Faccetta nera, piccola abissina, ti porteremo a Roma… sarai in camicia nera pure tu. Faccetta nera …noi marceremo insieme a te e sfileremo avanti al Duce… [Intento della canzone era di decantare il colonialismo italiano nell’Africa orientale, esaltando la missione ‘civilizzatrice’ di Roma con riferimento alla pratica del madamato, per cui le donne etiopi venivano ridotte in schiavitù dai militari italiani e abusate sessualmente.
Giovinezza, giovinezza…la splendida bandiera è una fiamma tutta nera…per Benito, Mussolini, eja. eja, alalà. Hanno da scegliere il rude La Russa e la narcisista “Yo Soy Georgia” per canticchiare sotto il getto della doccia: ecco l’offerta di una lista (parziale) di canzoni sul tema: Canti dei fanciulli e delle donne fasciste, Faccetta Nera, Duce a noi”, Duce, Duce, Dux, Inno al Duce, Inno degli universitari fascisti, Saluto al Duce, Son Balilla, L’ha detto Mussolini, Stornelli neri, Camerata Richard, Vincere, Vincere, Vincere, la ninna nanna del Balilla, Me ne frego, eccetera.
Un vigile notturno racconta: di buon’ora, nelle vicinanze dell’abitazione della seconda carica dello Stato, ho sentito il suo canterellare in attesa di bere il caffè (nero, ovviamente): “Alalà! Alalà! Alalà! Saluto al Duce, grande condottiero di questa Italia di Camicie Nere…, delle tue gesta parlerà la storia”. La storia, questa storia para reale, rende opaco il futuro della nostra democrazia. La Russa, non fa mistero della sua forte empatia per il Ventennio, per il passato di neofascista, (tracce vistose nella sua dimora). È negazionista del 25 settembre e da ultimo calpesta la deontologia di presidente del Senato, ruolo istituzionalmente al di sopra delle parti. A Milano partecipa al comizio di Fontana (della destra) per l’elezione del prossimo presidente della Lombardia e a giorni prende parte alle riunioni di partito. Gli fa eco il neo ministro della Giustizia, che in linea con l’antitetico avanti march e dietro front dell’esecutivo, annuncia il the end delle intercettazioni telefoniche, ma deve presto pentirsi, subissato di ‘buuu, buuu’ della magistratura, della polizia, dell’opinione pubblica, qualche giorno prima che sia nota l’importanza decisiva delle intercettazioni per la fine della latitanza trentennale di Matteo Messina Denaro, dichiarata più volte a chiare lettere durante la conferenza stampa per la cattura del mafioso più ricercato del mondo. Primatista del retrocedere è però la borgatara della Garbatella, record woman di passi indietro (porti chiusi, norma anti rave, flat tax, Pos, bonus cultura giovani).
La faccenda ricorda la scena di un film tragicomico. Un fotografo della domenica, per immortalare la maestosa bellezza di un vulcano in eruzione retrocede, ma troppo e precipita in un burrone che si apre alle sue spalle.
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