua volta – è grande amico di Farrar, oltre che di Daszak.
E proprio per far luce su questi legami anomali, per scoprire le origini del Covid e il ruolo giocato dai NIAID, due procuratori generali (Jeffry Landry della Louisiana e Erich Schmitt del Missouri) hanno avviato a settembre una maxi inchiesta, che ha subito puntato i riflettori su 9 pezzi da novanta della Casa Bianca, ben compreso Fauci. Il quale due mesi fa è stato sottoposto ad un interrogatorio di ben 7 ore, dove tra un mare di “non so”, “non ricordo”, “è passato troppo tempo”, di una sola vicenda si è ricordato bene: “non ho mai conosciuto Peter Daszak”, una colossale bugia.
Torniamo al ‘Comitato ristretto’ della Camera.
Nel corso dell’udienza Redfield ha dichiarato: “Penso che la risposta verrà dall’intelligence”.
Con ogni probabilità intende riferirsi a quanto sostenuto poche settimane prima dal direttore dell’FBI, Christopher Wray, che in un’intervista a ‘Fox News’ha parlato esplicitamente di “fuga dal laboratorio di Wuhan”. E negli stessi giorni il ‘Wall Street Journal’ ha rivelato il contenuto di un rapporto di intelligence, redatto addirittura pochi mesi dopo lo scoppio della pandemia dal ‘Dipartimento dell’Energia’ (DOE) degli Usa, secondo cui c’è stata una fuga dal laboratorio: per cui il virus è ‘artificiale’, creato dall’uomo. Altro che naturale.
I conti, quindi, cominciano a tornare: e per Fauci, appena andato in pensione a 81 anni suonati, dopo aver ‘servito’ come super consulente medico-scientifico ben 7 presidenti a stelle e strisce, si annunciano prossime bufere…
LA ‘STORICA’ INTERVISTA A TARRO, APRILE 2020
Passiamo all’Italia e andiamo ad un documento che fa ‘storia’: la prima e unica (perché di tutta evidenza quelle opinioni erano molto ‘scomode’ e ‘controcorrente’) intervista rilasciata dal virologo Giulio Tarro a Bruno Vespa nel corso di un ‘Porta a Porta’, proprio nei giorni bollenti del Covid, a metà aprile 2020.
Cliccando sul link in basso potete ascoltare direttamente le parole di Tarro.
L’allievo di Albert Sabin che scoprì il vaccino antipolio, nel corso dei 15 minuti d’intervista, parla esplicitamente di cure e farmaci che si potevano utilizzare per aggredite immediatamente il Covid-19. Fa riferimento a ‘cure antivirali’, all’utilizzo degli ‘anticorpi di soggetti guariti’ (“bastano 200 ml di trasfusione da un soggetto guarito per azzerare il virus”). Parla di lavori già pubblicati sul tema, di ricorso fatto in Israele, con successo, di anticorpi monoclonali umani. Già parla – con largo anticipo su quel che poi si verificherà – di tamponi largamente inefficaci, che danno falsi positivi e falsi negativi.
Parla dell’idrossiclorochina, che viene già utilizzata con successo in Francia, e sperimentata anche negli Usa (a Detroit) con successo su 3.000 pazienti: ma sottolinea la necessità di aggredire il virus subito, con precocità, per poterlo sconfiggere.
Fa riferimento ad altri farmaci e cure esistenti: come l’invermectina e il remdesivir. Della necessità di accoppiare, nella cura precoce, agli antinfiammatori (come il ‘Brufen’, per dirne uso solo) gli antibiotici (come l’azitromicina).
E ad una domanda di Vespa su chiusure, aperture, lockdown sì o no, Tarro risponde con chiarezza e pacatezza: “Dovremmo fare come in Israele, cioè isolare gli anziani e far circolare il virus tra i giovani. Basta usare il buon senso e fare le cure appropriate. E poi vita sana, e soprattutto aria aperta e tanto sole”.
E cosa faceva, intanto, il governo Conte su imput del ministro della Salute Roberto Speranza e delle Autorità (sic) scientifiche, in testa a tutti quel pomposo ‘Comitato Tecnico Scientifico’? Impartiva il diktat ‘Tachipirina e Vigile Attesa’, che significa non far nulla, non usare le ‘armi’ a disposizione contro il virus, aspettare il ricovero in ospedale, finire in terapia d’urgenza, essere ‘ventilato’ in modo totalmente dannoso. E quindi per tanti, troppi, un esercito di 100.000, la fatale (in quelle condizioni) morte.
Quante vite si sarebbero potute salvare? E’ questo il vero, gigantesco interrogativo al quale la magistratura (e l’eventuale ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid’) dovrebbe rispondere. Ma ben difficilmente – stando così le cose – lo farà mai.
