Mi giungono due lettere sulla situazione geopolitica attuale che meritano risposte.
«Caro Giulietto, perdona il disturbo. Apprezzo molto il tuo lavoro ed il tuo modo di descrivere gli eventi. Seguo con interesse anche le interviste di Putin che mi aiutano a comprendere la situazione, senza però dimenticare chi sia Putin e cosa sia stata la Russia e cosa sia tuttora. Domanda infantile ed ingenua, ma diretta: non capisco da che parte stai. È una domanda sciocca alla quale confido in una risposta altrettanto candida e diretta. Preciso: quello che dici lo condivido a pieno e sono allucinato sempre più dal comportamento sotto banco degli Stati Uniti e dell’Europa. Sia ben chiaro questo. Allucinato da tutti i punti di vista da anni, ma non considero Putin sicuramente un’alternativa migliore, anzi. Voglio una conferma da te. Te lo domando perché ti seguo con interesse ma il dubbio a volte mi sorge. A volte sembri filo Putin. Lo sei, o sei solo dalla parte della verità al di fuori delle parti? Gian Paolo Perona
LA SECONDA LETTERA
Gentile Giulietto Chiesa, le scrivo per cercare di capire cosa, concretamente, io non potrei fare in Russia che in Europa invece mi è permesso, e viceversa. Ci sono leggi in Russia che prevedono pene incivili? Peggiori di quelle europee. Quando mi dicono che Putin (sì, proprio lui, e non so come facciano a saperlo) avvelena i giornalisti, di solito rispondo che anche in occidente molti giornalisti si suicidano o hanno brutti incidenti e che soprattutto non immagino Putin (?), o il governo russo, realizzare omicidi spettacolari, facendosi puntare i fari mediatici contro. Personalmente credo che quelle che chiamiamo democrazie occidentali possano essere paragonate a case pulite, mentre il resto dei governi a case più o meno sporche. La grossa differenza è che chi ha la casa pulita lo sporco lo getta o lo fa direttamente nelle case altrui, mentre i restanti cercano, con maggiori o minori risultati, di lavare i panni sporchi in casa.
I panni sporchi spesso coincidono con gli interessi ed è innegabile che la Russia ne abbia. Economici, ma soprattutto di difesa. Ci sono due modi per lavare i panni sporchi in casa: farlo per i propri interessi e basta, o cercare di fare il meglio possibile, curando i propri interessi.
Per me la Russia di Putin è in quest’ultima possibilità.
Per tornare al quesito iniziale e cercare di togliere quell’alone di mistero che avvolge la steppa russa: è una monarchia assoluta come il Vaticano, o uno stato religioso islamico? Come avvengono le elezioni? Cosa non posso fare in Russia? Spero riesca a schiarirmi le idee e farle schiarire a molti. Negli aspetti positivi e, se ce ne fossero, anche negativi. Affidandomi alla sua provata onestà intellettuale. Luca Urbinati
LA MIA RISPOSTA
Comincio da Gian Paolo Perona. Io non ho mai proposto Vladimir Putin come un dirigente politico dell’Italia, o del mondo. Ma sono assolutamente certo che è un leader magistrale della Russia. E, poiché rappresenta il sentire comune di russi, in grande maggioranza, mi pare che sia un leader che li rappresenta perfettamente. Sicuramente meglio e più di quanto tutti i dirigenti politici dell’Occidente, nessuno escluso, rappresentino i rispettivi popoli.
Dunque il giudizio su di lui va formulato da un altro punto di vista: è pericoloso per noi? È un pericolo per la pace mondiale? Ha diritto di fare quello che sta facendo?
La mia risposta, nettissima, è che Putin in questo momento rappresenta una forza di pace e di sicurezza internazionale.
Io vedo che non è lui che insidia la sicurezza degli altri. L’Occidente, invece, è all’origine di tutto il caos attuale. La Russia è sotto attacco e si sta difendendo. Infine io penso che se non siamo ancora entrati in una guerra più vasta è perché Putin ha tenuto i nervi a posto e non ha risposto con la forza alle azioni sovversive che sono state ripetute in questi ultimi anni contro la Russia.
Per queste ragioni (che ho già spiegato e documentato molte volte) io lo considero un alleato delle forze di pace, anche di quelle che ci sono in Europa.
