L’Italia Bella

– Il festival della nuova resistenza, lezione di libertà –

“Dite qualcosa di sinistra”, invito finito nel limbo del Pd, frustrato dalla Caporetto del 25 settembre, invischiato nel farraginoso, opaco precongresso, ossessionato dal toto segretario/a.  A intonare un ‘bella ciao’ implicitoo è la sorprendente linea editoriale del miracoloso evento italico della Canzone con la C maiuscola, che compie l’età da quinta dose di antiCovid e onora i suoi 73 anni di musica del Bel Paese con lodevole dignità. Difficile intuire quanto è dovuto all’autonomia di Amadeus direttore artistico di Sanremo. Ra risposta è chiusa nelle stanze dei piani alti di viale Mazzini, dunque è ragionevole abbandonare l’indagine, a favore degli esiti di una felice congiunzione tra canzoni e spazi di orgoglio dell’Italia non inquinata da repliche anacronistiche dei fasci littori, condanna che la Meloni e il suo cerchio ‘nero’ non possono, non vogliono pronunciare: la nobile figura di Mattarella, figlio di uno dei grand’uomini che hanno scritto il testo della più bella Costituzione del mondo, fratello di una vittima della mafia; la lezione magistrale di un genio qual è Benigni, donato con appassionata, coinvolgente esegesi dell’articolo 21, alla libertà di pensiero, repressa con violenza dal fascismo, il riferimento all’articolo 11, che fosse condiviso da tutto il mondo impedirebbe le tragedie delle guerre. Rabbiosa la reazione dei vertici Rai di tutt’altra tendenza politica, non informati preventivamente della presenza di Mattarella per impedire censure come il ‘niet’ alla trasmissione di un video di Zelenski. Indecenti gli attacchi dei media di destra. Di contro l’uso generoso di Chiara Ferragni della sua immensa visibilità, il monologo  dalla parte delle donne, l’evidente condivisione della performance di Benigni; brevi, intense parentesi di saggezza di Amadeus; l’inno di Mameli cantato da Morandi e da tutto il pubblico dell’Ariston; l’elevata condivisione di Francesca Fagnani del tema ‘ diritto all’istruzione’ con il monologo scritto con i giovani detenuti di Nisida; la commossa testimonianza dell’attivista iraniana  Pegah Moshir sui diritti negati (in tandem don Drusilla Foer) sui dissidenti uccisi, incarcerati (donne, vita, libertà); il coraggio a rischio personale di Fedez, autore dal palco esterno di un freestyle (se n’è assunto la piena responsabilità). Ha stracciato l’immagine del vice ministro Bignami in divisa da nazista, ha attaccato la ministra della famiglia per l’ignobile frase “Purtroppo l’aborto è un diritto” e ha polemizzato con la deputata di FdI Morgante che ha chiesto l’esclusione dal festival di Rosa Chemical perché transgender. Chissà cos’altro ‘di sinistra’ ci regalerà Sanremo, premiato dalla stragrande maggioranza dell’Ariston e dalle cifre record di ascolti televisivi.

Stasera co-conduttrice della terza serata sarà la mitica nazionale di pallavolo Paola Egonu, con la sua bellissima pelle nera, italiana a pieno titolo, insultata nei palazzetti dello sport razzisti, co.conduttrice  contestata da Salvini. Diffusi i travasi di bile della destra. Salvini: “Mattarella era lì per svagarsi” “Non ascolterò il messaggio di Zelenski” (come Berlusconi, l’altro amico fritz di Putin).  Amadeus drastico: “Se non le piace, si guardi un film, cambi canale!”. Gasparri: “Benigni come comico non fa più ridere, quando fa il serio è troppo enfatico” (sic). Il Pd: “Parole sguaiate di Salvini e si associano Fratoianni, la Carfagna, Calenda: “Parole irrispettose, demenziali”. Ma Sgarbi: “Ariston salotto del Pd”.

A latere: in attesa di Paoli e Vanoni, Di Capri, lezione di professionalità immortale di Morandi, Ranieri, Al Bano, dei Pooh, rivolte al ritmico ‘parlato’ del rap, lontanissimo parente della musica.

Sanremo ha un angolo oscuro su cui riflettere. Mette la sordina alla mortificazione della Meloni, esclusa dalla cena politica Macron- Scholz, al caso Cospito-Donzelli-Delmastro, agli oltre tre mesi di letargo del governo destra-destra, alla tragedia dell’Ucraina.  E ‘aiuto’: tempi duri per la sinistra se a dire e fare cose di sinistra è solo o quasi un uomo di spettacolo apolitico, qual è l’ Ama sanremese.


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