GOVERNO MELONI / DISCO VERDE PER I RICCHI, UN VAFFA AI POVERI. E LA BEFFA PENSIONI

Ormai l’hanno capito tutti. E chi mette la testa sotto la sabbia e fa finta di non capire è in perfetta, totale malafede.

Questo non è il governo dei fascisti: è il governo degli sfascisti. Di chi vuol fare a pezzi, massacrare e calpestare quel poco, o quasi niente ormai, che resta(va) sul campo di democrazia e giustizia sociale.

E’ soprattutto l’aver preso a calci nel culo gli ultimi, i diseredati, chi non ha più neanche gli occhi per piangere che ci fa inorridire.

Altro che nipotina di Draghi. Il ‘primo ministro’ Giorgia Meloni ha fatto propria tutta la famigerata ‘Agenda’, peggiorandola il più possibile.

Sotto la lezione dell’ex capo della BCE, la suffragetta della Garbatella ha cercato di far bella figura presentando per   l’appuntamento di Bruxelles i compitini a posto, le somme ben fatte, i quadernini a quadretti tutti in ordine.

Ma nella sostanza ha recitato la peggior sceneggiata (in salsa romanesca) possibile. Zeppa di falsi e di menzogne ‘sostanziali’.

Il Meloni Pensiero è partito da un solo assunto: chi produce ricchezza non va disturbato. Ogni ostacolo alla sua voglia di fare impresa deve essere non solo favorito in ogni modo possibile, ma ogni ostacolo, davanti al suo incedere, va rimosso senza se e senza ma. E quindi, chissenefrega se i morti sul lavoro aumenteranno: tanto sono solo carne da cannone, né più né meno di come è successo in Qatar dove la realizzazione del Mostro Mondiale è costato la vita a migliaia di poveracci (la stima è di 6 mila); proprio come era successo, qualche millennio prima, con quella delle Piramidi dove i morti fioccavano come le mosche.

Niente pare cambiato da allora. Anzi.

E un altro esempio lampante arriva dalla probabile nuova normativa sugli appalti, che lascia briglia sciolta a tutti i peggiori mali che hanno caratterizzato la realizzazione delle nostre opere pubbliche: le più care al mondo, le più lunghe (per tempi di realizzazione) della storia e a conti fatti le più insicure, visti i crolli continui e le caterve di vittime innocenti.

Giorgia Meloni

Veniamo al sodo. In queste ore il leit motiv dell’esecutivo peggiore della nostra storia è il seguente: diamo un’altra sforbiciata al reddito di cittadinanza, passando da 8 a 7 i mesi coperti per il 2023 (per poi abolirlo totalmente nel 2024) e così finanziamo gli aumenti delle pensioni.

Una bufala che più colossale non si può e al tempo stesso la dimostrazione plastica del credo meloniano: togliamo anche le briciole ai poveri, a chi non ha più neanche gli occhi per piangere; canalizziamo tutte le risorse che restano (visto che i tre quarti si bruciano in un solo trimestre per il caro bollette) per agevolare i ricchi, chi ha, chi già campa una meraviglia, nonostante la crisi che non lo sfiora neanche.

Quindi: taglio del reddito di cittadinanza (da 8 a 7 e poi zero spaccato) che comunque – come arriva addirittura ad affermare Bankitalia che non è un covo di bolscevichi – che comunque consente a tante famiglie di campare; mentre sarebbe bastato attuare un vero sistema di controlli mai fatto e far funzionare una buona volta quei fottuti centri per l’impiego rimasti sempre sulla carta.

Con i correttivi giusti, il reddito di cittadinanza va, come lo hanno tanti paesi civili sul serio (ad esempio in Scandinavia) anche se lo chiamano in modo diverso: reddito universale, sussidio di povertà o come cavolo lo si voglia definire. Se lo abolisci del tutto vuol dire che del problema ‘povertà’ – in esponenziale aumento – te ne strafotti. Della giustizia sociale te ne strainfischi.

Eccoci alla chicca, quella della farsa-pensioni. L’unico a parlar chiaro, va detto, è sempre stato Silvio Berlusconi, che così come vent’anni portò le pensioni minime, quelle sociali, da 500 mila lire a 1 milione, adesso dice di voler fare il raddoppio, da 500 a

1000 euro. Ma piano piano: per adesso quota 600, a fine legislatura si tocca quota 1000.

Ma già cambia un dettaglio non da poco: l’aumento non sa più da chi ha compiuto 67 anni, ma 75, ben 7 in più. Tutto il tempo per non arrivarci affatto a quella data, con la miseria che deve oggi, e ancora per anni, percepire. Da livello di non-sussistenza.

Ma è sulla cifra stabilita adesso dal governo che si legge – chiaro e trasparenze – il meccanismo del ‘pacco’ o, se preferite, della presa per il culo.

Basta fare un calcoletto semplice semplice: oggi la minima ‘sociale’ è di 530 euro; per il calcolo dell’inflazione scatta automatico un aumento (deciso dall’Istat, non dal governo) di 35 euro-mese. Quindi arriviamo a 565 euro.

Quale il coniglio spuntato dal cilindro di Maga Meloni? Un regalo di altri 35 euro, così per fare cifra tonda e proclamare all’universo festante dei pensionati morti di fame: boom, siete a 600! Solo che l’età la spostiamo qualche annetto in avanti, 7. Quindi chi ne ha da 68 a 74 se ne va a fare in culo, nel senso più letterale del termine.

Sorge spontanea la domanda: ma il ‘primo ministro’ Meloni, il vanto italiano della prima donna sul ponte di comando, pensa di trovarsi in piazza Garibaldi, a Napoli, vis a vis con la ferrovia, dove pullulano i tavolini dei giocatori di tre carte? Pensa di dimostrare il suo enorme coraggio politico, la sua coerenza, il suo carisma prendendo letteralmente per i fondelli milioni e milioni di italiani? Vantandosi di aver aumentato i minimi con un autentico piatto di lenticchie, un pranzo in trattoria da 35 euro?

Dall’Europa sarebbe dovuto partire un sonoro VAFFA all’indirizzo della Giorgia nazionale. Ma questa UE sta mostrando il suo vero volto di corruzione sempre più dilagante. S’è dimostrato quel castello di carte false costruito in tanti anni e imploso nel giro di un paio di settimane.

E che finirà per crollare sotto i colpi dell’ormai più che annunciato ‘Pfizergate’. Lo scandalo più grande di sempre dell’Unione Europea: perché non si tratta solo di una truffa da 71 miliardi di euro – come la ‘Voce’ ha più volte sottolineato – ma di aver giocato con la salute, la pelle di tutti i cittadini: il crimine più orrendo del quale, volente o nolente, dovrà per forza occuparsi la ‘Corte dell’Aja per i crimini contro l’umanità’. E i trasparenti cristalli del palazzone di Bruxelles andranno in frantumi.

 

Di seguito, vi proponiamo la lettura (basta cliccare sul link in basso) di una interessante ricognizione sulla beffa-pensioni pubblicato dal sito ‘Contropiano’ e firmato da un collettivo di economisti, ‘ConiareRivolta’.

Il governo Meloni fa cassa sulle pensioni – Contropiano

 

 

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