Poteva mai tornare a ribadire quelle cose, a parlare di cure e farmaci messi al bando (per legittimare l’uso dell’idrossiclorochina c’è voluta addirittura un’ordinanza a metà dicembre 2020 del Consiglio di Stato!) Giulio Tarro? Doveva tacere. E per questo Vespa non l’ha mai più invitato.
E largo ai virologi taroccati, e soprattutto ai ‘seminatori’ di terrore e paura: e proprio per questo Tarro titolerà il libro che stava scrivendo all’epoca ed uscirà a giugno 2020 ‘Covid 19 – Il Virus della Paura’.
Attualissimo anche in questi giorni, con un ‘OMS’ impegnato a terrorizzare i cittadini di tutto il mondo con lo spauracchio dell’aviaria che colpirà – udite udite – il 57 per cento della popolazione mondiale.
Ma diamo i numeri? E l’allarme è stato subito ripreso e strombazzato dal ‘bipolare’ Matteo Bassetti, l’altra virostar: un giorno tranquillizza, e l’altro terrorizza…
Tarro, comunque, ha firmato, pochi mesi fa, un altro libro, si intitola ‘Covid 19 – La fine di un incubo’. Tende infatti a tranquillizzare i cittadini, cifre e dati alla mano; non mancando di tornare, però, sui gravissimi errori del passato. Su quella scellerata gestione della pandemia, sulle cure e i farmaci negati, sull’aver nei fatti impedito a tanti medici di famiglia di somministrare le terapie giuste, stranote.
E poi passa alla bollente questione dei vaccini, del tutto ‘sperimentali’ (i ‘trials’ dovevano terminare il 31 gennaio 2023!), e per questo ‘inefficaci’ e soprattutto ‘insicuri’, come sta clamorosamente emergendo dai dati (e pure largamente per difetto) diffusi dalle autorità di vigilanza sanitaria. Come i ‘CDC’ americani e l’europea ‘EudraVigilance’: dati agghiaccianti totalmente ignorati dai media di casa nostra, del tutto cloroformizzati e omologati.
Le cifre (ribadiamo, per largo difetto) parlano di milioni e milioni di effetti avversi provocati dai vaccini, soprattutto quelli a RNA messaggero delle regine di Big Pharma, ossia ‘Pfizer’ e ‘Moderna’. Effetti avversi che – come abbiamo più volte dettagliato – colpiscono il sistema cardiocircolatorio, provocando pericarditi, miocarditi, fino a ictus, trombosi e infarti; ed in particolare la fascia d’età fra i 19 e i 39 anni.
Nell’ultima parte del suo ‘Covid 19 – La fine di un incubo’, Tarro affronta proprio il bollente tema degli ‘effetti avversi’. E propone che vengano effettuati degli specifici ‘TEST GENETICI’ in grado di stabilire se e quanto quel fisico può sopportare, soprattutto a livello cardiaco, l’impatto del vaccino.
Non è più che naturale, ovvio che tali test vengano resi obbligatori (e gratuiti) dallo Stato, quello Stato che ha follemente reso obbligatori dei vaccini ‘sperimentali’, poco efficaci e insicuri, come ha più volte denunciato in modo scientifico l’autorevole ma inascoltato ‘British Medical Journal’(BMJ)? Subito, appena varati in modo anomalo e frettoloso dalla ‘Food and Drug Administration’ (FDA), il direttore editoriale e scientifico del BMJ parlò di efficacia non superiore al 20 per cento, contro lo sbandierato (da Pfizer eModerna) 92-93 per cento. E soprattutto, poi, ha lanciato feroci j’accuse contro la collusa ‘FDA’ guidata da Scott Gottlieb (che lasciato l’incarico passa, ‘super-stipendiato’, al board della fino al giorno prima controllata Pfizer!) e i ‘trials’ taroccati di Pfizer.
Un mix esplosivo, e che potrà risultare molto utile per l’inchiesta dei due procuratori generali statunitensi.
Last but not least, Tarro fra agosto 2022 e gennaio 2023 si è visto pubblicare ben 5 ricerche dal ‘British Medical Journal’. Da guinness dei primati.
P.S. Come al solito – per leggere quanto abbiamo scritto su personaggi, organismi e società citate nel pezzo – vi invitiamo ad andare sulla casella ‘CERCA’ nella barra in alto a destra della nostra home page e digitare il nome e cognome del personaggio o delle sigle che cercate.
LINK
IL PROF. TARRO A PORTA A PORTA INTERVISTATO DA BRUNO VESPA
https://www.youtube.com/watch?v=utTb6ZoPzIk
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Un commento su “COVID / IN USA SI INDAGA SULLE ORIGINI. E DA NOI AD APRILE 2020 GIULIO TARRO INDICAVA LE CURE PER STOPPARLO”