MINISTERO DELLA CULTURA / IL POTERE DELL’IGNORANZA

Giorni fa ‘il Giornale’, che venne fondato dallo storico Indro Montanelli, pensa bene di intervistare il neo ministro della Cultura, Genny Sangiuliano. Che a Francesco Maria Del Vigo apre  il suo cuore, annunciando il nuovo spirito che, d’ora in poi, aleggerà negli austeri uffici ministeriali. Dove – annuncia –   avverrà una vera “rivoluzione culturale”, queste le sue precise parole.

Un cambiamento ‘epocale’ da avviare subito, fin dalle prossime settimane, e che coinvolgerà tutti i versanti dell’universo culturale, dai musei alla televisione, of course, che lui – il Genny nazionale – conosce come le sue tasche, essendo stato arruolato nel grande ventre di Mamma Rai quasi 20 anni fa, per la precisione nel 2003, scalandone, pian pianino, tutti gli scalini che portano ai vertici direzionali, spaziando dalla prima alla seconda Rete.

Gli mancava solo la terza – storico appannaggio di una sinistra ormai desaparecida, bisogna tornare ai mitici tempi della ‘Telekabul’ di Sandro Curzi per averne una vaga idea – ma ha provveduto il primo ministro Giorgia Melonia risolvere il problema, insediando il Genny al trono maximo della Cultura nazionale, una volta appannaggio – per fare un solo esempio – d’un Giovanni Spadolini, per anni direttore del Corsera.

Da allora ne è passata tanta d’acqua sotto i ponti…

Ma torniamo alle parole del Neo Vate rilasciate al ‘Giornale’ e

In cui ha spiegato il vero senso della sua storica ‘Rivoluzione’ ormai alle porte.

Partiamo dal fronte dell’informazione, il terreno sul quale ha trascorso gli anni della sua vita professionale, cominciando a muovere i primi passi coordinando il giornalino ‘Gli amici del Pascale’, per volontà dei suoi santi protettori d’un tempo, Sua Sanità Francesco De Lorenzo e il padre Ferruccio, eterno numero uno all’Ordine dei Medici di Napoli. Per poi passare alle tivvù griffate PD2, l’asse formato da ‘0 Ministro Paolo Cirino Pomicino, Giulio Di Donato, all’epoca vicesegretario nazionale del Psi made in Craxi, e dal ministro della Sanità De Lorenzo, appunto.

Il cortile partenopeo, per un uomo di Alta Cultura come il Genny, gli va ovviamente stretto. E’ già il tempo di dedicarsi alle grandi biografie, o meglio le biografie dei grandi della Terra, dalla Russia agli Usa, via Cina. E di approdare al ventre di Mamma Rai.

Difficile, in poche righe, riassumere le vette raggiunte da una Mente così fulgida. Per farvene una qualche idea, comunque, potete leggere l’inchiesta pubblicata pochi giorni fa dalla Voce, che trovate cliccando sul link in basso.

Ma torniamo alla fresca delizia, l’intervista al quotidiano di casa Berlusconi e diretto per anni da un giornalista (e uno storico) di razza come il toscanaccio Montanelli.

Secondo il Sangiuliano-Pensiero, c’è assoluto bisogno di “una riappropriazione del senso di identità nazionale”. “Gli italiani – aggiunge – devono avere consapevolezza della loro grande storia: il mondo greco-romano, Il Rinascimento, l’Umanesimo e anche un Novecento importante”. Da perfetto ‘Bignami’.

La fiction su Oriana Fallaci tuttora visibile su Rai Play. Sopra, il ministro Gennaro Sangiuliano

Sul versante dell’informazione Rai è chiaro e netto: “L’erogazione dei fondi è stata fino ad oggi assolutamente unilaterale: si finanziavano film che fossero coerenti con una certa narrazione culturale della società italiana, della nazione, del mondo. Io, invece, voglio una cultura plurale. Come dice Marcello Veneziani, bisogna rompere la ‘cappa’. Tutti devono esprimersi: non voglio sostituire un’egemonia di destra con un’operazione sostitutiva, ma voglio aggiungere”.

Passando a cose più terrene e immediate, ecco la Grande Proposta: “E allora, se qualcuno vuol fare un film su D’Annunzio o Pirandello, deve poterlo fare liberamente”.

Guarda caso, proprio in questi giorni esce nelle sale cinematografiche ‘La stranezza’, il film firmato dal regista Roberto Andò, interpretato da Toni Servillo, Ficarra e Picone dedicato proprio… a Pirandello.

Ma la buccia di banana è proprio dietro l’angolo. E Genny (stavolta non protetto dal suo ‘santo’ partenopeo) la becca in pieno. Infatti così prosegue, gonfiando il petto, nell’intervista: “Io chiederò alla Rai di fare una fiction sulla vita di Indro Montanelli e su quella di Oriana Fallaci”.

Peccato che la Rai abbia già prodotto una fiction di due puntate, ‘L’Oriana’, uscita con ottimo successo (share al 16 per cento) a febbraio 2015 e interpretato da una eccellente Vittoria Puccini. La si può ancora vedere, oggi, scorrendo tra le offerte (gratuite) di Rai Play Cinema.

Forse è meglio recapitarne una copia al Ministro Sangiuliano prima che ordini un bis ai vertici di Viale Mazzini…

 

 


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