A 81 anni suonati (li ha compiuti il 20 novembre scorso) il presidente degli Stati Uniti Joe Biden stappa lo champagne annunciando l’inizio della sua marcia trionfale verso la prossima nomination che – secondo i suoi auspici – dovrà portarlo alla corsa per il secondo mandato alla Casa Bianca.
E chissà se il suo antagonista sarà il nemico giurato di sempre Donald Trump…
Ma c’è subito chi gli guasta la festa. Non fa neanche in tempo a gustarsi le ovazioni dei suoi fans per la lieta novella, che un programma televisivo lo fa andare su tutte le furie. Si tratta di un talk molto seguito negli Usa, ‘Just the News. No Noise’, che sta per ‘Solo le notizie. Niente rumori’.
UNA COMMISSIONE SUI DIRTY BUSINESS DEI BIDEN
Stavolta l’ospite è da non poco.
Si tratta, infatti, di James Comer, che presiede la Commissione parlamentare ‘House Oversight and Accoutability’, la quale ha cominciato a rovistare negli affari poco chiari (i ‘dirty business’, secondo Miranda Devine, l’autrice di ‘Laptop to Hell’) di Joe Biden e del rampollo Hunter, di cui la ‘Voce’ ha scritto svariate volte negli ultimi due anni (in basso alcuni link).
E non si tratta dell’unica gatta da pelare in casa Biden. Da molti mesi ‘attenzionata’ con estrema (forse troppa) discrezione dall’Fbi e non ancora direttamente inquisita dalla magistratura. Anche se una ponderosa inchiesta portata avanti con coraggio da due procuratori generali, Jeffry Landry della Louisiana ed Erich Schmitt del Missouri, preoccupa non poco i vertici della Casa Bianca per i clamorosi sviluppi che potrebbe avere (inquilino maximo compreso, a questo punto, il quale “non può non sapere”).
L’inchiesta dei due procuratori generali segue due filoni.
Il primo concerne le forti e continue pressioni esercitate dai vertici governativi (e dalla stessa Fbi) praticamente su tutti i social media per ‘oscurare’, ‘censurare’ i pareri, le opinioni ritenute scomode in tema di gestione della pandemia, pur se espresse da autorevoli scienziati e ricercatori.
La storia sta esplodendo in queste ultime settimane per via dei ‘Twitter Files’che quasi quotidianamente vanno in rete e documentano in modo inoppugnabile (attraverso migliaia di mail) le pressioni esercitate anche su Twitter, e che ora vengono alla luce per il fatto che Elon Musk, il nuovo proprietario del social, ha deciso di far venire alla luce tanta ‘monnezza’, essendo personalmente contrario a quella gestione della pandemia e alla politica sanitaria (sic) portata avanti da Fauci. Quel Fauci al fianco di ben 7 presidenti Usa come consulente medico-scientifico, andato un paio di mesi fa in pensione e poche settimane fa interrogato per ben 7 ore dai procuratori.
Fauci è coinvolto non solo nel primo filone d’inchiesta (insieme ad altri 8 altissimi funzionari della Casa Bianca) ma anche nel secondo, che porta fino a Wuhan: filone che vuol finalmente far luce sugli ingenti fondi stanziati dal ‘National Institute of Allergy and Infectious Deseases’ (NIAID), guidato a vita (dal 1984 al 2022) da Fauci, a favore dell’Istituto di Virologia di Wuhan, tramite una società di copertura, la ‘EcoHealth Alliance’ che fa capo ad un ricercatore molto chiacchierato, Peter Daszak.
Nel suo interrogatorio-fiume, zeppo di “non so”, “non ricordo”, “è passato troppo tempo”, di una sola circostanza s’è detto sicuro il Super Virologo: “non ho mai conosciuto né frequentato Daszak”, una colossale bugia che rischia di trasformarsi in un boomerang, visti gli stra-documentati rapporti di lavoro, d’amicizia e d’affari tra i due. E quei fondi servivano per portare avanti le ricerche sul famigerato ‘gain of function’, il guadagno di funzione che consente il passaggio del virus dall’animale all’uomo, alla base di tutte le ‘biologic wars’del presente e soprattutto del futuro. Da brividi.
Non è comunque finita qui. Perché Daszak è stato addirittura scelto come membro statunitense della missione inviata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per capirci qualcosa nel giallo di Wuhan. La quale, of course, è finita in flop. Avrebbe mai potuto Daszak auto-accusarsi per quei finanziamenti, e soprattutto accusare il suo ‘mandante’ Fauci?
Ed è di questi giorni l’ufficializzazione, da parte dell’OMS, che non vi sarà più, come invece sempre sbandierato, una Fase 2 per arrivare a capo del thriller di Wuhan. E sapete chi l’ha annunciato? Il direttore scientifico ‘OMS’ nuovo di zecca, come la ‘Voce’ ha dettagliato giorni fa in una cover story: Jeremy Farrar. Guarda caso, un grande amico di Fauci, con il quale è intercorsa una fittissima (e tutta da decodificare) corrispondenza mail nei mesi bollenti della pandemia.
L’AMICO DI MILLE SEGRETI, ERIC SCHWERIN
Ma torniamo alla bollente intervista rilasciata da James Comer a ‘Just the News’, che porta alla ribalta la ‘fresca’ collaborazione della ‘gola profonda’, Eric Schwerin, uno stretto collaboratore di Hunter Biden “che ha avuto anche a che fare con gli affari commerciali e fiscali di Joe Biden”, come precisa una nota diffusa dalla trasmissione.