Per quanto concerne le domande di Luca Urbinati: la Russia è un paese capitalistico, come lo siamo noi. Dal 1991 non è più un paese comunista (in realtà non lo è mai stato). Putin non è un comunista. Nella Costituzione russa c’è scritto che tutte le leggi ordinarie che siano in contrasto con la giurisprudenza dello Stato di diritto devono essere modificate di conseguenza. Dunque ciò che fai in Italia lo puoi fare anche in Russia.
Le leggende sulla repressione degli omosessuali in Russia sono solo leggende. I gay e le lesbiche sono visti negativamente dalla maggior parte della pubblica opinione. Questo è un fatto che non dipende da Putin. Ma non sono più impediti nell’esercizio delle loro pratiche sessuali di quanto lo siano in Italia. I filmati che circolano su YouTube non sono più numerosi di quelli che circolano in Italia. Solo che i nostri media insistono solo su quelli che riguardano la Russia.
I nazisti in Russia sono molto meno che in Europa. E non solo non sono protetti dallo Stato (come in Estonia, o Lettonia, o Ucraina) ma sono messi in galera quando svolgono attività violente.
Non so cosa intendi per “leggi incivili”, ma qui non mi pare ce ne siano. La pena di morte è stata abolita. I diritti umani sono tutelati. Le forme della democrazia sono diverse, ma non sono assenti. A mio giudizio corrispondono al senso comune dei russi di oggi, che non è lo stesso nostro. Ma non ci possiamo fare nulla. Non dipende da noi. E non abbiamo nessun diritto di pretendere che i russi debbano seguire le nostre regole. E questo vale per tutti: per i cinesi, gl’indiani, i brasiliani e tutti gli altri.
Infine i russi sono molto più colti degli italiani. È un fatto che si percepisce al volo, basta sentirli parlare, basta vedere le loro scuole. La Russia ha i suoi interessi. Come tale non è diversa da ogni altro paese. Quando sono violati, si difende. E ha ragione. Non avrebbe ragione se violasse gl’interessi altrui. Ma non risulta che li abbia violati.
Tutto l’Occidente grida che la Russia ha invaso l’Ucraina. Ed è completamente falso. Tutto l’Occidente afferma che la Russia ha “annesso” la Crimea. Mentre è il popolo russo di Crimea che, in piena legittimità ha deciso di “tornare in patria” a larghissima maggioranza.
La Russia non è l’Unione Sovietica e va giudicata per quello che è oggi. Tutti abbiamo il nostro passato. Gl’italiani di oggi non possono essere giudicati per ciò che fecero i nostri nonni, che in maggioranza furono fascisti. Nessuno accetterebbe questo giudizio. Invece noi lo applichiamo ai russi. Mi pare molto ingiusto e sbagliato.
La Russia non è una monarchia, tanto meno assoluta. La Russia non è uno stato religioso. Vige il principio della separazione della Chiesa (qui ortodossa) dallo Stato, come da noi, ma spesso da noi questa separazione è molto imperfetta. Perfino più imperfetta che quella russa.
Le accuse contro Putin, avvelenatore, assassino dei suoi oppositori, assassino dei giornalisti, sono espressioni della russofobia e della propaganda occidentale. Ridicole. Chi afferma che Putin ha ucciso Anna Politkovskaya, quando gli chiedi di portare un argomento a sostegno, di solito dice: lo sanno tutti. Ma lui come lo sa? L’ha letto sui giornali, i quali hanno ripetuto le favole che essi stessi hanno inventato. Tra l’altro sulla base dell’ipotesi che Putin sia così sciocco da mettersi da solo sulla graticola della critica dell’opinione pubblica mondiale, aizzata contro di lui.
È lo stesso meccanismo con cui i media occidentali, l’anno scorso, lo accusarono di aver abbattuto il Boeing malaysiano. Dopo due ore, senza nessuna inchiesta, Putin era già sul banco degl’imputati. Anzi già condannato. Da chi? Da chi non solo non poteva sapere nulla, ma svolgeva un compito molto preciso: quello di demonizzare Putin e di presentare la Russia e i popoli della Russia come selvaggi e primitivi.
Bisogna trarre una lezione: quasi nessuno sa niente della Russia. E quasi tutti ripetono quello che la propaganda occidentale spaccia loro attraverso i media mainstream. Tutto questo lo dico – a differenza dei sobillatori professionali, degli untori manzoniani – per esperienza diretta, non per sentito dire. E come conseguenza dell’analisi dei fatti noti. Buona fortuna a voi e grazie per le domande.
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