VACCINI ANTI COVID / UNO STUDIO SUI GRAVISSIMI DANNI DAI ‘BOOSTER’

Una clamorosa notizia sul sempre scottante tema dei vaccini come contrasto al Covid-19 arriva da una fresca ricerca pubblicata dal ‘Journal of Medical Etichs’, che fa capo alla sempre più estesa serie di riviste scientifiche gemmate dal prestigioso ‘British Medical Journal’.

Ecco cosa ha scoperto un’equipe di studiosi: fare “una iniezione di richiamo” Covid-19 può esporre i giovani che vi si sottopongono ad un rischio di 18 volte superiore rispetto a quello di contrarre lo stesso Covid”, che ormai, con le sue varianti, presenza effetti sempre meno pericolosi.

Totalmente bocciata, dunque, la logica e la prassi dei ‘booster’.

Secondo gli autori dello studio, come riporta il sito ‘Lifesitenews’, “per prevenire un ricovero ospedaliero per Covid-19 in un periodo di sei mesi, stimiamo che 31.207 – 42.836 giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 29 anni debbano ricevere un vaccino a mRNA”.

E proseguono, in modo non poco preoccupato e preoccupante: “Si prevede che gli obblighi di richiamo nei giovani adulti causino un danno netto: per prevenzione del ricovero ospedaliero Covid-19, prevediamo almeno 18,5 eventi avversi gravi da vaccini a mRNA, inclusi 1,5 – 6 casi di miopericardite associata al richiamo nei maschi (che in genere richiedono il ricovero)”.

L’equipe – fa sapere sempre ‘Lifesitenews’ – ha anche affrontato la questione degli “obblighi di richiamo al vaccino Covid-19” presso le università nordamericane e hanno concluso che, sulla base dei dati circa la sicurezza per le iniezioni di richiamo, “gli obblighi di richiamo del vaccino all’università non sono etici”, per tutta una serie di motivi.

In primo luogo, “non si basano su una valutazione del rischio-beneficio stratificata aggiornata (Omicron) per tale fascia di età”.

In secondo luogo, “possono provocare un danno netto ai giovani adulti sani”.

In terzo luogo, non sono proporzionati, perché “i danni attesi non sono compensati dai benefici per la salute pubblica, data l’efficacia modesta e transitoria dei vaccini contro la trasmissione”.

Ancora: “violano il principio di reciprocità, perché i danni gravi correlati al vaccino non sono compensati in modo affidabile a causa di lacune nei programmi di danno da vaccino”.

Infine, “possono provocare danni sociali più ampi”.

Gli autori della ricerca si sono avvalsi, come base scientifica su cui lavorare, dei dati ufficiali sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini forniti dai CDC (‘Centers for Deseases Control’) e dal sistema VAERS (‘Vaccine Adverse Event Reporting System’).

Ecco altre conclusioni alle quali sono giunti: “Quando gli obblighi vaccinali non sono etici, gli individui possono avere il dovere etico di opporsi ad essi, in parte per tollerare e prevenire ulteriori invasioni burocratiche e privazione dei diritti civili di individui con argomentazioni ragionate contro tali obblighi”.

E terminano in mondo non poco tranchant: “I responsabili politici dovrebbero abrogare immediatamente gli obblighi del vaccino Covid-19 per i giovani adulti e garantire percorsi di risarcimento a coloro che hanno subito come conseguenze negative da queste politiche”.

Peter Doshi

Rammentiamo che l’autorevole ‘British Medical Journal’ (BMJ) in questi due anni e mezzo di pandemia ha svolto una straordinaria azione di autentica informazione scientifica, e anche di ‘contro-informazione’, svelando le connection che hanno portato alle rapidissime e più che anomale approvazioni dei vaccini a RNA messaggero, bypassando tempi & regole. In una prima ‘controinchiesta’ firmata dal coeditore e direttore scientifico Peter Doshi, hanno subito messo in guarda sulle supergonfiate percentuali di efficacia dei vaccini di ‘Pfizer’ e ‘Moderna’: altro che il 90 per cento abbondante, neanche uno scarso 20 per cento!

E poi: il pesantissimo j’accuse contro la ‘Food and Drug Administration’, il massimo organismo che tutela gli americani su farmaci, alimenti e tabacco, che ha dato l’ok definitivo in piena calura ferragostana, non rispettando i tempi previsti per i fondamentali ‘trials’ (scadenza fra addirittura un anno, 31 dicembre 2023, avete letto bene ,2023!).

Trials’, poi, del tutto taroccati, come ha rivelato ad una ricercatrice-reporter del BMJ una responsabile dei centri allestiti da Pfizer per svolgere i ‘trials’: la ‘whisterblower’ ha denunciato tutte le macroscopiche carenze alla FDA che invece di aprire una seria indagine, ha inviato le doglianze proprio a Pfizer, che, of course, ha licenziato in tronco la coraggiosa ricercatrice (ora è in atto un grosso contenzioso legale).

Ricordiamo ancora che il BMJ pubblica regolarmente risultati di studi e ricerche condotte dal virologo italiano Giulio Tarro: addirittura 4 da settembre a novembre, mentre è in fase di uscita una quinta, proprio sul Covid-19.

La pubblicheremo nei prossimi giorni, cioè prima della fine dell’anno: alcuni dati e considerazioni sono tratte dal fresco di stampa che sta avendo un alto indice di lettura, “Covid-19 – La fine di un incubo”, in cui l’allievo di Albert Sabin che scoprì l’antipolio non solo denuncia le vistose carenze italiane nella gestione politica (‘Tachipirina e vigile attesa’ e non cure e farmaci che pure erano in commercio come l’idrossiclorochina, per fare un solo esempio)  e ‘scientifica’ della pandemia (con un ‘Comitato Tecnico Scientifico’ che ne ha combinate di tutti i colori), ma indica anche un fondamentale percorso per evitare lo tsunami dei futuri effetti avversi.

Infatti, illustra la basilare importanza, prima di sottoporsi al vaccino anti covid, di effettuare gli opportuni ‘Test genetici’, soprattutto per evitare gravi contraccolpi a carico del sistema cardiocircolatorio (miocarditi, pericarditi, ictus, trombosi, infarti), come visto invece sempre più frequenti, oggi, tra i giovani.

Si tratta di esami molto costosi e che lo Stato dovrà rendere gratuiti e obbligatori, così come ha reso obbligatori gli stessi vaccini.


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