Falchi, sul piede di guerra, colombe che indicano la strada della trattativa, del dialogo, del confronto: così le opposte teorie per venire a capo del contrasto al fondamentalismo del Califfato. La soluzione militare, che la destra sposa e sostiene nei fatti, si scontra con l’ipotesi di politicizzare le cause del conflitto: la Francia e chi aderisce alla richiesta di affiancarla nella “punizione” armata degli attentati, intensificano i raid aerei, con l’obiettivo di piegare la resistenza jihadista nelle aree occupate della Siria, l’Italia non si sottrae alla richiesta di Hollande, ma con cautela. Nei luoghi pubblici di riunione risuonano le note della Marsigliese, si canta per esempio negli stadi e in Turchia i tifosi la fischiano e inneggiano ad Allah. Parigi prova e riprendersi la normalità e riaprono bistrot, ristoranti, ma i riflessi dell’attacco subìto si fanno sentire in tutta Europa. Incontri di calcio annullati, metrò blindati e in Italia dove si fa strada l’ipotesi di chiudere le frontiere si assiste a una delle conseguenze degli attentati con il vistoso calo di presenze nei ristoranti e in altri luoghi pubblici. Quanto costa l’attacco dell’Isis a Parigi e più in generale all’Europa? Difficile quantizzarlo ma si tratta di molti milioni, sottratti all’intero sistema economico che comprende alberghi, ristoranti, luoghi della musica, musei, linee aeree e ferroviarie. Un bilancio sarà possibile solo quando l’emergenza sarà alle spalle dell’Europa, se questo avverrà. E l’Italia? Alfano descrive le misure adottate che dovrebbero ridurre il rischio di attentati ma ammette che azzerarlo del tutto è impossibile e ad accrescere le preoccupazioni è ancora l’Isis, che minaccia: “Ora tocca a Roma, Londra, Washington” . Si fa quel che si può. Cresce la presenza militare a tutela di obiettivi sensibili, ma ovviamente non di tutti, perché sarebbe impossibile, non sfuggono al sistema di protezione i rischi a cui è si espone Roma con il via al Giubileo che papa Francesco conferma per non cedere alle minacce del terrorismo. Obiettivo segnalato da più parti è il coinvolgimento nell’operazione di “bonifica” del fondamentalismo dei musulmani moderati che il terrorismo del Califfato costringe all’emarginazione sociale nei Paesi europei dove vivono e sono integrati, ma in sospetto di fiancheggiare lo jihadismo. Utopia? Crediamo di sì. Vincente, secondo molti osservatori, è privare il nascente Stato Islamico delle fonti di sostentamento e in particolare l’estrazione e il commercio di petrolio; non meno importante è troncare le forniture di armi, di cui alcuni Paesi, Italia inclusa, hanno note e oscure responsabilità.
Anche l’italiano non è un’opinione
Brevissima postilla. Dall’intervento di un inviato Sky a Parigi: “…è difficile valutarlo considerata la completezza del quartiere. L’esausto giornalista, mobilitato 24h nel racconto delle stragi, intendeva dire “…è difficile valutarlo, considerata la complessità del quartiere. Peccato veniale, ma si aggiunge a troppi atti impuri televisivi pressoché quotidiani.
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