SAN FRANCISCO E AUSTRALIA / PROVE DA STATO DI POLIZIA

Notizie non proprio rassicuranti sulla sicurezza e la libertà dei cittadini, dagli Stati Uniti all’Australia, in questo inizio di 2023.

Partiamo dagli States, ed in particolare da San Francisco, un tempo la meta dei giovani, perché era un po’ il simbolo di quella che si chiamava ‘freedom’. Un vago ricordo.

Ebbene, stando alle segnalazioni di alcuni vigili siti di contro-informazione, la polizia di San Francisco ha appena ottenuto il permesso dai ‘supervisor’ della città (i nostri ‘consiglieri comunali’) di far fuoco, e quindi ‘uccidere’ i civili anche usando i ‘robot’, come avevano espressamente richiesto, a inizio dicembre, le locali forze dell’ordine.

E’ stato forse dichiarato – senza farlo sapere ai cittadini – lo stato d’emergenza nazionale? A quanto pare no. E, quindi, si tratterebbe di un ‘normale’ provvedimento di carattere amministrativo. Il che la dice non lunga, ma lunghissima sul ‘clima’ che oggi si respira negli Stati Uniti, di autentica libertà (sic), di sana democrazia (sic).

Ecco qualche dettaglio in più. Secondo il Dipartimento di polizia di San Francisco gli agenti possono far ricorso (e quindi farsi spalleggiare) dai ‘robot’ nel corso di sparatorie di massa, oppure in caso di attacchi-kamikaze.

Ha dichiarato al ‘San Francisco Chronicle’ Aaron Peskin, uno dei consiglieri più ‘battaglieri’ (non pensavamo però fino a tal punto):  “Potrebbe esserci una circostanza straordinaria in cui, in un’emergenza praticamente inimmaginabile, potrebbero voler dispiegare una forza letale, per impedire, in una situazione orribile, a qualcuno di causare ulteriori danni”.

E’ in stato di totale ubriachezza, mister Peskin, oppure negli ultimi tempi ha visto troppi film distopici?

Aaron Peskin

La news giungono dopo che anche la polizia di Oakland ha chiesto il permesso di armare e utilizzare i ‘robot’: ma a quanto pare i ‘supervisor’ locali ci stanno già ripensando.

Il Dipartimento di San Francisco, dal canto suo, aveva già provveduto, anni fa, ad un primo ‘shopping’, acquistando una dozzina di robot killer. Ma non era mai stata presa la decisione ufficiale di armarli, cioè di equipaggiarli con ‘licenza di uccidere’.

Rincara la dose e getta ulteriore benzina sul fuoco un altro minaccioso ‘supervisor’, Dean Preston: “Questa è una forza di polizia locale per proteggerci. Questo non è l’esercito americano che stiamo armando”.

Squadroni para-privati della morte, allora… come si usava nel Cile di Augusto Pinochet.

L’unico rimasto con la testa sul collo, ma in perfetta solitudine, è il presidente del consiglio comunale, Shamman Walton, che osa notare: “Le minoranze potrebbero facilmente diventare il vero obiettivo. La maggior parte delle armi delle forze dell’ordine sono usate contro le persone di colore”, dichiara al ‘Washington Post’.

E aggiunge: “Questo sta aprendo un vaso di Pandora che potrebbe cambiare la nostra società in modo significativo. Una volta che vedremo un Dipartimento fare questo passo come San Francisco, temo che si apriranno le porte per l’inferno”.

Del resto è ormai da molti mesi che lungo il confine meridionale degli Stati Uniti sono operative squadre dotate con svariate dozzine di cani robot, a caccia, of course, di clandestini e immigrati. Spiegano gli esperti del ramo: “Si tratta di unità prodotte dalla ‘Gosth Robotics’ che ha collaborato alla progettazione di un ‘robodog’ per pattugliare il terreno desertico nel sud-ovest americano, martoriato dall’immigrazione clandestina”.

 

Passiamo alla altrettanto ‘democratica’ Australia, la regina del più stretto lockdown in occasione della pandemia, e capace addirittura di realizzare una serie di lager (avete letto bene, LAGER) in cui rinchiudere – nel più perfetto stile nazi – chi ha contratto il Covid-19.

Ecco quanto riferiscono alcuni locali siti di contro-informazione. “La polizia australiana sta incoraggiando i cittadini a denunciare i vicini che sono scettici sul vaccino anti covid o nutrono anche solo opinioni contrarie a quelle governative”.

Come neanche nei tempi più bui di staliniana memoria.

Il 12 dicembre si è registrato un sanguinario conflitto a fuoco a Brisbane, che ha visto due agenti di polizia perdere la vita e un’intera famiglia sterminata. La famiglia, che abitava in una casa rurale, praticamente barricata da settimane, a quanto pare non la pensava come il governo sulle questioni del Covid. A questo punto le forze di polizia hanno cercato di stanarli per ridurli a più miti consigli e allinearsi con i diktat dell’esecutivo. Ma niente da fare. Alla fine una vera carneficina.

Ed ora è partita la caccia ai ‘dissidenti’, da stanare con dei veri e propri ‘rastrellamenti’ porta a porta, e potendo contare soprattutto sulle delazioni dei vicini di casa.

Sostiene il vicecommissario di polizia dello Stato del Queensland, Tracy Linford: “I vicini devono presumere che chiunque nutra opinioni un po’ critiche o solo dubbiose sia chiaramente una minaccia. Se c’è qualcuno là fuori che sa di qualcuno che potrebbe mostrare un comportamento riguardo alle teorie del complotto, antigovernative sulla vaccinazione anti covid, vogliamo saperlo. E potete contattare direttamente o passare attraverso il sistema ‘Crime Stoppers’”.

Un tempo utilizzato, ‘Crime Stoppers’, per arginare la delinquenza comune, le minacce, le intimidazioni delle bande dedite al racket o allo spaccio di droga: ora per perseguire e perseguitare che ha idee diverse su come curare il Covid.

Altro che mondo capovolto, altro che distopic moovies!

 


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