VACCINI ANTI-COVID / ALLARME DAGLI STATI UNITI

Sconvolgenti dati in arrivo dagli Stati Uniti sugli effetti avversi dei vaccini anti-Covid.

I dati, elaborati dai ‘CDC’ americani, ossia i ‘Centers for Deseases Control’ (i principali presidi territoriali per la salute negli Usa), fino ad oggi erano stati tenuti ‘nascosti’.

Ora, finalmente, sono ‘usciti’ e stanno già sollevando un putiferio di polemiche e di infuocati interrogativi.

Ecco le cifre, nude e crude.

Su un totale esaminato di oltre 10 milioni di persone che si sono sottoposte al vaccino (per la precisione 10.108.273) e sono state registrare dal sistema V-Safe dei CDC:

3.353.100 (pari al 33,4 per cento del totale) hanno avuto ‘eventi avversi’;

1.225.867 di soggetti sono ora ‘inabili a normali attività’;

1.344.330 hanno perso il lavoro, l’occupazione o la scuola;

728.913 (pari al7,8 per cento) hanno richiesto cure mediche.

Numeri che parlano da soli. Ed elaborati dalla più autorevole autorità sanitaria a stelle e strisce.

Ricordate cosa disse l’allergologo-massone Roberto Burioni a settembre 2021 sugli effetti avversi da vaccino? “Un solo morto, 1 di numero. In Nuova Zelanda”.

Non era su ‘Scherzi a parte’, ma nel salottino domenicale di Fabio Fazio su Rai3

 

Passiamo ad alcuni dati di casa nostra. Soprattutto sul fronte dell’impatto dei vaccini sul sistema cardiovascolare. Si stanno infatti registrando preoccupanti aumenti delle patologie cardiovascolari.

Prendiamo il caso dell’ospedale di Piacenza. Nei primi sette mesi del 2022 sono stati registrati 870 casi di infarto del miocardio, un numero più che doppio rispetto a quello dell’anno precedente per lo stesso periodo (400 casi).

Notano alcuni cardiologi: “Se da un lato le mio-pericarditi legate ai vaccini anti-covid a mRNA messaggero sono un problema noto ed esplicitato dagli enti di farmacovigilanza e dalle stesse aziende produttrici (come Pfizer e Moderna), dall’altro lato l’insorgenza di patologie cardiovascolari e i meccanismi infiammatori post-vaccino sono ancora in fase di studio”.

Giuseppe Barbaro

Giuseppe Barbaro, cardiologo presso il Policlinico Umberto I di Roma parla senza mezzi termini di “una tendenza all’aumento dell’incidenza di infiammazioni e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio” e sottolinea come “questi problemi riguardano pazienti sempre più giovani e spesso senza patologie pregresse. L’unico comun denominatore è che si tratta di soggetti vaccinati contro il covid”.

Denuncia in un tweet il segretario generale del Partito Comunista, Marco Rizzo: “Ai pazienti che ricorrevano a lui, suggeriva, da esperto di problematiche cardiache, esami diagnostici prima che si sottoponessero alla vaccinazione per il Covid. Verdetto: 6 mesi di sospensione dall’Ordine!”.

Nel suo fresco di stampa (edito da ‘Helikon’) “Covid-19 – La fine di un incubo”, il virologo napoletano Giulio Tarro dedica le ultime, significative pagine alla fondamentale importanza di ‘test genetici’ ad hoc per capire se vi sia o meno, nell’organismo, una maggiore predisposizione ad eventi avversi a livello cardiocircolatorio (ictus, trombosi, infarti) in caso di inoculazione del vaccino.

Si tratta di esami attualmente molto costosi. E quindi sorge spontanea la domanda: come mai lo Stato, che rende obbligatori i vaccini anti-covid, non rende altrettanto obbligatori e gratuiti (facendosene carico) quei test genetici che possono evitare gravi eventi avversi?

Il libro del professor Giulio Tarro

E come mai nessuno, nè a livello politico né a livello scientifico (ma a cosa serve questo ‘Comitato Tecnico Scientifico’ che nei primi dieci mesi della pandemia ha impartito solo il diktat ‘Tachipirina e vigile attesa’ vietando l’uso di farmaci pur esistenti in commercio per fronteggiare il virus ai primi sintoni?) ha detto una sola parola su un tema così drammatico e impellente?

E l’Ordine dei Medici? Solo capace di sospendere chi, volendo far solo il proprio dovere, consiglia ‘esami diagnostici’?

Vergogna.


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