YLENIA CARRISI / DOPO 19 ANNI UNA PISTA DALLO SCERIFFO DI PALM BEACH A CACCIA DI BUFALE

Il giallo di Ylenia, la figlia di Al Bano e Romina, scomparsa nel nulla 21 anni fa, Capodanno 1993.

Dallo sceriffo di Palm Beach arriva una pista nuova di zecca che porta ad un camionista serial killer, Kieth Hunter Jefferson, già in galera con tre ergastoli per otto omicidi sul groppone. Tre anni dopo la sparizione di Ylenia, Jefferson confessò una marea di delitti, oltre 150: tra questi anche quello di una ragazza di nome Susanne, capelli marroni, una quarantina d’anni.

Nessuno, allora, collegò quei nomi, Ylenia e Susanne (era un soprannome caro alla figlia dei Carrisi nelle sue scorribande lungo gli States): soprattutto perchè Ylenia era bionda e aveva appena 23 anni.

Oggi, però, lo sceriffo mostra attributi e nuove “prove”. Scopre che l’identikit di Susanne – la vittima del camionista pazzo – somiglia moltissimo a quello di Ylenia, scava nel passato del killer, ripercorre le tracce di quella ragazza uccisa per strangolamento a Crestview, in Florida, trova il verbale dove Jefferson si attribuiva con orgoglio anche la paternità di quel delitto. Ok, il gioco è fatto. Ci vuole solo la prova regina, quella del Dna, come in tutti i copioni che si rispettino: e anche per i più lontani Cold case. Ed è così che gli 007 dello sceriffo di Palm Beach sbarcano a Cellino San Marco, casa Carrisi. Prelevano le dovute tracce a tutta la famiglia (padre e tre figli) e rivolano negli States.

Ylenia piccola con mamma Romina come appaiono nell'inchiesta della Voce del 1994.

Ylenia piccola con mamma Romina come appaiono nell’inchiesta della Voce del 1994.

Esattamente un anno fa, dicembre 2014, a vent’anni dalla tragica scomparsa, il cantante ha chiesto e ottenuto dal tribunale di Brindisi una “dichiarazione di morte presunta” per Ylenia. “Una scelta che mai avrei voluto fare – disse allora – ma inevitabile per mettere fine ad un martirio che dura da vent’anni”. Un martirio e una ferita che, adesso, si stanno riaprendo. Forse per questo Al Bano parla senza mezzi termini di “una nuova bufala” e di “avvoltoi” che sono regolarmente piombati sul caso, “gente che ha cercato di sfruttare la popolarità”. Più esplicitamente dichiara ai media: “Istintivamente penso sia una bufala. Conosco bene la storia, non ci credo”.

Avvoltoi che la famiglia Carrisi ha sempre denunciato. Alla Voce della Campania (allora si chiamava così la Voce delle Voci) rivolse – tramite i suoi legali – invece un ringraziamento, Al Bano, per quel reportage pubblicato 19 anni fa. Una pista credibile, proprio perchè suffragata da ben precise fonti e corroborata da documenti (non solo cartacei, ma anche telefonici). Non è dato sapere perchè quella pista, per via giudiziaria, non sia stata mai battuta. Ma si sa, tutto il mondo è paese: e la giustizia, forse, è utopia non solo a casa nostra…

Di seguito, potete leggere la nostra inchiesta del dicembre 1994.

 

 

In apertura, la copertina dell’inchiesta pubblicata dalla Voce nel dicembre 1994

inchiesta Ylenia dicembre 94


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