Ecco alcuni passaggi salienti dell’intervista a Comer.
“Schwerin sta collaborando con noi. I suoi avvocati e i miei comunicano regolarmente. Ora mi sento sicuro che lavorerà con noi e ci fornirà le informazioni che abbiamo richiesto. Penso proprio che Schwerin sarà un testimone molto prezioso per noi in questa indagine”.
“Sappiamo che molti stanno collaborando con noi, ma altri non molto. Inizieremo a citare in giudizio le persone del settore privato. Inizieremo a citare le istituzioni finanziarie affinchè ci forniscano le informazioni. E poi partiremo da lì”.
“Se fossi Hunter Biden, e fossi innocente come dicono i suoi avvocati, e il piccolo sicario che lavora alla Casa Bianca e mi attacca ogni giorno, vorrei scagionarmi davanti alla Commissione di Vigilanza della Camera. Potrebbe presentarsi davanti alla Commissione di Vigilanza proprio ora e difendere il suo buon nome. Avrebbe 20 democratici che lo sosterrebbero sicuramente e potrebbe mettere in cattiva luce 26 repubblicani se tutte le informazioni che abbiamo dal suo computer portatile, tutte le e-mail che sono state scritte con le sue stesse parole, tutti gli audio che sono stati pronunciati con la sua stessa voce, se per qualche motivo li stiamo interpretando male, allora potrebbe metterci in cattiva luce”.
“Ma sappiamo tutti che questa famiglia (i Biden, ndr) era coinvolta nel traffico di influenze. E questa amministrazione sta facendo tutto ciò che è in suo potere per cercare di bloccare la supervisione”.
Passiamo a quanto commenta la redazione del programma: “L’annuncio di Comer (circa la collaborazione di Schwerin, ndr) arriva mentre la Commissioneha saputo che Hunter Biden e suo zio, il fratello presidenziale James Biden, non intendono fornire volontariamente tutte le informazioni che la Commissione di Comer sta cercando nell’ambito della sua ampia indagine sugli affari all’estero della famiglia, che hanno raccolto milioni dall’Ucraina alla Cina”.
“Le e-mail contenute in un computer portatile di Hunter Biden, consegnato dall’Fbi nel 2019, mostrano che Schwerin, dirigente d’azienda presso la società d’investimenti ‘Rosemont Seneca’ di Hunter Biden, era molto vicino sia ad Hunter che a Joe Biden durante la maggior parte del periodo in cui l’anziano Biden era vicepresidente (di Barack Obama, ndr) e suo figlio stava perseguendo accordi commerciali internazionali. Per esempio, Schwerin è stato coinvolto nel vagliare e facilitare gli affari di Hunter Biden con l’azienda energetica cinese CEFC, un rapporto che ha sollevato dubbi sul fatto che la Cina comunista abbia compromesso la famiglia Biden fornendole, come mostrano le e-mail, un costoso diamante e un prestito multimilionario a tasso zero”.
DALLA CINA ALL’UCRAINA, CON I BIOLABORATORI
Del resto lasciano a bocca aperta i giganteschi affari portati avanti in Ucraina da Hunter Biden dopo il ‘golpe’ di piazza Maidan.
Il rampollo presidenziale, infatti, è addirittura entrato a vele spiegate nel boarddi ‘Burisma’, il colosso energetico creato dall’oligarca e super amico di Volodymyr Zelensky, ossia Ihor Kolomoisky.
Un oligarca proprietario della tivvù che ha ‘lanciato’ il guitto-presidenziale, gli ha finanziato tutta la campagna elettorale, gli ha comperato una faraonica villa a Miami (da 35 milioni di dollari) e, tanto per gradire, una maison a Forte dei Marmi da soli 4 milioni di euro. Fondatore del famigerato ‘Battaglione d’Azov’, Kolomoisky è ora perfino ricercato dall’Fbi per riciclaggio internazionale, avendo sottratto montagne di soldi alla principale banca ucraina per far shopping di aziende negli Usa.
Tornado a Hunter, è impelagato anche nel finanziamento dei biolaboratori militari in Ucraina, 13 quelli ufficiali, oltre una quarantina quelli ‘reali’. Tante piccole Wuhan in cui gli ucraini hanno fatto da cavie.
Se tutto vi par poco.
E infatti si torna a parlare di possibile ‘impeachment’ per Biden, dopo che già, mesi fa, ne aveva parlato uno dei principali anchor man tivvù a stelle e strisce, Tucker Carlson nel corso del suo seguitissimo programma per ‘Fox News’.
Invece lui, ‘Sleepy’ Joe Biden, imperterrito annuncia al mondo la trionfale ricandidatura!
E il suo cavallo di battaglia non può che essere la altrettanto trionfale vittoria di Kiev su Mosca, potendo mostrare al mondo lo scalpo del macellaio Vladimir Putin. Per poi passare, subito dopo, alla ‘pratica Cina’.
Non vi sembra un ottimo programma presidenziale?
N.B. Per leggere articoli e inchieste su diversi personaggi (e società) citati sopra, basta andare alla casella CERCA nella home page della Voce, in alto a destra, e digitare il nome e cognome della persona (da Anthony Fauci a Jeremy Farrar, da Hunter Bider a Peter Daszak) o della società (da NIAID a EcoHealth Alliance fino a Organizzazione Mondiale della Sanità).
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.